Pannelli solari, parliamone con il signor Emilio

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Facciamo la conoscenza con Emilio Mancini dove nella sua abitazione a Finale Emilia, ne ha installati 15,2 mq che costituiscono il più grande impianto uso civile della provincia di Modena

La sua casa, che ha costruito quasi per intero in tre anni di lavoro nel tempo libero, è dotata di accorgimenti per il risparmio energetico (muri, fondamenta, tetto) tale da portare il coefficiente di dispersione termica K 0,38/w/mq, mentre l’attuale normativa  prevede un K di 0,46/W/mq.

 

Manzini, una bel risultato. Tutti si riempiono la bocca di energia pulita, ma lei è tra i primi a sostenerla concretamente.

 

«C’è da dire che in Austria e in Germania il coefficiente scende a 0,12, vale a dire che viene richiesta una tipologia edilizia veramente antidispersione. In Italia siamo ancora un po’ indietro.»

 

Ci spieghi un po’ la tecnologia.

 

«Parto dal dato finale: il 20 febbraio e l’accumulatore dell’acqua calda segnava una temperatura di 30/35 gradi. Questo impianto mi ha consentito in un anno di risparmiare qualcosa come 450 metri cubi di gas. Ai pannelli solari è collegato un grosso accumulatore da mille litri, che dispone di un contatore che registra i kilowatt che vengono prelevati dall’energia solare e consente di quantificare il risparmio di gas e quanta anidride carbonica non viene immessa in atmosfera. La superficie di scambio della serpentina collocata all’interno dell’accumulatore è di ben 3 metri quadrati, per favorire al massimo lo scambio termico. Alle 15,00 di pomeriggio del 20 febbraio, con una temperatura esterna di 9 gradi, il pannello solare è su una temperatura di 41,3 gradi, in casa entra l’acqua a 33 gradi e ritorna a 29, rilevabile attraverso un piccolo computer che ottimizza la resa dell’impianto di riscaldamento. Le calorie in più vengono convogliate nell’accumulatore per essere utilizzate di notte».

 

D’accordo, i pannelli consentono un ottimo risparmio, ma il lavoro necessità di ingenti spese iniziali. Non tutti forse se lo possono permettere.

 

«Ovviamente ho dovuto isolare molto bene la mia casa poiché un impianto del genere ha senso in un fabbricato che abbia la minor dispersione possibile. Quindi muri doppi e sughero di tre centimetri come isolante; impianto di riscaldamento a pavimento; tetto isolato. Il costo dell’impianto è stato di 11mila euro, con Iva agevolata al 4% (nuova costruzione prima casa) per gli impianti da installare nelle abitazioni esistenti l’Iva è al 10%, la Provincia di Modena mi ha riconosciuto un contributo in conto capitale di 2.500 euro per l’impianto solare termico che viene calcolato tenendo conto della dimensione dell’impianto, 500,00 euro per la caldaia a condensazione, inoltre a seconda dei casi si possono, con il nuovo decreto Bersani dello scorso febbraio, detrarre i costi di installazione  nella misura del il 36 %. A conti fatti, in cinque anni l’impianto si ripaga e in prospettiva avrò un forte risparmio economico con il vantaggio di contribuire a mantenere l’aria pulita».

 

Signor Manzini, lei cosa suggerisce per favorire la diffusione di questi impianti?

 

«Le amministrazioni locali potrebbero adottare degli sgravi fiscali ai privati o aziende

che decidessero di installare impianti a energia rinnovabile, per esempio ridurre i costi di urbanizzazione secondaria del 15-20%; praticare una riduzione ICI per alcuni anni o altre forme incentivanti che riterranno opportune. Si potrebbero esercitare pressioni sul Governo, affinché l’Enel o altri enti distributori di energia semplifichino le procedure per permettere ai privati di installare impianti per la produzione di energia elettrica con scambio sul posto. A questo proposito il 23/02/07 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto attuativo che va nella direzione giusta, di fatto ha sbloccato le quote di energia fissate dal precedente governo, dando la possibilità anche ai piccoli proprietari privati di produrre energia elettrica con scambio sul posto. Su un altro fronte: esentare dal bollo le auto che non inquinano (non solo quelle nuove di fabbrica). In breve, trovare tutti gli incentivi possibili per invogliare i cittadini ad investire risorse in questo senso. Se tutti i Comuni d’Italia, le Regioni e le Province  si adoperassero per incentivare le fonti di produzione di energie rinnovabili e le automobili dotate di impianti a GPL o metano  in primis saremmo tutti meno dipendenti dai fornitori di gas o petrolio, avremmo un mondo più pulito da lasciare ai nostri figli e non ultimo (visto che il nostro comune è direttamente interessato) si potrebbe fare a meno di costruire dei maxi-depositi per lo stoccaggio del gas».

 

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