Parliamo di “Liberi di amare” un libro divertente e profondo insieme

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Abbiamo incontrato ed intervistato Laura Laurenzi inviata speciale de “la Repubblica”, dove scrive di moda, attualità e costume. E’ la massima esperta di storie di cuori e di matrimoni delle famiglie reali (soprattutto quella inglese) e dei protagonisti della jet society, del mondo dello spettacolo. Come tale, viene sempre inviata dal suo quotidiano a tutti i matrimoni “da prima pagina”. Laura Laurenzi, è anche una profonda e caustica scrittrice di costume.

Quali sono state le grandi passioni del XX secolo ?

 

Il Novecento è stato rappresentato attraverso le sue guerre, le sue rivoluzioni, le sue scoperte scientifiche, le speranze, i progetti, gli scandali, le lotte di potere. E’ stato però scarsamente raccontato attraverso l’amore e gli amori, le parabole d’alcova di quelle coppie “storiche” che, dalla grande politica alla cultura militante, dalla poesia ai miti privati o di massa, hanno contribuito anch’esse, in maniera laterale e talora determinante, non solo ai costumi ma pure ai drammi e alle catarsi del Novecento

Con “Amori e furori” ho voluto offrire una rassegna di grandi amori del XX secolo, di amori veri e fatti soltanto di amore, sia pure in tutte le sue varietà, sfumature e contraddizioni. Il libro vuole narrare il percorso nascosto, evocando amori e furori, grandezze e miserie, eccessi e minimalismi, di quegli uomini e di quelle donne che hanno lasciato una traccia nel tessuto, oltre che politico, anche umano e talora tragico di cento anni della nostra vita.

Ricostruisce e racconta diciotto storie di coppie e di grandi amori del secolo scorso: da quello di Gabriele D’Annunzio e di Eleonora Duse , a quelli di Eva Braun e Adolf Hitler, di Hannah Arendt e Martin Heidegger, di Wally Simpson e Edoardo VII di Windsor,  di Soraya Esfandiary e Reza Pahlavi, di Federico Fellini e Giulietta Masina, dell’amica Marta Marzotto con Renato Guttuso, di Nilde Iotti e Palmiro Togliatti, di Yoko Ono e John Lennon, di Raissa Titorenko e Michail Sergeevic Gorbaciov, di Elena Pettrescu e Nicolae Ceasescu, di Soon-Yi e Woody Allen.. Racconta anche gli amori “aperti” di Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre e quelli omosessuali tra Gertrude Stein e Alice Toklas, e tra Helmut Berger e Luchino Visconti.

Ho cercato di ricostruire e raccontare la passione spesso devastante, che ha unito queste diciotto coppie, che le ha unite, guidate, riscattate o perdute.  Ho voluto esplorare le pieghe segrete di un sentimento universale che rende gli “eroi” di queste parabole d’alcova più vicini a noi: dunque più decifrabili sia nel furore della sofferenza che nell’esaltazione della carne. Sono tutte storie belle, esaltanti, anche se e quando i loro rapporti sono morbosi e possono essere pericolosi

All’inizio di ogni capitolo, ho citato una riflessione, una frase di uno dei due personaggi, utile per capire, subito, il tipo di rapporto che ha unito i due amanti. Così, per D’Annunzio e la Duse, riporto una frase della Divina che dice “Gli perdono di avermi sfruttata, rovinata, umiliata. Gli perdono tutto, perchè ho amato” . Per Simone de Beauvoir e Sartre, che hanno realizzato, per oltre cinquant’anni, la famiglia allargata, più che una coppia, hanno realizzato un sodalizio,  dove “l’amore è necessario e gli amori sono contingenti”, l’autrice di “Secondo sesso” e dei “Mandarini” , scrive “non mi potrà venire alcun male da questo uomo, a meno che non muoia prima di me”. Ad introdurre il capitolo sull’amore di Marta Marzotto e Renato Guttuso, lui scrive “Chi mi solleva da terra? Chi mi fa piangere? Chi se ne va, chi mi ferisce, chi mi salva, chi mi perde, chi mi partorisce e chi mi uccide?” . Lei risponde.: “era una cosa che coinvolgeva il cuore ma anche il cervello, perchè tutto nasce da lì: una scopata è una scopata, è sempre la solita zuppa,

se non c’è altro, alla fine, ti stufi”

 

Con “Infedeli” documenta e racconta l’incostanza amorosa. Ma il tradimento è proprio necessario e così diffuso?

