La civiltà estense prima a Ferrara e poi (dal 1598) a Modena , è stata una delle più importanti dall’Umanesimo-Rinascimento fino all’Unità d’Italia. E’ stata perpetuata e immortalata in dipinti, sculture e in opere letterarie come “L’Orlando Innamorato” di Matteo Maria Boiardo conte di Scandiano e come “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. Opere nelle quali si cantano “amori, follie, audaci imprese” . Nel 2016 ricorrono i 500 anni della pubblicazione del capolavoro dell’Ariosto, “ultimo tra i poemi cavallereschi, primo tra i romanzi moderni”. Per celebrare questi 500 anni dell’ “Orlando Furioso” , mentre Ferrara ospita, a “Palazzo dei Diamanti”, una grandiosa mostra intitolata “Orlando furioso. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi”, la “Rocca di Vignola” e il “Palazzo dei Contrari” , fino al 30 ottobre 2016, ospitano una altrettanto grandiosa mostra intitolata “Cavalieri, viandanti e chimere” , mostra che presenta una ventina di grandi sculture in rame degli artisti Sara Bolzani e Nicola Zamboni. L’idea e la realizzazione della mostra sono di Achille Lodovisi, responsabile del “Centro Documentazione della FondazionediVignola”
Cinquecento anni fa vedeva la luce l’Orlando Furioso, il capolavoro poetico di Ludovico Ariosto. A Vignola, dal 3 al 30 ottobre, il quinto centenario dalla pubblicazione di questa pietra miliare della lingua e della letteratura italiana viene ricordato con una mostra dedicata alle sculture di Sara Bolzani e Nicola Zamboni, realizzate in anni di costante impegno creativo con le materie nobili del rame e della terra cotta, guardando all’arte splendida e gentile del Quattrocento italiano, ispirandosi liberamente all’energia vitale e all’empito che pervadono il poema ariostesco. Alcuni, tra gli innumerevoli personaggi del Furioso, trasformati in grandi statue in pose e situazioni che richiamano la varietà e la dinamicità spazio temporale degli intrecci narrati dall’arte poetica di Ariosto, hanno preso e prendono posto nella cornice a loro più consona: il cortile e i locali quattrocenteschi della Rocchetta, nella Rocca di Vignola, il loggiato ed il seminterrato del cinquecentesco Palazzo Contrari Boncompagni (detto Palazzo Barozzi)ed ,anche, nella scenografica Piazza dei Contrari.
Astolfo in sella al cavallo alato, di ritorno dal viaggio nella valle lunare delle cose perdute con l’ampolla in cui è racchiuso il senno del paladino Orlando, impazzito per amore, Bradamante, intrepida guerriera, Rodomonte, orgoglioso re saraceno, Marfisa, combattente bella e generosa, la perfida e possente maga Alcina e il poeta stesso, con la sua saggia ispirazione. Tutti sono presenti, insieme ad altri protagonisti del racconto perenne ariostesco, tra le antiche mura, che li osservano come ospiti conosciuti. Si trattengono , come in una lieta sosta nel loro avventuroso viaggiare, per niente sorpresi o smarriti, liberi dalle gabbie del tempo e dello spazio, protagonisti di storie che si scompongono e ricompongono intrecciandosi. Vicende che le sculture richiamano, affidandole alla magica luminosità del rame, mentre il percorso di visita le illustra e le sublima, proponendo i relativi passi del poema.
Il 24 e 25 settembre, in occasione della XII edizione del Poesia Festival, alcune delle opere esposte hanno abbandonato i cortili degli antichi edifici e sono state collocate nello scrigno monumentale e raffinato di Piazza dei Contrari. Altre statue, altri personaggi del Furioso, hanno raggiunto quelli già presenti a Vignola. Si è così composta la macchina teatrale che è stata illustrata al pubblico dai suoi facitori, Sara Bolzani e Nicola Zamboni, e ha accompagnato lo spettacolo di David Riondino, dedicato al poema ed al suo autore, intitolato “Pazzi si fa per dire, Ariosto, Orlando e altri innamorati, un viaggio ironico e profondo tra le eleganti ottave del Furioso, per meravigliarsi ancora di quanto sottile sia il confine tra saggezza e follia.
Domenica sera, 25 settembre, infine, le opere di Sara Bolzani e Nicola Zamboni hanno formato una suggestiva cornice alla proiezione dell’Orlando Furioso di Luca Ronconi, riduzione televisivo-cinematografica di un allestimento teatrale che ha segnato un momento importante nella storia del teatro italiano contemporaneo. Le statue ramate hanno incontrato così altri raffinatissimi apparati scenici, dando origine ad un dialogo affascinante tra diverse arti della rappresentazione, intrecciandole come le trame ariostesche. Di queste ultime continueremo a sentire l’inesauribile e sottile malia, come accadde al curato che appiccò il fuoco alla biblioteca del folle Don Chisciotte, dichiarando però di non voler bruciare il Furioso, a condizione che la copia conservata dall’hidalgo fosse l’edizione italiana. Sono trascorsi cinque secoli dalla stampa di quel libro e quattro secoli dalla scomparsa di Miguel de Cervantes, il creatore di Don Chisciotte… a volte le ricorrenze si guardano allo specchio.
Al fine di sostenere i soccorsi ai territori colpiti dal recente sisma, Sara Bolzani e Nicola Zamboni sono disponibili a donare due delle loro opere a coloro che effettueranno un versamento a favore delle popolazioni che hanno subito i danni del terremoto.
L’iniziativa è promossa e realizzata dalla Fondazione di Vignola, con il Patrocinio di Lions Club Vignola Castelli Medioevali e con il contributo di Assiteca.
Per informazioni: www.roccadivignola.it Tel.: 059 77.52.46 – info@roccadivignola.it
lla manifestazione “Degusta. Autunno a Vignola” organizzato da “Vignola Grandi Idee” –associazione dei negozianti della città di Jacopo Barozzi- , le opere dei due scultori Sara Bolzoni e Nicola Zamboni, dialogano per le vie di Vignola con i protagonisti del “Buskers Festival” , appuntamento annuale a base di musica, prodotti tipici e “Traditional Street Food”. Da sottolineare anche che , la mostra “Cavalieri, viandanti e chimere” si è ulteriormente arricchita con altre sei statue , che dal week end scorso, (in occasione degli eventi per il “Poesia Festival” e per lo spettacolo di Davide Riondino dedicato all’Orlando Furioso”, appunto) . Di queste sei statue, due sono ancora presenti in Piazza dei Contrari (le altre sono all’interno della Rocca di Vignola) e fanno da sfondo ai numerosissimi scatti fotografici e per i selfie con cui i visitatori si autocelebrano , rinverdendo i ricordi e i tempi del nostro Rinascimento.