Si alzò pigramente dal letto e, con gli occhi ancora socchiusi, si avviò verso il bagno. Dopo una veloce doccia, raccolse i capelli, fissandoli con poche forcine alla nuca. Dalle imposte socchiuse entrava una flebile luce, che dava alla stanza una penombra complice e intrigante. Mise un abito leggero, di un tessuto quasi impalpabile, e si avviò all’uscita. Fuori fu investita da una tiepida brezza, che l’accarezzò e la fece vibrare piacevolmente tutta la pelle. Il sole cominciava già a scaldare ed il cielo era un enorme tetto azzurro sopra di lei. Di fronte si ergeva una piccola collina verde: un vero Eden per farfalle, gatti, uccelli. Respirò lentamente e si sentì serena e sollevata da terra, così immersa nella natura.
Poco distante, il mare. Attraversò il piccolo paese di case bianche, ornate di gerani rossi e carnosi come labbra di fanciulle. Alla spiaggia si tolse le espadrillas: era bello affondare in piedi nella sabbia e camminare sulla riva, nella schiuma delle onde! In un punto, un piccolo ruscello, che partiva dalla pineta circostante, arrivava al mare: era acqua dolce calda e lei, quasi come un rito, si soffermò per qualche minuto. Le piaceva guardare le orme che lasciava: si sentiva come una bambina che gioca con la fantasia.
Arrivò ad una insenatura che formava una spiaggia rotonda: si aveva l’impressione di essere soli in un’isola deserta. Le rocce, in certi punti più alte, davano ancora maggiore protezione.
Sedette sulla sabbia e , col viso al sole, socchiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal rumore fluttuante delle onde. Amava quel profumo di salsedine, di conchiglie, di muschio. Un colpo di vento la riportò alla realtà e, aprendo gli occhi, si guardò intorno.In una fessura della roccia, piccoli passerotti implumi gemevano a becco spalancato, mentre la madre, con lunghi voli a cerchio, cercava di portar loro del cibo. Una ragazza, poco lontano, duellava col vento, per alzare al massimo l’aquilone in cielo. Spinta da una strana sensazione, volse il capo: a pochi passi, un uomo, sbucato dal nulla, la fissava con occhi magnetici e con un sorriso più luminoso di un’alba. Provò un’emozione indescrivibile, brividi ovunque. Sentìva il suo corpo vivo, pervaso da un calore che la sommergeva. C’ era nell’aria una melodia dolce e sommessa. L’uomo misterioso la invitò a sedersi vicino a lui, sul telo tenuto fermo dai suoi zoccoli bianchi. Si guardarono con dolcezza, sfiorandosi le mani, il viso, il corpo. Parlarono a lungo, senza accorgersi del tempo che scorreva. Erano fuori del mondo, in un’altra dimensione.
Il sole calava il cielo era un fuoco rosso, che si richiama sul mare. Si incamminarono verso un piccolo ristorante e si sedettero ad tavolino sul terrazzo, nel punto che più sporgeva sulla spiaggia. Mangiarono ostriche, accompagnate da frizzante vino bianco. La luna formava verso di loro, sull’acqua, una scia argentata e, nella notte, li avvolgeva di luce magica. Continuarono a sfiorarsi ed ha sussurrarsi parole magliette, parole profonde, parole importanti. All’improvviso, come zampilli di lava incandescente, scoppiettarono in cielo fuochi d’artificio. C’era festa in paese, e tutto era addobbato di luci colorate. Andarono anche loro nella piazzetta a ridere e a ballare. In un piccolo mercatino di oggetti vari, lui le comprò un foulard rosa -salmone, glielo cinse alla vita e, al suono di una fisarmonica, danzò con lei, tenendola stretta s’è con passione.
Così era quel suono esistente ? Mio Dio, la sveglia, la sveglia! Aveva dormito profondamente e, quel mattino, aveva tante cose da fare prima di andare al lavoro. Che sogno stupendo aveva fatto! La realtà purtroppo era tanto diversa! Che non aveva l’uomo meraviglioso il sogno? Mah, non ricordava…. Si vesti velocemente, prese la borsa, il foulard rosa-salmone e si avviò velocemente l’uscita.