
Già da qualche anno anche le fiabe e le favole sono nel mirino della schiera, sempre più numerosa, di coloro i quali, in nome del politically correct, passano al vaglio fine ogni vicenda, ogni personaggio, ogni parte della narrazione. Le streghe disneyane sono censurate, gli zombie con le carni lacere, invece, vanno bene.
Da moltissimi anni, ormai, dalla metà del mese di ottobre, talvolta anche prima, negozi grandi e piccoli e centri commerciali si adornano con i colori e la merceologia di Halloween. Così pure ristoranti, ritrovi, luoghi di aggregazione, si adeguano, esponendo tipici ornamenti della festività, importata dal mondo anglosassone ma solidamente radicata anche da noi.
Non esiste settore, da quello alimentare a quello zoologico, che sfugga a questa regola. Comunque la si pensi sull’argomento, sicuramente, dati i tempi di dura crisi economica, se qualcosa desta l’interesse e si vende, è giusto assecondare, talvolta contribuire a creare, i gusti degli acquirenti.
Che l’aspetto commerciale sia indissolubilmente legato a ogni ricorrenza ed evento, sacro o profano, è decisamente cosa nota, sarebbe da sprovveduti, pertanto, negare l’importanza di questi appuntamenti. Essi, sollecitando gli acquisti, contribuiscono a rimettere pian piano in moto i consumi e aiutano il commercio, dando un po’ d’ossigeno all’economia.
Anche l’intrattenimento, altra voce molto importante, punta molto su questa festività: sono innumerevoli, infatti, gli spettacoli e le serate dedicate. Anche questo è un fatto positivo per gli operatori del settore.
Tutto ciò non può impedire di interrogarsi sull’incoerenza di certi genitori che coinvolgono anche i figlioletti nel tenebroso rituale. Genitori e adulti in generale che festeggiano Halloween anche con i bambini più piccoli, truccandoli e travestendoli da mostri, da fantasmi, da zombie, fino a dotarli di discutibili maschere demoniache etc. etc. … sono poi gli stessi che, per “salvaguardare la loro serenità”, il giorno dopo e seguenti, evitano di portarli a visitare i cimiteri perché non sono luoghi adatti ai bambini.
Questa scelta contraddittoria induce a pensare che magari siano gli adulti a non essere maturi e preparati. Forse perché è più facile travestire sé stessi e i figli da scheletri, da mostri e fantasmi … è più facile impiastricciare visetti innocenti, mettendo in ridicolo la paura della morte … che confrontarsi davvero con essa o insegnare a un bambino la devozione per chi non c’è più.
Ma non importa, anche questo è un segno dei tempi.
Uscendo dalla sfera del comportamento dei singoli, l’incoerenza somma, riguardo a questa ricorrenza è il silenzio da parte dei vari movimenti e correnti di pensiero che riassumo sinteticamente con la definizione seguente, della quale mi assumo la responsabilità “ossessionati fautori del politically correct fino al ridicolo e all’assurdo”, sempre alla ricerca di qualcosa da smantellare, da demolire, da distruggere, da eliminare, da mutilare… Soggetti, sempre più numerosi e agguerriti, sempre più potenti, che da qualche anno hanno preso di mira fiabe e favole e in generale racconti tradizionalmente riservati all’infanzia, passandoli al vaglio fine, col risultato di invadere la letteratura, come ogni altro campo della nostra società, appiattendola e uniformandola, con la pretesa di non offendere nessuno, limitando pesantemente la libertà di pensiero ed espressione, con l’esito, a mio avviso pericoloso, di formare una società monca della diversità di vedute e della capacità dialettica. Con l’uso retroattivo del politicamente corretto, (secondo me una delle cose più inconcepibili e stupide che possano esistere) si censurano persino le fiabe, troppo paurose, si tolgono personaggi, si mutano situazioni… si stravolgono, letteralmente opere famose, modificandole in modo grottesco, incomprensibile oltre che inutile.
Per questi solerti tutori della serenità infantile, sono troppo paurose per i bambini le streghe disneyane, le maschere sataniche, i teschi dalle orbite vuote, gli zombie con le carni lacere… invece, evidentemente vanno bene.
