C’è, come al solito, una sorta di agitazione-confusione e, mettiamoci pure un nugolo di polverone, ogni qualvolta questo Paese viene chiamato dal proprio ordinamento politico a fare decidere dal popolo nell’urna, se SI o se NO, cioè, se cambiare, andare avanti, trasformare, oppure essere statici, non fare nulla.
E’ altresì prova provata che agli italiani la parola cambiare trasmette molte perplessità e quindi, chiamati a votare un Referendum, in bocca a chi, svogliatamente, scettico o con indifferenza si è, comunque recato a votare, mosso da un civico scrupolo di coscienza e dovere costituzionale, per decidere se affermare o negare, continuerebbe a nutrire sempre grandi incertezze, soprattutto perchè, a renderlo difficile, poco chiaro o addirittura incomprensibile, volutamente però, da parte di chi lo propone vuole che sia così, anche per “”machiavellici”” o torvi scopi politici.
Chiarezza e semplicità non fanno parte, purtroppo, di un dominio pubblico italiano che dovrebbe esserne portatore poichè tali principi caratterizzano una specifica società, in quanto rappresentativi di un sistema politico e poi sociale. Riferiti, appunto, allo Stato italiano, rappresentano invece, non per l’accezione universale che questi termini dovrebbero avere, esattamente l’opposto, per cui, nel complesso ed articolato modo di pensare di questo popolo i suoi stessi cittadini, puntualmente, si trovano nel dilemma di dovere “”sofffrire””, ogni qualvolta sono chiamati a questo tipo di incombenza. Se poi, come più volte accaduto, fanno anche sapere con una semplice crocetta sul NO che non intendono avviare nessun cambiamento, altrettanto, sempre puntualmente, ricade su di loro la colpa grave che non avrebbero capito il significato e l’importanza di un appuntamento del genere. Quindi, al popolo, non indugio a dirlo, ancora considerato “”bue”” dalla sua stessa classe politica, o gli si rifilano contorti ed astrusi quesiti, per cui palesemente difficili per ingiustificabile mancanza di tempo a volere rendere i proponimenti semplici, oppure chissà che una buona volta per tutte, sempre da parte di chi si pone nei confronti dei cittadini come assicuratore e rinnovatore, teso ad un futuro migliore, possa essere capace di rendere quanto più possibile comprensibile a tutti il significato di un referendum, in questo caso, come prossimo appuntamento.