Nessuna pietà per i mafiosi né per i telespettatori

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Nessuna pietà per noi telespettatori , costretti a guardare servizi senza alcuna notizia
dentro, soltanto perché il corrispondente è sul posto e bisogna sfruttarlo.

La mafia è improvvisamente debordata in tv dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, latitante da trent’anni. Poteva essere l’occasione per riportare sotto i riflettori il cancro della nostra nazione e di tutti i poteri grigi che l’hanno appoggiata e utilizzata.

Invece è bastata un giorno per farla diventare nei tg, con eccezione di alcuni programmi di approfondimento, la solita marmellata: il viagra, il poster del Padrino, la giacca di montone, il primo piano dell’auto di Messina, ovviamente la facciata dei suoi covi, le strade e i cancelli. Sempre più lunghe disamine di particolari (quasi tutti del capitolo: e che ce frega?) e sempre meno analisi sulla mafia, sui trent’anni di improbabile latitanza, sul fatto che Messina probabilmente non è il capo della mafia, ma il collegamento con la politica e lo stato.

Nessuna pietà per noi telespettatori , costretti a guardare servizi senza alcuna notizia dentro soltanto perché il corrispondente è sul posto e bisogna sfruttarlo.

Nel frattempo cercano di passare, spesso sottotraccia, manovre per abolire l’ergastolo ostativo anche per i mafiosi. Oggi, chi è fedele a Cosa Nostra e non si pente, cioè non racconta nomi e fatti, paga con il fine pena mai.

Che nessuno osi toccare o alleggerire questa misura!

Il mafioso ogni giorno della sua vita è consapevole e sceglie di appartenere ad una associazione violenta che ha il suo scopo nel potere, nella sopraffazione, nello sfruttamento, nella paura e nel negare un qualsiasi valore alla vita degli altri.

La mafia lede e uccide ogni giorno la legalità, la democrazia, l’umanità, solo e soltanto per il proprio interesse e potere personale.

Che il mafioso, se non collabora e non si pente, sia isolato totalmente e per sempre dalla comunità! Deve rimanere solo con se stesso e basta!

Sono poco cristiano? Forse, ma perfino il figliol prodigo viene accettato dal padre perché si è pentito e ha riconosciuto i propri errori.

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Una risposta

  1. Il trionfo dell’omertà

    Giorni fa ,sottolineando l’eccessiva enfasi mediatica data alla cattura di Matteo Messina Denaro , affermai che non me la sentivo di ritenerla come una vittoria dello Stato ma al contrario solo la fine di una vergogna nazionale che si è trascinata per oltre 30 anni nel corso dei quali il mafioso stragista si è nascosto a poche centinaia di metri da casa.
    In questo lasso di tempo si è costruito tre bunker super attrezzati nei quali viveva da pascià.Bunker che si è costruito non con le sue mani ma con più ditte ed un esercito di operai, tutti consapevoli dell’identità del committente.
    Inoltre usciva camuffato dal bunker e comodamente andava a prendersi il caffè al bar e ad espletare altre incombenze.
    Ha quindi usufruito di una rete di coperture direi capillare, non solo a livello periferico ma anche a livello centrale.
    Ritengo quindi assolutamente ridicolo ed imbarazzante parlare di una vittoria dello Stato e della giustizia.
    La verità vera è che il mafioso stragista era ormai sfibrato a causa di un tumore al colon e la sua è stata non una cattura ma una resa .
    La cattura di Denaro non è una vittoria dello Stato ma una vergogna nazionale che si è trascinata per oltre 30 anni nel corso dei quali il mafioso stragista si è nascosto a poche centinaia di metri da casa.
    In questo lasso di tempo si è costruito tre bunker super attrezzati nei quali viveva da pascià.
    Ha quindi usufruito di una rete di coperture direi capillare, non solo a livello periferico ma anche a livello centrale.
    Ritengo quindi assolutamente ridicolo ed imbarazzante parlare di una vittoria dello Stato e della giustizia.
    La verità vera è che il mafioso stragista era ormai sfibrato a causa di un tumore al colon e forse si è lasciato arrestare per essere curato.
    Sui piccoli insignificanti particolari ( ritrovamenti di una pistola, di viagra ed altre cose banali ) che riempiono le cronache di tutti i giorni meglio mettere un velo sopra.
    Che non servirebbe a coprire una vergogna nazionale di 30 anni nel corso dei quali l’omertà e la complicità l’hanno fatta da padrone. Voglio solo augurarmi che vengano assicuratri alla giustizia e processati il medico curante, l’amante e tutti coloro con i quali aveva contatti praticamente quotidiani.
    Altrimenti sarebbe l’apoteosi dell’omertà che è lo zoccolo duro su cui si regge la mafia.
    Bisognerebbero vergognarsi tutti, sia quelli che l’hanno coperto per oltre un quarto di secolo, sia quelli che oggi spacciano come vittoria dello Stato la cattura di Denaro che si è forse arreso unicamente per farsi curare.

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