Meglio tardi

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Cosa sarebbe il Conte se non ci fosse la politica con i suoi risvolti?Sicuramente un'anima ancora più inquieta! Bice ringrazia per questo i frequentatori dei Palazzi romani e non solo

Prissy, comodamente assisa in poltrona, sfoglia con circospezione il quotidiano di Renzo, approfittando della sua assenza. Anche se sa che il consorte lo acquista solo perché prova nel leggerlo meno disgusto di quanto non gliene procurino gli altri, spera di trovare qualche notizia che le consenta di metterlo in difficoltà.

Superata la prima pagina, quasi interamente occupata dal faccione dell’onorevole Mastella, s’imbatte in terza pagina in una “lettera aperta al Guardasigilli”, con un titolo lievemente sopra le righe.

La curiosità, si sa, è una dote femminile e Prissy legge la “lettera aperta” con una certa avidità: in fondo si tratta di un ministro del governo che le sta a cuore e, anche se non prova particolare simpatia per lui, sa che lo deve difendere. Per dire la verità fino in fondo, non è che capisca molto di ciò che legge, sia perché i suoi ragionamenti viaggiano su un binario unico (e morto), sia perché difetta di capacità critica (e non solo di quella); tuttavia, seppur a fatica, riesce a completare la lettura.

Nel frattempo Renzo rientra e la coglie “”in flagrante”.

        Che stai leggendo di così interessante?  – Le domanda con un po’ di ironia.

        Di interessante su questo fogliaccio ignorante e grossolano c’è poco o nulla. Comunque, se proprio lo vuoi sapere, stavo leggendo una lettera aperta al Guardasigilli. – Risponde lei con un velo di sussiego.

       Ah sì? È notevole? Cosa dice? – Chiede Renzo fingendo di non conoscerne il contenuto.

Prissy, che ragiona poco e a senso unico, ossessionata com’è dall’antiberlusconismo e da tutto ciò che non olezza di sinistro o di verde, non è però proprio del tutto sciocca e, soprattutto, da quarant’anni conosce Renzo: fiuta la trappola e sguscia.

        Non crederai che ti legga la lettera per intero! Se vuoi posso limitarmi a qualche brano.

        Sentiamo. – Le risponde Renzo laconico, curioso di sentire quali paragrafi leggerà.

        … “In qualunque stato di diritto – ma non da noi – il diritto è “diritto del Parlamento”, e non il diritto in­ventato di caso in caso da funzionari di Stato, me­glio retribuiti del Capo dello Stato, in gran parte no­minati per cooptazione (altro che concorsi univer­sitari!, con sequela di figli, nipoti, cugini e moglie e amanti degli stessi…), e pomposamente chiamati “magistrati”, termine che ha non quasi un equiva­lente nelle altre legislazioni!”

         Interessante la definizione di “funzionari dello Stato”. Credo di averla già sentita. Prosegui ancora un po’.

        … “Caro Mastella, hai commesso l’errore di pro­muovere l’azione disciplinare contro De Magistris, non comprendendo che la linea fondamentale del Csm, braccio armato dell’Associazione Nazionale Magistrati, è di punire solo quei magistrati che non obbediscono alla disciplina della lobby” …

        Beh, anche la definizione del CSM non è male. Fai ancora uno sforzo e leggi ancora una volta.

         … “Non hai tenuto conto che solo i pubblici ministeri sono ormai i veri potenti: non per niente a Sassari di un personaggio che si dice essere potente si chie­de: «Ma po’ arristà?». E tu, finto ministro, meglio sa­rebbe dire “intendente” per la Giustizia, non puoi arrestare, mentre De Magistris sì! E non escludo che lo faccia, dato che noi ci siamo disarmati pri­vandoci di immunità previste dai tempi della Ma­gna Charta! Ma quanto siamo stati pavidi e coglio­ni !”

        Però! Certo che Feltri non ha peli sulla lingua. Anche se certi termini un po’ volgarotti potrebbe evitarli … Perché è di Feltri la lettera aperta, vero?

        No. Di Francesco Cossiga.

      Ma guarda! Chi l’avrebbe detto! Beh, c’ha messo un bel po’ di tempo il Presidente emerito, ma alla fine comincia a capire qualcosa. Meglio tardi che mai.

 

 

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