– Servizio fotografico a cura di Corrado CORRADI –
Marco Barina mette in mostra la sua immaginazione al Museo di Pangea, al Labirinto della Masonedall’11 marzo fino al 10 Giugno 2018.
Pangea i progenitori diretti di Africa, Asia, Europa, Oceania e Antartide.
Se inizialmente era un tutt’ uno tangibile ad oggi distanze e separazioni sembrano protagonisti.
Da questo concetto inizia a lavorare l’ingegno di Barina, artista contemporaneo nato a Roma nel 1956.
Il filo conduttore della mostra sono pochi elementi ripetuti: idoli, pali totemici, feticci, maschere, urne cinerarie, tutti scovati al mercato delle pulci di Porta Portese e altre bancarelle o negozi di rigattieri, cercando tra la cianfrusaglie.
Le opere esposte sono circa una settantina.
Metaforicamente sembra essere il processo inverso di Pangea: ricostruire per unire.
L’esposizione al Labirinto della Masone è la conseguenza di una collaborazione tra Franco Maria Ricci e Marco Barina. “Sono felice e orgoglioso di ospitare una mostra il cui titolo, Museo di Pangea, non stona con la mia prima professione di geologo”” ,prosegue Ricci , “”l’ allestimento della mostra di Barina obbedisce a queste suggestioni. La storia di Pangea comporta intermittenze, allontanamenti e avvicinamenti. Spero che molti visitatori, guardando i feticci del mondo parallelo immaginato da Marco Barina, proveranno l’emozione di un riaccostamento a dèi, a culture, ad archetipi che esistevano già nelle soffitte o nelle cantine della loro mente”.
La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.30 alle 19.
Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.labirintodifrancomariaricci.it/