E’ partita la gara di solidarietà per accogliere e offrire affetto al bambino rifiutato dai genitori perché autistico. Non riesco ad avere pensierini che vadano oltre il pugno allo stomaco quando ho letto la notizia, oppure oltre la preoccupante similitudine con gli animali abbandonati in autostrada, nel nostro mondo a rovescio dove qualcuno (più di qualcuno?) vuole la loro compagnia come succedaneo meno impegnativo di una persona umana, una forma di amore se quando voglio, ma senza conseguenze.
Non riesco ad avere pensierini perché mi hanno raccontato di ragazzi, in zone vicino a noi, rifiutati dalle famiglie e costretti a vivere in strada perché incorreggibili delinquenti in erba.
Non riesco ad avere pensierini perché mi viene in mente la tv, capace di ridurre il matrimonio e l’esperienza di coppia a un reality e a un salto al buio; mi viene in mente anche che i genitori dei ragazzi abbandonati sono stati figli. Che figli? di che genitori?
Non riesco ad avere pensierini quando mi torna in mente l’altra notizia che riguarda un’altra notizia, letta ieri: “Hanno concluso i loro tre anni di servizi socialmente utili ma è evidente che a loro non sono stati utili per nulla. Quattro ragazzi di Ciriè, condannati per gravi atti di bullismo nei confronti di un loro compagno, hanno concluso la loro pena e per festeggiare hanno pubblicato un video in cui insultano tribunale e polizia. ‘Siamo liberi, fanc*lo sbirri’, si sente nel video girato appena fuori dal tribunale dei minori. Ora i quattro sono di nuovo sotto indagine da parte dei carabinieri”.
Sono senza pensierini perché non voglio avere pensierini di rabbia, di odio, ma non riesco ad avere pensierini positivi e mi sembra che il mondo sia a rovescio, ma poi ritorno alla prima frase: “E’ partita la gara di solidarietà per accogliere e offrire affetto”.
Ecco, ci sono realtà di speranza e mi attacco a quest’unico pensierino, in una mattina in cui il caldo mi sembra più afoso, forse perché senza pensierini.