Il convegno di studi su Antonio Delfini ed Ugo “”Guanda”” Guandalini, nonché la discussione in Consiglio comunale delle linee guida degli Stati generali della cultura, denotano che la cultura stessa a Modena è viva e…vivace. Ciò che necessita è un’ informazione capillare nei concittadini e nei turisti di ciò che Modena può offrire. Quando nel ponte del I Maggio a Firenze gli Uffizi erano chiusi, la nostra città – nel suo piccolo – offriva la mostra di Vermeer, l’ apertura di tutti i musei cittadini con mostre interessanti quali “”Sguardi dal Nord”” e “”Modena – Addis Abeba andata e ritorno””; chi era interessato poteva visitare la Ghirlandina, il Duomo, la Chiesa di Sant’ Agostino ed il palazzo Ducale. Insomma, se un “”turista per caso”” si trovava a Modena, ben difficilmente si sarebbe annoiato, con in più la possibilità di visitare la Fiera di Modena o fare capolino al concorso ippico al Parco Novi Sad. Tutto concentrato nell’ arco di un pugno di giorni: scusate se è poco. Vorrei sapere quante città potevano offrire una così ricca gamma di cultura ed eventi. Insomma, Modena i talenti li ha, e come; deve solo metterli a frutto informando i cittadini – e non solo – delle sue peculiarità che non sono solo la Ferrari o la Maserati, ma anche le sedi dell’ Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, della Fondazione Cassa Risparmio di Modena con le ricchissime biblioteche di cui dispongono. Che dire, poi, dei tesori veri e propri di cui la Chiesa modenese è ricca e che sempre di più si dovrebbero aprire ai cittadini ed ai turisti. Ciò di cui Modena ha bisogno, quindi, è la diffusione – la pubblicità, oserei dire – della ricca cultura di cui gode e delle prestigiose sedi in cui essa è custodita: ci siamo mai chiesti cosa “”farebbero”” città come Parma, Ferrara o Mantova se avessero un gioiello quale il complesso museale dei musei civici, da poco riordinato e completato ? Riflettiamo e diamoci la risposta. Allora, un po’ più di coraggio ed…avanti