 

Il libro è dedicato a mio padre , Carlo Laurenzi, che mi ha fatto scoprire il fascino della cultura e della scrittura e, nell’introduzione, contiene una citazione da Sant Agostino ” Ama e fa ciò che vuoi”

Con questo libro, racconto l’incostanza amorosa e non solo. Siamo fatti per natura inaffidabili e la nostra cultura è fondata sul tradimento: quello di Adamo ed Eva, nel Paradiso Terrestre, quello di Cristo venduto per trenta denari.

L’amore, ad esempio, è sempre presente con l’infedeltà e il tradimento. Questo libro, più che un affresco di incandescenti bulimie carnali, è il racconto di dodici esistenze d’eccezione. Dodici destini votati alla gloria e al successo, ma anche al dramma e al dolore, tutti accomunati da un marchio ambiguo: l’infedeltà, il tradimento, la fuga, il trasformismo. Categorie che in queste spericolate vicende umane si riferiscono, al di là degli amori, anche agli ingannevoli universi della politica, alle cangianti strategie artistiche contemporanee, ai trabocchetti della scienza moderna: Con questo libro, non ho voluto dare giudizi nè suggerimenti morali. Come ha detto Simenon  del suo celebre Commissario Maigret , ho voluto “comprendere e non giudicare, perchè ci sono soltanto vittime e non colpevoli”

Le dodici storie sono quelle di Albert Einstein (per il quale “l’ordine è sempre quello di fingere” e che, “affamato d’amore” ha avuto una moltitudine di mogli e amanti) della grande e sfortunata pittrice Frida Kahlo (per la quale “l’amore è l’unica ragione per la quale vivere” . Il suo è “ un amore vampiro, che diventa la sua ossessione, la cannibalizza, la ingloba”. Per lei , per tutti i suoi 47 anni di vita, il sesso “era un modo per godersi la vita, una sorta di impulso esistenziale”), di Georges Simenon (che ha scritto 418 libri di successo ed ha amato e tradito  oltre diecimila donne, di cui, molte prostitute) , della divina Marlene Dietrich (fiamma del peccato, dea del sesso etero ed anche omosessuale, che ha amato e tradito tantissimi attori ,  registi e scrittori affermati,
prestigiosi), di Pablo Picasso (il cui credo era “le donne si dividono in due categorie: le dee e gli stuoini”, che ha amato e tradito, fino a portarle alla pazzia –è il caso della pittrice e fotografa Dora Maar- , che non si è fatto mancare nulla, neppure i giochi erotici con lo scambio delle coppie), di Maria Callas (i suoi amori sono tra i più drammatici. Dirà “Solo i miei cani, non mi tradiranno” . Non si è mai sentita amata, tranne che quando cantava: Si innamora anche di Pier Paolo Pasolini, non capendo che questi non poteva nè voleva amarla), di Yves Montand (formidabile rubacuori che ha amato e tradito, per tutta la vita, Simone Signoret), di Charlie Chaplin (per il quale resta un enigma: “era il vendicatore degli umili e degli oppressi o era un opportunista feroce”. Sicuramente ha avuto tantissime amanti, soprattutto giovani. “sono sempre stato innamorato delle ragazze giovani”,  ammette), della multimiliardaria collezionista e protettrice-amante di artisti Peggy Guggenheim (nella sua voracità sessuale, la “virtuosa del tradimento” , a parte i mariti, Max Ernst, soprattutto, ha amato e tradito   Samuel Beckett, , Pablo Picasso, Marcel Duchamp, Man Ray. Anche se non si è risparmiata neppure gli amori omosessuali, prima di morire si lamenta che le è mancato l’amore), del presidente francese Francois Mitterand (un caleidoscopio di odi e amori, un labirinto di passioni segrete, bigamo per decenni), di Diana Spencer (mi sono sempre chiesta.“che tipo di tradimento fu quello di Diana Spencer? Il tradimento multiplo della vandetta. Il tradimento di chi grida: voglio essere amata”) del presidente del Consiglio Bettino Craxi, che ha avuto sempre al fianco, fedelissima fino alla fine,  ad Hammamet, la moglie AnnaMaria Moncini (che, finchè la macchina del potere non si è inceppata, nel 1992, con il “mariuolo” Mario Chiesa, ha avuto di tutto e di più , con le donne più belle e affascinanti della Prima Repubblica, nel periodo in cui i programmi di RAIDUE disegnano la geografia delle alcove e del sottopotere. E pensare che da bambino, voleva farsi prete)

 

“Liberi di amare” è dedicato alle grandi passioni omosessuali del Novecento ed è stato salutato come un “inno alla normalità”. Che cosa si è proposta di comunicare con questo suo ultimo libro?

