
tre scimmiette sagge è stato assolutamente travisato, diventando beffardo e ironico modo di dire. Attenendoci al suo vero significato, nonostante le delusioni ricevute dalla politica, accogliamo
con fiducia la possibilità di votare. Segno, quantomeno, che la democrazia, imperfetta quanto si
vuole, è ancora il nostro ordinamento.
È davvero un peccato che il concetto espresso dalle ben note tre scimmiette sagge sia stato così assurdamente travisato, modificandone e distorcendone il significato. Da massima di bellezza spirituale, di buon vivere, di pensiero positivo… è adottato sommariamente da chi pensa di farne un beffardo simbolo ammiccante, di voluta indifferenza verso situazioni pruriginose, verso faccenduole poco lecite oppure verso comportamenti illegali o comunque riprovevoli. Decisamente viene usato in modo improprio, scusabile se viene fatto per consuetudine, imperdonabile, invece, quando è usato da chi viaggia a frasi fatte e si esprime prendendo a prestito parole altrui, massime e aforismi dei quali neppure conosce il significato… pensando anche di fare un figurone.
Le tre scimmiette sagge, originariamente denominate Non parlare del male (Iwazaru), Non vedere il male (Mizaru), Non sentire il male (Kikazaru), con il loro silenzioso messaggio esortano quindi a una visione positiva e serena dell’esistenza, facendo tesoro quindi della prudenza nel parlare, della benevolenza nei giudizi, e nella disponibilità nel far entrare nel proprio mondo interiore solo il bene. Difficile da mettere in pratica, certo, efficace, tuttavia, in ogni aspetto dell’esistenza, anche quello, importante per alcuni, trascurabile, ahimé, per altri, che è quello riguardante la partecipazione al voto.
Se dovessimo basarci sull’attentibilità, sulla correttezza, sulla civiltà, sull’attendibilità,sulla opportunità dei messaggi con i quali quotidianamente ci bombardano, saremmo finiti. Se si andasse a votare per far contenuto tizio o caio, non saremmo dei cittadini accorti ma dei servi… Sirene ingannatrici, onestamente presenti in ogni schieramento, in ogni partito, ci invitano al voto… non per darci una lezione di civismo ma per fare il proprio interesse… lo capirebbe anche un infante.
Si va a votare per noi stessi.
Esprimendo un parere personale che non vuole essere un giudizio, su chi fa diversamente, ritengo irrinunciabile per qualsiasi cittadino elettore l’esercizio del diritto -dovere del voto. Dovremmo, come le tre scimmiette, guardare positivamente, cercando di dimenticare le delusioni e le amarezze che la politica sicuramente ha dato a ciascuno di noi, giovane e meno giovane, comunque la si pensi , guardando con fiducia verso qualsiasi chiamata alle urne, segno, quantomeno, che la democrazia, imperfetta quanto si vuole, è pur sempre il nostro ordinamento e abbiamo la possibilità come cittadini di scegliere da chi essere guidati, esprimendo il nostro giudizio, cercando , quanto più possibile, di mandare a sedere su quegli scranni, le persone migliori o quelle, più ragionevolmente, che ci appaiono il male minore.
Se votare non serve a nulla, non votare serve ancora meno. Anzi, serve a consegnare le chiavi della propria casa, il proprio futuro… a gente che nemmeno abbiamo scelto.
Se nemmeno quando possiamo esprime la nostra voce lo facciamo, non abbiamo il diritto di recriminare, su nulla.
Una risposta
Votare necesse est
La mia personale opinione è che in Italia da quasi mezzo secolo la maniera di fare politica è peggiorata sempre più.
Una lunga inarrestabile deriva di una classe politica, prima composta da malaffaristi privi di scrupoli ed ora da inesperti, incompetenti ed incolti della peggiore specie , che stanno facendo da qualche anno più danni dei politici di professione della prima e della seconda repubblica.
Ho ascoltato per curiosità alcuni messaggi autogestiti a pagamento che vengono sparati a getto continuo dalla TV di Stato e dalle TV private.
Volti noti o meno noti o perfetti sconosciuti sono tutti di uno squallore unico: in buona sostanza promesse, promesse ed ancora promesse senza che nessuno si premuri di indicare la copertura economica degli obiettivi inclusi nel proprio programma politico .
Per questo ieri in un mio post mi sono espresso in questi termini .
“E’ da un po’ di tempo, forse sin dalla caduta del governo Draghi, che sto seriamente pensando di non andare a votare perché francamente non saprei a chi dare il mio voto.
Sarebbe la prima volta, alla mia pur veneranda età.E pensare che ho sempre votato, persino nelle tornate referendarie più assurde , data l’obiettiva incomprensibilità dei quesiti e la consapevolezza che non si sarebbe raggiunto il quorum.
Alla base di tutto vi è una sfiducia non nel voto in sé , perché rappresenta comunque il momento clou della democrazia, ma negli elettori che in grande maggioranza o nella quasi totalità, esprimono un voto non pensando all’interesse pubblico generale ma solo a quello personale, familiare o di bottega.
Andando per esclusione :
non potrei votare per il M5S , orbato da Di Maio, che ha pensato bene ( pensata originalissima la sua ) di costituire un nuovo movimento definito non a caso ” Insieme per il futuro ( suo ! ) ” per bypassare il taglione grillino dell’incandidabilità dopo due mandati parlamentari, ed oggi rappresentato da Conte, l’avvocato del popolo, divenuto premier a cose fatte quando Di Maio e Salvini avevano già scritto il contratto e formata la squadra di governo, calpestando il buon senso ed il dettato costituzionale. V’è da dire anche che è stato responsabile della più robusta spallata al governo Draghi nel momento più sbagliato di sempre ( crisi economica, crisi sanitaria, crisi energetica, svalutazione galoppante ed impetuosi venti di guerra ). Non voterei inoltre per il movimento perché perpetuamente indaffarato ( pur avendo perduto Giggino sorriso Durban’s ) a cercare forni nei quali cuocere porcate come il demenziale Reddito di Cittadinanza.
Non potrei votare per Berlusconi,spregiudicato ed ex libertino sempre più incartapecorito, per Salvini, gaudente ma sempre più in crisi mistica, per la Meloni, forse più coerente dei primi due ma che non nasconde le sue inquietanti origini e propensioni.
Non potrei votare per Letta che ha le phisique du role del perdente nato , che rappresenta una sinistra che non gli appartiene perché il suo passato dice ben altro ( ex democratico cristiano , poi passato alla Margherita ) .
Non starei sereno neanche votando Renzi e Calenda i quali una ne dicono e cento ne pensano ( rectius: ne tramano ) .
E non hanno capito ancora che i problemi della sinistra non si risolvono con le scissioni ed i nuovi partitini perché è l’unione che fa forza, non la frammentazione permanente .
Ma so che andrò comunque a votare , pur sapendo che il mio voto è solo una goccia nell’oceano , ma solo perché non vorrei lasciare il futuro di figli e nipoti nelle mani sbagliate.
E come sempre voterò per il meno peggio , nella speranza di non sbagliarmi.
Personalmente riavvolgerei il nastro tenendomi Draghi premier sino alla fine della legislatura, anche se non mi è piaciuto nelle ultime battute per il suo totale appiattimento sugli USA e sulla Nato in occasione della guerra tra russi ed ucraini.
Appiattimento che ci è costata l’inclusione tra le nazioni ostili da parte di Putin e la conseguente la crisi energetica a causa della riduzione drastica del gas russo ed una svalutazione a doppia cifra come quella degli anni ottanta, che sta mettendo sulle ginocchia famiglie ed imprese..