
Ogni giorno, in Italia, sono molte migliaia, anzi centinaia di migliaia (3,2 milioni i dipendenti pubblici) i lavoratori al nostro servizio, che operano con impegno, dedizione, andando oltre il loro semplice dovere perché interpretano il loro ruolo come servizio. Sono nella sanità, nella scuola, negli enti locali, nelle forze dell’ordine, in tanti uffici statali, soprattutto se periferici e a contatto con il pubblico
Il 2 giugno abbiamo festeggiato la Repubblica Italiana, nel 77° anniversario del referendum che mise fine alla monarchia e nel 75° anniversario della Costituzione.
Italia ed il mio pensiero venerdì scorso è andato in particolare ai tanti fedeli servitori dello stato (dipendenti delle pubbliche amministrazioni e politici) che mettono il massimo impegno e onestà nello svolgimento della loro attività.
È merito loro se la Repubblica continua il suo cammino, seppure fra mille contraddizioni. Attorno a loro c’è per nostra fortuna un mondo altrettanto grande di volontari e di professionisti che svolgono un servizio non meno importante in aziende e associazioni di pubblico interesse; ma questi possono operare ed agire con efficacia soltanto se la pubblica amministrazione e le istituzioni svolgono il loro ruolo.
Siamo prontissimi, giustamente, a criticare quando sbagliano, quando svolgono il loro lavoro con superficialità, attenti più a non complicarsi la vita che a risolvere problemi, o quando ci sentiamo maltrattati per atteggiamenti, pignolerie assurde, incapacità di usare quel minimo di discrezionalità che risolverebbe molti piccoli ostacoli. O quando capisci che certe regole nascono non per necessità ma per comodità dei dipendenti.
Aggiungiamo che troppo spesso la politica fa lo sgambetto alla struttura tecnica con leggi assurde, frettolose, incomplete, pensate senza consultare chi dovrà metterle in pratica e tante volte la struttura tecnica si pone come freno verso la politica.
Però, ogni giorno, in Italia, sono molte migliaia, anzi centinaia di migliaia (3,2 milioni i dipendenti pubblici) i lavoratori al nostro servizio, che operano con impegno, dedizione, andando oltre il loro semplice dovere perché interpretano il loro ruolo come servizio. Sono nella sanità, nella scuola, negli enti locali, nelle forze dell’ordine, in tanti uffici statali, soprattutto se periferici e a contatto con il pubblico.
Dopo un anno passato a criticarli, possiamo dedicare un giorno per ringraziarli.
Una risposta
Viva la Repubblica
Questa mattina non sono del tutto d’accordo con te.
Premetto che , dopo una brevissima esperienza libero professionale, per oltre 42 anni sono stato al servizio di amministrazioni pubbliche quale segretario comunale prima e quale segretario generale dopo.
Ho svolto il mio mestiere in una decina di enti per lo più del profondo Sud e poi nel Nord ed ho operato episodicamente anche al servizio di un’altra ventina di enti ( convenzioni, scavalco, supplenza, gestione commissariale straordinaria eccet .).
Avendo avuto contatti diretti con moltissimi apparati burocratici e tanti politici nella veste di amministratori pubblici non me la sento di generalizzare in un senso o nell’altro.
Non è vero che tutti , sia politici che burocrati, abbiano sempre messo il massimo impegno, onestà e spirito di servizio nello svolgimento della propria attività.
A livello politico ho avuto a che fare con autentici signori ma anche con gaglioffi.
Anche nel profondo Sud c’erano tra gli amministratori pubblici brave persone , che non erano politici di spessore ed avevano spesso scarsa cultura , ma erano onestissimi al punto tale da rinunciare anche alla indennità di carica.
Ma accanto a questi ci sono stati anche personaggi da prendere con le pinze al punto tale che era duro imporre loro la legalità.
Per quanto si riferisce poi agli apparati burocratici il discorso è molto più complesso.Ho trovato dipendenti che facevano il loro lavoro al meglio , mettendocela tutta, ed altri che non amavano lavorare e che spesso utilizzavano la posizione professionale per rendiconti personali.
Ovviamente mi guarderò bene dal fare i nomi degli Enti in cui ho riscontrato queste anomalie comportamentali.
Per questo posso dire che non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Per quanto attiene alla classe politica devo dire che non posso assolverla in massa perché è stata capace in 75 anni di repubblica di spendere sempre oltre ogni limite , appesantendo sempre più il bilancio statale fino a portare il debito pubblico a sfiorare i 2800 miliardi di euro , che costituiscono una palla di piombo al piede dell’azienda Italia.
Per quanto attiene agli apparati burocratici devo dire che accanto a tanta brava gente, che si guadagna lo stipendio lavorando coscienziosamente , c’è gente che non ama lavorare e che costituisce un peso per il funzionamento della macchina pubblica.
Ricordo, per inciso, che la Corte dei Conti della UE qualche mese fa ancora una volta ha valutato negativamente la capacità di spesa dei fondi comunitari da parte dell’Italia collocando la nostra nazione al penultimo posto tra i partner europei.
La maggior parte dei nullafacenti è figlia del nepotismo che è il malvezzo dei politici , soprattutto dei piccoli comuni, di assumere negli enti dipendenti selezionati non per meriti ma solo per prossimità familiare, amicale o politica.
Oggi è comunque giusto festeggiare la repubblica perché l’alternativa sarebbe stata una monarchia liberticida, capace di firmare leggi razziali, di dare spazio al fascismo e di trascinarci in una guerra assurda , che ci è costata nel secolo scorso milioni di morti, distruzioni ed una cattiva fama nel mondo.
Non me la sento però di ringraziare tutti ma solo quelli, tra politici e burocrati, che si mettono al servizio delle istituzioni e della gente con impegno , professionalità ed onestà.
In conclusione assolvo senza alcuna riserva il volontariato che svolge una preziosissima funzione di affiancamento e spesso di supplenza delle istituzioni pubbliche.