Gruppi Consiliari
Partito Democratico, Modena Solidale, Verdi, Sinistra per Modena
PROTOCOLLO GENERALE n° 247708 del 01/10/2020
(P.E.C.)
Modena, 01/10/2020
Al Sindaco,
Gian Carlo Muzzarelli
Al Presidente del Consiglio Comunale
F. Poggi
Ordine del Giorno
OGGETTO: SOSTEGNO ALL’APPROVAZIONE DELLA PROPOSTA DI LEGGE: “”MISURE DI PREVENZIONE E CONTRASTO DELLA DISCRIMINAZIONE E DELLA VIOLENZA PER MOTIVI LEGATI AL SESSO, AL GENERE, ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE E ALL’IDENTITÀ DI GENERE””
Premesso che:
- l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990 ha cancellato l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, definendola per la prima volta “una variante naturale del comportamento umano”. Ciò nonostante, la cultura diffusa ancora oggi spinge a considerare le persone omosessuali e transgender come perverse o malate, rendendole spesso vittime di discriminazioni, scherno, fenomeni di emarginazione, violenze fisiche e psicologiche;
- il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 18 gennaio 2006 avente ad oggetto il fenomeno dell’omofobia, definiva la stessa come “una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transgender (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”, proseguendo poi col considerare che “l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza”;
- pertanto con la medesima risoluzione il Parlamento Europeo rilevava che non tutti gli i Stati membri avevano introdotto nei loro ordinamenti misure atte a tutelare le persone LGBT (come invece richiesto dalle direttive 2000/43/CE e 2000/78/CE) ed invitava gli Stati, che ancora non si fossero dotati di tali misure, a farlo. L’Italia, fino ad oggi, non si è ancora dotata di una legge che punisca l’odio e la violenza animati da omo-lesbo-bi-trans-fobia;
- la Convenzione di Istanbul impegna l’Italia alla criminalizzazione di condotte sessiste violente, ovvero lesive di diritti fondamentali e discriminatorie nel senso precisato dalla Convenzione medesima ed è stata ratificata dal Governo italiano nel 2013. Ciò nonostante, il Rapporto di Valutazione del GREVIO (Gruppo di esperti/e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, del Consiglio d’Europa) del 2019 sull’Italia – che valuta l’attuazione della Convenzione – evidenzia come la causa dell’uguaglianza di genere stia incontrando delle resistenze, anche in ragione della sua attuazione parziale relativa ai requisiti sulle indagini, i procedimenti e le condanne penali delle varie forme di violenza contemplate dalla Convenzione. Seppure l’art. 3 della Costituzione reciti della pari dignità sociale, libertà e uguaglianza tra i cittadini, le donne restano il primo bersaglio dei crimini d’odio. Tuttavia, l’art. 604 ter del Codice penale ad oggi non contempla circostanze aggravanti legate al sesso e al genere;
- la direttiva UE 29/2012 ha incluso l’espressione di genere, di identità di genere e di orientamento sessuale fra le caratteristiche personali che devono avere protezione in ragione della particolare vulnerabilità di chi ne è portatore o portatrice;
Sottolineato che:
- i discorsi d’odio, l’istigazione alla discriminazione e la violenza per ragioni di genere, orientamento sessuale ed identità di genere, sono una vera e propria emergenza nazionale, visto l’elevato numero degli episodi e la crudezza degli stessi;
- accade spesso che le vittime non denuncino anche per paura di essere costrette e rilevare la loro condizione personale ancora oggi oggetto di stigma sociale;
Rilevato che:
- il Comune di Modena ha sempre dimostrato attenzione e sensibilità nei confronti delle campagne e delle battaglie Lgbt+, istituendo uno sportello Lgb-Trans, l’accordo per la gestione di un appartamento rifugio per persone Lgbt+ e promuovendo, in coordinamento con le associazioni, la campagna annuale “siamo tutti uguali/diversi”, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna degli atteggiamenti e dei comportamenti di natura omofobica e transfobica;
- il 24 luglio 2019 è stata approvata in Regione Emilia-Romagna la Legge Regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere;
Considerato che:
- è stato depositato in Commissione Giustizia, presso la Camera dei Deputati, il testo unificato delle proposte C. 107 (Boldrini e altri), C. 569 ( Zan e altri), C. 868 (Scalfarotto e altri), C. 2171 (Perantoni e altri) e C. 2255 (Bartolozzi), tenuto conto delle risultanze delle audizioni che si sono svolte dinanzi alla Commissione Giustizia nelle sedute del 18 febbraio 2020 e del 21, 26 e 27 maggio 2020, nonché dei documenti pervenuti e degli esiti della discussione generale sulle proposte di legge abbinate;
- la proposta di legge ha l’obiettivo di prevenire e contrastare l’insorgere di condotte discriminatorie e violente motivate dal sesso, dal genere, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere nel rispetto degli articoli 2, 3 e 21 della Costituzione. Essa presenta aspetti di innovazione rispetto alle proposte presentate nelle legislature precedenti. Il carattere innovativo è da ravvisarsi, in particolare, in un approccio integrato al fenomeno delle discriminazioni e violenze che tiene conto dell’identità sessuale della persona nelle sue varie componenti (sesso, genere, o
