“Ordine del Giorno sull’Autonomia Differenziata (AD) ex art. 116, c.3, della Costituzione”

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premesso che

  • da parte delle Regioni Lombardia Veneto ed Emilia Romagna è stata richiesta nelle pre- intese del 2019 la devoluzione ex art. 116, c.3, Cost. rispettivamente di 20, 23 e 16 materie tra quelle indicate nell’art. 117 Cost. tutte di interesse anche nazionale;
  • è vero che l’art.116 ,c.3, Cost. ammette il trasferimento a singole regioni che lo richiedano di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie indicate nell’art.117 Cost…” ma è altresì vero che la richiesta , estrema e non conforme ad una lettura corretta dell’art.116 Cost., di devolvere alle Regioni tutte o quasi tutte le materie indicate stravolge in modo inammissibile lo stesso art.117 Cost. e vìola i principi degli artt. 5 e 119 Cost.;
  • nel mese di novembre 2022 è stato presentato dal ministro Calderoli un disegno di legge sull’attuazione dell’AD che presenta/va i seguenti caratteri:
    • a) al parlamento è riservato un ruolo solo notarile senza possibilità di intervenire nel processo di formazione delle intese. Ciò dato che la commissione bicamerale per le questioni regionali esprime un parere non vincolante e solo eventuale, mentre l’aula è chiamata a una “mera approvazione”, non potendo entrare nel merito dell’intesa;
    • b) vengono sottratte alla Stato le competenze legislative e le relative funzioni amministrative per le materie richieste nelle pre-intese del 2019 . Viene tolta potestà legislativa allo Stato persino sulla legislazione che disciplina i principi generali regolanti le singole materie, così alterando in modo inammissibile l’intero impianto dell’art. 117 Cost. Norma quest’ultima che prevede o materie di esclusiva competenza statale o materie di competenza concorrente tra Stato e Regione ma non certo materie di esclusiva competenza regionale!;
    • c) le intese sarebbero modificabili solamente se la Regione fosse d’accordo. In caso contrario diventerebbero immodificabili;
    • d) le intese tra Regioni e Stato sarebbero approvate anche senza la preventiva definizione legislativa di LEP, costi e fabbisogni standard, perequazione strutturale ;
    • e) il finanziamento dell’AD avverrebbe all’inizio utilizzando il criterio della spesa storica (la stessa che perpetua le attuali diseguaglianze tra territori), nell’ambito di un regime transitorio che non si sa come e quando avrà fine;
    • f) con la clausola di invarianza per la finanza pubblica (art. 7 DDL Calderoli) se una regione avrà più risorse per le maggiori funzioni assunte, appare certo che altre Regioni ne avranno di meno;
    • g) risultano devolvibili anche materie di primario rilievo nazionale – scuola, sanità, infrastrutture strategiche, ambiente, lavoro, beni culturali, norme generali sull’istruzione, produzione e distribuzione nazionale dell’energia, e molto altro;
  • se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita a morte l’unità giuridica ed economica della Repubblica (artt.2, 3 e 5 Cost.) con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell’uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali;
  • Nessuna delle tre Regioni richiedenti ha mai spiegato, né tantomeno dimostrato, la fondatezza delle ragioni per le quali sarebbe utile e giusto trasferire quelle materie alla competenza regionale;
  • esiste una relazione e interdipendenza tra tutte le Regioni e i territori italiani tali per cui il sistema paese cresce o arretra assieme;
  • il riordino istituzionale di cui ha bisogno il paese non riguarda soprattutto le Regioni quanto invece il rafforzamento delle autonomie locali;
  • molte Regioni e moltissimi Sindaci, tra cui quelli di Bari, Napoli e Bologna, hanno manifestato contrarietà alle richieste ex art.116 Cost. da parte delle tre Regioni

richiamate le alte parole pronunciate il 23 novembre scorso in sede di Assemblea ANCI a Bergamo dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ed in particolare laddove

  • invita a “rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio “particulare”. Non si farebbe neppure il bene della propria comunità immaginarlo contrapposto a quello delle comunità vicine o, addirittura, a quello della più ampia comunità nazionale
  • sottolinea il ruolo dei Comuni “I Comuni sono la Repubblica, come recita l’art.114 della nostra Costituzione. I quasi novemila Comuni italiani si dedicano, con dignità identica e con impegno, alla responsabilità di sostenere le nostre comunità, offrendo servizi di carattere universale. La Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere posti tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini”
  • dichiara che “Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali”
  • ricorda che “La Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere posti tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini”

tutto ciò premesso e richiamato,  il Consiglio Comunale di Modena

chiede al Governo che

  1. qualunque futuro disegno di legge attuativo dell’autonomia differenziata ex art. 116, comma, 3, Cost., sia inviato alle Camere come DDL ordinario, al fine di permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel paese su scelte che determineranno importanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali. Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali e soprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione di merito delle eventuali intese;
  2. vengano obbligatoriamente definiti – prima di eventuali intese con singole regioni – LEP , costi fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni  sulla base del principio di uguaglianza. Vietando in particolare regimi transitori governati da fantomatiche “commissioni paritetiche” prive di qualsiasi legittimazione politica;
  3. ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell’Italia;
  4. il processo di eventuale devoluzione di cui all’art.116 , c.3. Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà nell’esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali;
  5. il riconoscimento di ulteriori e particolari forme di autonomia ex art.116 ,c.3, Cost. trovi fondamento in specifiche e dimostrate esigenze della Regione richiedente, compatibili con l’unità della Repubblica e col principio di uguaglianza. Caratteri che non risultano presenti nelle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna;

chiede al Parlamento che

  1. sia portato rapidamente alla discussione in Senato il DDL di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 Cost., lanciato dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, non appena completata la raccolta firme nell’aprile 2023

chiede alla Assemblea Legislativa ed alla Giunta della Regione Emilia-Romagna di ritirare la sua richiesta di Autonomia regionale differenziata avanzata nel 2018 ed oggetto di pre-intesa nel 2019 poiché in  evidente contraddizione con l’attuale dibattito politico e viste le  incongruenze sopra richiamate del DDL Calderoli, che all’Art. 11 (Disposizioni transitorie e finali) comma 1. testualmente recita: <<Le disposizioni della presente legge si applicano, in relazione ai rispettivi livelli di avanzamento formalizzato, anche agli atti di iniziativa delle Regioni presentati al Governo e concordati con il medesimo prima della data di entrata in vigore della presente legge>>.

impegna l’Amministrazione Comunale

  1. a dare informazione e pubblicità, sui propri strumenti di comunicazione, siti, profili social o giornali cartacei, alle proprie e ai propri cittadini, della possibilità di firmare, virtualmente1 o fisicamente, il Disegno di Legge Costituzionale di Iniziativa Popolare volto alla modifica degli artt. 116 e 117 della Costituzione (allegato e parte integrante del presente Ordine del Giorno)2.

I Consiglieri firmatari

Camilla Scarpa

Vincenzo Walter Stella

Federico Trianni

Si prega di inviare il presente Ordine del Giorno:

  • alla Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni
  • al Ministro per gli affari regionali e le autonomie Sen. Roberto Calderoli
  • all’Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
  • all’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati
  • all’Ufficio di Presidenza del Senato della Repubblica
  1. 1       http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/

2 http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/wp-content/uploads/2022/11/proposta-di-legge-cost-con- firme.pd

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