La citazione: – Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla – non è mia, ma di Edmund Burke, filosofo e scrittore vissuto nel Settecento. Prendendo spunto, da questa frase e conoscendo la storia, io, non mi fido della sinistra catto comunista nostrana. Fatta questa doverosa premessa, parliamo del titolo partendo da una dichiarazione di alcune settimane fa, di Nicola Fratoianni esponente di Sinistra italiana. Il politico rassicurava che nelle restrizioni anti covid non c’era nessuna intenzione punitiva nei confronti di alcuni settori economici, che si sa, non votano i trinaricciuti. A pensare male si fa peccato, però…. Veniamo a Modena: avevo scritto che quest’accelerazione nel creare nuove piste ciclabili (per altro inutilizzate) unitamente alla chiusura temporanea del parcheggio dell’ex Atcm, per una riqualificazione che terminerà nel 2023, poteva nascondere un trappolone gigante. Un progetto grandioso, bello, ma… dove sta l’inghippo? Che è sbagliato il tempo, perché penalizza il centro storico e le sue attività che hanno sofferto maggiormente nei mesi passati le chiusure. Ora, non ci vuole un genio per capire che non è conveniente per chi vuole andare in centro, in un ristorante che ancora resiste, farsi una sgambata di sera per vie traverse buie e deserte. Poi, che ci sia la volontà di affossare l’ex salotto buono della città sia una fantasia malevola, lascio al lettore giudicare. Io, mi limito a registrare che un bottega di frutta e verdura (dove ci sono più bottiglie di vini e liquori di un’enoteca veneta) accanto all’ultima salumeria storica della città, sia un po’ tirata per i capelli. Per carità, nessuna forma di razzismo, ben vengano nuove imprese che portino ossigeno alle casse comunali, oltre a quelle nazionali. Tuttavia, mi sorge spontanea una domanda. Quante attività hanno chiuso a causa degli affitti astronomici chiesti nel salotto buono? Inoltre, cosa succede nella parte Ovest di via Emilia? Io un’idea me la sono fatta, ma l’opposizione, se l’è fatta? Non credo. A Modena, i tre partiti di centro destra seguono la propria strada, in attesa della nuova legge elettorale, facendosi i fatti propri. Forza Italia si prepara al dopo Berlusconi, aggrappata a poco più del 7,4 % con tanti onorevoli e senatori che cercano nuovi approdi. La Lega, dopo la pessima figura del candidato sindaco, è sparita dai radar. Più complessa, la situazione di FdI. Giorgia Meloni, grazie al suo intuito politico e alla decisione di non entrare nel governo di “salvezza nazionale” ha conseguito, secondo i sondaggi, un ottimo risultato. Dal 4,35% delle politiche e dal 6,46% delle europee, oggi si attesta al 18,5%. Si tratta di ex elettori di Forza Italia delusi dal partito padre e padrone, con Salvini che paga pegno. Quest’onda lunga, però, ha pregi ma anche difetti. Da voci di corridoio, il successo raccolto da Giorgia Meloni fa accorrere persone sul carro del vincitore e porta a riposarsi sugli allori nazionali i dirigenti locali. In effetti, un’analisi del voto ha evidenziato che a Modena alle comunali nel 2019 il movimento di Giorgia ha rastrellato un 3,9%, alle europee in città il 4.6%, in provincia il 4,31, mentre alle regionali del 2020 in città ha raggiunto un 8% e in provincia si ferma al 7,75% dato peggiore sulla media totale. Peggio, ha fatto solo Reggio Emilia. A ogni buon conto chi c’era prima e oggi, non è tanto d’accordo a fare entrare tutti…. Ma c’è anche chi non è sulla stessa linea e afferma che non si può paragonare il passato elettorale con il presente e dichiara che il partito sta aprendo i banchetti a tutti. Presto, con i nomi inseriti nelle liste, vedremo chi ha vinto.