 

Come è stato sottolineato anche dalla stampa, questo libro è e vuole essere un “inno alla normalità” . Perchè , anche se vissute tra persone dello stesso sesso, le dieci storie messe a nudo con rigore quasi scientifico, sono storie d’amore molto quotidiane: infarcite di baci e schiaffoni, di sesso e di poesia, di fedeltà e tradimenti, di promesse e bugie, proprio come quelle degli eterosessuali. Sono dieci storie belle, di amore meraviglioso, che non devono essere nascoste solo perchè tra persone dello stesso sesso. E finito il tempo in cui ci si doveva nascondere e vergognarsi dei rapporti omosessuali. Se nell’Italia preunitaria, il codice borbonico non puniva i rapporti omosessuali fra consenzienti, durante il fascismo, dopo la svolta totalitaria avviata da Mussolini nella seconda metà degli anni Trenta, l’omosessualità diventa un “delitto”, deve essere riprovata e punita. Con la democrazia e via via con la maturazione civile, umana e culturale, molti pregiudizi cadono. Tra questi anche quelli relativi all’omosessualità. Senza volere esaltarlo nè ostentarlo, si arriva a capire e accettare appieno anche l’amore omosessuale. Fino  ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il mio vuole essere un percorso ideale di diritto all’insegna dell’amore  attraverso le storie di uomini e donne che hanno sfidato pregiudizi e convenzioni per vivere fino in fondo la loro scelta. Voci che sovrastano il cicaleccio dei moralismi con un limpido inno alla passione, in tutte le sue sfumature.

Le dieci storie documentate e raccontate sono storie struggenti e tumultuose, percorse da un furore fuori scala. Sono storie emblematiche e che possono rappresentare l’intero universo delle passioni omosessuali.

Rappresentano e raccolgono un arco di tempo di oltre cent’anni: dalla fine dell’Ottocento, dall’amore tribolato fino al tentativo di uccisione di Paul Verlaine che spara ad Arthur Rimbaud, il “suo grande e radioso peccato”, fino  al 2005, con Elton John e David Furnish, che celebrano il loro matrimonio. Le altre otto storie riguardano gli amori  di Marguerte Yourcenar e Grace Frick, l’amante americana, onnipresente ed espansiva. Dal loro amore sboccia un capolavoro come “Memorie di Adriano”. Sono due donne opposte per temperamento ma unite nel loro sodalizio dalle affinità elettive. Una è soggiogata e l’altra è regina. Una è soccorrevole e devota, l’altra ipocondriaca e sprezzante.. . Dove la seduttrice seriale Marguerite Yourcenar “è attratta dalle donne ma anche dagli uomini”, desidera essere amata da un uomo omosessuale in quanto “avrebbe significato per lei essere scelta fra tutti, doppiamente, profondamente scelta”.

La terza storia riguarda l’amore di Federico Garcia Lorca che, a 24 anni, incontra  il diciottenne Salvador Dalì.”Era un funambolo della parola, irradiava carisma. Aveva uno sguardo bruciante. Ucciso perchè sovversivo, ma soprattutto perchè era omosessuale. Dedica al suo amante “L’Ode a Salvador Dalì”, che si definisce “gran masturbador, disgustato dagli organi  genitali femminili, esalta l’onanismo e teorizza la propria autosufficienza sessuale.

La quarta storia riguarda l’amore del fotografo dandy omosessuale, vincitore di tre Oscar, Cecil Beaton per Greta Garbo, “una leggenda, la più inaccessibile delle dive, gelida e remota”. Lei bisessuale, con un’inclinazione profonda e occulta verso gli amori femminili. Lui omosessuale dichiarato. Ma  che cosa li lega, che cosa si scambiano? Sesso come ginnastica, asettico, scandinavo come fosse una seduta dal fisioterapista, oppure amore ?. Sono cinque anni d’amore.