rientamento sessuale e identità di genere) e che non si limita ad un intervento di carattere penale ma che affianca ad esso strategie di prevenzione, contrasto del fenomeno e di sostegno alle persone che subiscono discriminazione e violenza;
- al fine di realizzare l’obiettivo di prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni di discriminazione e violenza misogina e omotransfobica, la proposta di legge realizza un intervento integrato. In particolare, gli articoli 1 e 2 della proposta di legge modificano i testi degli articoli 604 bis e 604 ter del codice penale estendendo la disciplina ivi prevista alle condotte “fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”;
- i punti di principale discussione politica sono: determinare la fattispecie penale e garantire la libertà di espressione. Rispetto al primo punto, la proposta di legge non si concentra sulla natura del reato per “omo-lesbo-bi-trans-fobia”, ma sul soggetto che lo subisce a causa della propria identità sessuale, riconoscendolo giuridicamente come soggetto vulnerabile;
- rispetto al bilanciamento fra tutela della libertà, dignità e sicurezza delle donne e delle persone omosessuali, lesbiche, transgender e bisessuali, da un lato, e tutela della libertà di espressione, dall’altro, la Corte europea dei diritti umani ha chiarito che è dovere del legislatore e delle autorità nazionali di prevedere strumenti efficaci di intervento contro i discorsi d’odio e l’incitamento alla violenza, incluse le sanzioni penali, e che tale intervento non viola la libertà di manifestazione del pensiero ma costituisce una limitazione necessaria in una società aperta e democratica (CEDU, sentt. Beizaras e Levickas c. Lituania del 14/01/2020 e Lilliendahl c. Islanda del 11/06/2020);
- quindi la proposta di legge integra leggi già esistenti (D.L. n. 122/1993) aggiungendo ai motivi razziali, nazionali, etnici e religiosi quelli “fondati sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. In questo modo la libertà di espressione, pensiero e opinione è garantita dalla giurisprudenza che dall’emanazione della Legge Mancino è stata chiamata a esprimersi sull’equilibrio tra i suddetti diritti e la tutela della libertà, dignità e sicurezza delle persone vittime di atti discriminatori e violenze;
- grazie alla proposta di legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-fobia, anche le condotte che istigano all’odio o la violenza di matrice omo-lesbo-bi-trans-fobica o basate su sesso e genere saranno punibili alla stregua delle condotte che si basano sull’odio etnico, razziale e religioso.
Considerato infine che:
questo Ordine del Giorno nasce da un’iniziativa condivisa a livello nazionale da alcuni partner della Rete RE.A.DY, di cui il Comune di Modena fa parte. La rete RE.A.DY (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), che attualmente conta 172 partner, è nata a Torino nell’ambito del Pride nazionale del 2006, quando la Città di Torino, in collaborazione con il Comune di Roma, ha riunito rappresentanti istituzionali di dodici Pubbliche Amministrazioni, tra Regioni ed Enti Locali da tutta Italia, con l’obiettivo di metterli in rete attraverso la condivisione di una Carta di Intenti. La Carta d’Intenti, che tutti i Partner sottoscrivono al momento dell’adesione alla Rete prevede che la medesima si ponga “come soggetto attivo per il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt+ nei confronti del Governo centrale, sulla base delle numerose affermazioni contenute nelle risoluzioni e nei trattati dell’Unione Europea;
Il Consiglio Comunale:
- Esprime solidarietà all’Onorevole Zan per le minacce di morte ricevute perché relatore della omonima legge per il contrasto alle discriminazioni basate sul sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere.
- Sollecita il Parlamento affinché approvi norme volte alla punizione dei reati fondati sull’odio per sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere delle persone, colmando un vuoto giuridico di tutele ormai ingiustificabile;
Impegna la Giunta il Sindaco:
- a trasmettere il presente atto alla Commissione Pari Opportunità, Servizio Civile, Politiche giovanili e sport di ANCI (associazione nazionale Comuni Italiani), a Presidente della Camera dei Deputati e alla Presidente del Senato della Repubblica ed a farsi promotore, in tutte le sedi opportune, dell’adozione di norme volte a promuovere la piena parità delle persone LGBT+, ivi comprese quelle in esame;
- a continuare con campagne comunicative e socio-culturali per contrastare i fenomeni del sessismo, dell’omofobia e della transfobia con iniziative nelle scuole, nella pubblica amministrazione e sui posti di lavoro;
- ad adottare tutte le iniziative, anche mediante il coordinamento con le associazioni e gli organismi di settore, destinate a sensibilizzate l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna di atteggiamenti sessisti, omo-lesbo-bi-trans-fobici.
Federica Venturelli
Vittorio Reggiani
Alberto Cirelli
Mara Bergonzoni
Stefano Manicardi
Irene Guadagnini
Ferdinando Tripi
Ilaria Franchini
Tommaso Fasano
Enza Carriero
Lucia Connola
Katia Parisi
Paola Aime
Camilla Scarpa
Walter Stella
Federico Trianni