Nota dell’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge sulla protesta odierna
A Strasburgo, oggi, protesta dei parlamentari della delegazione Pd per chiedere un impegno concreto degli Stati membri Ue in tema migrazioni. “Bene la procedura di infrazione contro chi non ricolloca – commenta l’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge – servo però una risposta decisa da parte di tutti gli Stati membri. Basta populismi”. I parlamentari della delegazione Pd al Parlamento europeo hanno inscenato stamani nell’aula di Strasburgo una protesta per chiedere un impegno concreto degli Stati Membri Ue per ripartire le responsabilità nella gestione del flusso di migranti che attraversa il Mediterraneo per raggiungere le coste italiane. “Nel panorama istituzionale il soggetto latitante in questa situazione è il Consiglio dell’Unione europea dove siedono gli Stati Membri dell’Ue. Un Consiglio che esita a prendere decisioni vincolanti, che ignora le richieste del Parlamento, che asseconda le voci populiste e che manca di lungimiranza nella gestione di questo fenomeno. Che ricordo essere un fenomeno storico e inarrestabile”, così Cécile Kyenge, europarlamentare modenese del Pd ha commentato l’azione del Consiglio, a margine della protesta. “Accolgo con soddisfazione la procedura di infrazione avviata per quei Paesi che non ricollocano, ma tutto questo non è ancora abbastanza”, sottolinea Kyenge.”La Commissione europea ha presentato ieri una serie di misure per far fronte alle difficoltà che sta attraversando l’Italia. Si tratta però dell’ennesimo tentativo di trovare soluzioni condivisibili in grado di rilanciare il principio di solidarietà tra gli Stati Membri dell’Unione. Un principio, questo, che dobbiamo tutelare, poiché ne va del futuro e della credibilità dell’Unione europea”. “Il fenomeno migratorio –spiega Kyenge – non si contrasta ma si gestisce. E lo si deve fare attraverso strumenti comuni, condivisi ed europei. Penso che sia arrivato il momento di dare risposte concrete. Risposte a chi, come l’Italia, gestisce da sola gli sbarchi e l’accoglienza dei rifugiati, chiede che sia attuato pienamente il piano di ricollocazione dei rifugiati tra tutti gli stati membri. Risposte sul fronte delle riforme, come quella del Regolamento di Dublino, da cui ha origine tutto, in particolare la riforma di quella norma che attribuisce al primo stato di approdo la responsabilità della gestione dei richiedenti asilo”. “Siamo un’Unione di oltre 500 milioni di abitanti – conclude – Iniziamo ad agire come tali. Iniziamo a muoverci come un unico popolo europeo. Solidale. Senza la volontà politica di ogni stato membro di agire come un corpo unico non c’è Unione. Quindi oggi abbiamo chiesto questo al Consiglio. ‘Ogni Stato Membro dell’Unione Europea faccia la sua parte per i rifugiati’. Perché solo insieme potremo dare risposte concrete ai nostri cittadini”. |