La quinta storia riguarda Eleonor Roosevelt e la sua giornalista Lorena Hickok. Il loro è stato un grande amore, durato trent’anni. Lei moglie del Presidente leggendario, il presidente dell’ottimismo, ed anche grande madre, e supernonna. Matriarca d’America sempre al servizio delle cause più generose. Femminista ante litteram. Lorena Hickok, sua eminenza grigia, che si annulla nell’ombra al servizio e per amore di Eleonor Roosevelt.

La sesta storia è una delle più belle, tragiche e poetiche insieme. Riguarda il poeta-profeta Pier Paolo Pasolini e il “borgataro” Ninetto Davoli che ha  anche pulsioni eterosessuali e che anche dopo  essersi sposato, continua a vedere e incontrare Pier Paolo Pasolini. La sua ultima cena, il grande poeta-scrittore-regista la consuma con Ninetto, moglie e figli al ristorante “”Pommidoro”””di Roma. Sono pagine di intensa poesia, che regalano profonde emozioni. Come tutta l’opera di Pasolini. Anche la sua vita.

La settima storia riguarda “lo Sputnik della danza” Rudolf Nureyev e il suo modello vivente, il ballerino danese Erik Bruhn. Dapprima è un legame complesso e intenso, basato all’inizio sulla devozione , una vera e propria forma di adorazione incondizionata che Nureyev manifesta nei confronti del più illustre collega, e poi su una prepotente attrazione fisica, che divampa reciproca. Nureyev ha 23 anni, Bruhn 33 ed è all’apice della sua bellezza, una statua greca.

Il loro rapporto è insidiato dalla gelosia poi dall’invidia e dal rancore di Bruhn che vede Nureyev affermarsi sempre più. Si amano e si tormentano, si offendono, si umiliano, si puniscono, si lasciano, si rincorrono. Il loro è un eros che ha venature di sadismo.

L’ottava storia riguarda Gianni Versace e Antonio D’Amico, un vero uomo ombra, discreto, defilato ma sempre presente. Il loro è stato “un amore vero, con punte di meravigliosa follia” fino al martedì 15 luglio 1997, quando Versace viene assassinato, a Miami. Ma l’amore-passione che li ha legati, persiste ancora. Antonio D’Amico, confessa che, grazie alla fede (crede in Dio, va spesso in chiesa, prega, parla con Gianni) , continua ad essere vicino a Versace.. E’ fedele al suo grande amore.

Della nona storia, ho già detto. Riguarda l’amore di Elton John con David Furnish. Il loro matrimonio è stato “benedetto” dal primo ministro Tony Blair. Con il loro cane Arthur, il cocker spaniel bianco e nero, fanno il viaggio di nozze a Venezia, festeggiando all’”Harrys Bar”, seduti con anche il loro cane, che ha il tovagliolo annodato attorno al collo.

La decima e ultima storia riguarda lo scandaloso regista della movida e della cosiddetta commedia ormonale Pedro Almodovar con Patty Diphusa, un personaggio di carta, una pornostar dei fumetti partorita dalla fantasia di Almodovar prima della catastrofe AIDS, una “Venere dei gabinetti”, di cui Pedro è il biografo ma anche l’alter ego.

In effetti, è l’autoritratto più onesto e sincero del regista. “Patty ha bisogno inesausto di sesso ma anche di amore ed è una sorta di Virgilio che ci guida nel dedalo alternativo della movida, nella grande festa mobile, attraverso un frastornante catalogo di tipi umani, vizi e virtù. Almodovar non si considera rigorosamente gay, ma piuttosto pansessuale, innamorato di qualunque tipo di sesso,  compresi quelli che devono ancora essere inventati”.

Queste storia diversa da tutte le altre nove, serve per raccontare la normalità di una Spagna che cambia. Quella Spagna che, pochi mesi dopo la “Mala Education”, ha approvato i matrimoni gay. “Liberi di amare” è,  o meglio, vuole essere un libro divertente e profondo insieme, che esalta la libertà d’amare, attraverso dieci storie simboliche, rappresentative, ricche di umanità, di verità-sincerità e di poesia.

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                            

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