Murano, il vaporetto e un regalo …

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L’isola di Murano, con le sue vetrerie ha affascinato Prissy: è rimasta incantata ad osservare il maestro vetraio mentre esegue le sue opere d’arte. Si è lasciata prendere un po’ la mano nella sala d’esposizione ed ha acquistato un congruo numero di oggetti vari, in parte per l’abitazione, in parte per qualche regalino. Poi Renzo è riuscito a trascinarla fuori ed hanno ripreso il vaporetto che li avrebbe ricondotti in piazza San Marco. Renzo se ne sta seduto al centro, mentre Prissy saltella da un lato all’altro per scattare foto. Uno piccolo stormo di gabbiani segue il vaporetto, sperando forse in qualche avanzo di cibo: un gabbiano, più audace, volteggia sempre più vicino a Prissy, forse incuriosito dai colori del foulard che porta annodato al collo, o, più probabilmente attratto dalla passione animalista di Prissy: gli animali, si sa, sono sensibili, intelligenti e captano le vibrazioni di chi vuole loro bene.

È stato un attimo: uno scarto, le è sopra e, in segno di affetto, le lascia un suo ricordo. È un gabbiano imperiale, più simile ad un tacchino che a Jonathan Livingston, e poiché la Natura è attenta alle proporzioni, anche il “ricordo” è affettuosamente imponente. Stupita Prissy si ferma di colpo e guarda Renzo con un sorriso stereotipato ed un po’ ebete.

Renzo soffoca a mala pena una risata e si affretta verso di lei per aiutarla nell’inevitabile operazione di ripulitura.

Sono trascorsi solo due giorni dalla discussione con Prissy circa il virus aviario.

La discussione verteva da un lato sui colombi, sugli storni e sulla loro presenza incontrollata ed abnorme nei centri urbani e dall’altro sulla necessità di sospendere immediatamente ogni attività venatoria. Renzo era in forte contrasto, anzi, era su posizioni diametralmente opposte a quelle di Prissy:

– Il virus aviario H5N1 di cui tanto si parla, – sosteneva Prissy – interessa soltanto gli animali da allevamento: i polli, le anatre, le oche, i tac-chi-ni. Gli allevamenti intensivi sono causa prima e favoriscono il diffondersi di queste malattie.

– Perché sottolinei con enfasi i tacchini ? Che ti hanno fatto di male?

– Loro nulla, poveretti. Ma chi li alleva dando loro da mangiare mangimi ogm, in condizioni ambientali impossibili, dopo avere inoltre modificato geneticamente la razza per ottenere esemplari da trenta chilogrammi, ha delle responsabilità e-nor-mi. Mi riferisco ai tacchini in modo particolare, in quanto politicamente connessi agli USA ed alla politica imperialista di George W. Bush. L’imperialismo americano si manifesta anche in queste cose. Quando gli arriverà addosso l’influenza vorrà dire che se la saranno cercata.

Poi soggiunge con aria trasognata:

– Moriranno a milioni …

– Non dire sciocchezze, Prissy! Questa fa il paio con la faccenda di Katrina, che, secondo te e quelli della tua congrega, è stata la giusta punizione per la politica dissennata ed imperialista di Bush … I virus non scelgono fra uccelli buoni e cattivi, fra quelli da cortile e quelli selvatici, fra quelli stanziali o migratori. Del resto su questa faccenda si sa molto poco, per non dire quasi nulla, e gli scienziati seri non rilasciano dichiarazioni inutilmente allarmanti: si limitano ad invocare attenzione e prudenza. Gli altri, quelli a te cari, che di metodi scientifici seri non sanno nulla ma sono colorati come stregoni africani, starnazzano come oche e trinciano affermazioni insulse, spacciandole per oro colato.

La risposta di Renzo, seppur basata su una logica sgangherata e grossolana, aveva messo in difficoltà Prissy. Non poteva neanche appellarsi alla mancata firma del protocollo di Kyoto da parte degli USA, che tante volte le era venuto in soccorso in situazioni difficili.

Ma Prissy non si arrende tanto facilmente e, dopo una breve pausa riprende:

– Piuttosto bisognerebbe bloccare subito la caccia. Altro che pensare ai colombi e agli storni.

Renzo ormai non riesce più a governarsi e sente che sta per perdere le staffe:

– Senti Prassede, se vuoi che continuiamo a discutere bisogna che mantieni una parvenza di coerenza logica. Mi spieghi che senso ha fermare l’attiv
ità venatoria, se tu stessa hai appena sostenuto che il virus riguarda solo gli animali allevati, “… allevati in condizioni ambientali impossibili” ?

Qui Renzo, con poca grazia, aveva imitato la voce in falsetto di Prissy. Poi aveva proseguito:

– Invece, per quanto concerne i colombi, gli storni e altri volatili che albergano nella piazze metropolitane, irrorando generosamente auto ed umani che si trovano a passare sotto di loro, sarebbe il caso di pensare che, nel caso in cui anche solo pochi di questi contraessero il virus, la trasmissione della malattia sarebbe esponenziale ed incontrollabile, per i pennuti ed anche per noi. Risulta che a Roma la popolazione degli storni si aggiri intorno ai quattro milioni di esemplari ( http://www.lipu.it/sezione/roma/storni.asp. )

Prissy, seppure in difficoltà, ribatte ancora:

– Non sono ma-i stati trovati casi di infezione in colombi …

– Torno a dirti che non mi risulta che i virus scelgano fra uccelli da cortile e quelli selvatici, fra quelli stanziali o migratori. Il “mai” che hai pronunciato con forza è un po’ avventato: quante indagini sono state fatte specificamente? Quando e da chi? Con quali metodi? E soprattutto, dato che l’epicentro del fenomeno è l’Oriente, e in particolare la Tahilandia: quanti colombi e storni ci sono nelle città tahilandesi, in rapporto alle nostre città come Milano, Roma e Venezia ad esempio?

– A Basilea, – ribatte pronta e raggiante Prissy – a Basilea è stata condotta una ricerca ed è stato dimostrato che i colombi sono refrattari al virus.

– Basilea e la Svizzera sono famose per avere un numero di piccioni elevatissimo, anzi, per avere un rapporto paritetico fra numero di abitanti e di colombi.

Ironizza Renzo, ormai al limite della pazienza. Poi, per chiudere, ricorre all’arma infallibile:

– Faresti bene a rileggere il capitolo della peste dei Promessi Sposi, c’è sempre da imparare e la storia sembra ripetersi …

Prissy, incapace di sopportare l’odiato romanzo, risponde gridando:

– Va’ sulla forca tu e il tuo Manzoni!

Così la discussione si era troncata per l’appunto non più tardi di due giorni prima. Ora il “regalo” del gabbiano rischia di riaprire la diatriba. Il vaporetto è ormai giunto nel frattempo al molo di piazza San Marco, Prissy è ancora un po’ contrariata dall’insolito “regalo”, mentre Renzo è indeciso: gli piacerebbe riprendere la discussione per incutere un po’ di timore a Prissy, ma teme di rovinarsi il resto della giornata. Mentre si avviano verso la basilica di San Marco, un nugolo di piccioni li sfiora. Però a Basilea hanno condotto una ricerca ed hanno stabilito che i colombi sono refrattari al virus. Perché allarmarsi?

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