Matrimoni coppie dello stesso sesso

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Le dichiarazioni del vicepremier e ministro dell’interno Angelino Alfano sul divieto di trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero hanno sollevato un vespaio di polemiche.

 

Il Sindaco di Modena fa parte di quelli che, opportunamente, ha scelto la strada della cautela e ha preferito non intervenire.

 

Su questa linea mi trova concorde. Occorre prudenza.

 

Lo richiede l’importanza di un tema che, oltre che attuale, è estremamente delicato, etico, a “intenso gradiente emotivo” e che certamente non può essere liquidato con slogan o risolto a suon di braccio di ferro tra rappresentanti dello Stato.

 

Ma lo richiede anche, e soprattutto, il contesto normativo di riferimento.

 

Attualmente il nostro ordinamento non consente la registrazione di matrimoni fra persone dello stesso sesso.

 

Le norme possono senz’altro essere modificate, ma in Parlamento, con una legge dello Stato, all’esito di un ampio, approfondito e argomentato dibattito. Non a colpi di ordinanze dei sindaci.

 

Ogni intervento che si intenda programmare dovrà infatti fare i conti innanzitutto con l’art. 29 della Costituzione, che “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e richiederà un’attenta considerazione di tutte le conseguenze pratiche (ad esempio pensione di reversibilità).

 

Prima di concludere, torno sull’intervento del ministro Alfano, perché merita almeno una considerazione. Per ridimensionare le polemiche credo sia sufficiente ricordare il passo centrale di una circolare (la n. 55 del 2007) di Giuliano Amato, ministro dell’interno dell’allora governo Prodi. L’estratto della  circolare, che riporto testualmente di seguito, si commenta da solo: “in mancanza di modifiche legislative in materia, il nostro ordinamento non ammette il matrimonio omosessuale e la richiesta di trascrizione di un simile atto compiuto all’estero deve essere rifiutata perché in contrasto con l’ordine pubblico interno. Si richiama pertanto l’attenzione degli ufficiali di stato civile affinché al momento di trascrivere un matrimonio contratto all’estero da un cittadino, pongano particolare cura alla verifica che i due sposi siano di sesso diverso, eventualmente richiedendo direttamente al cittadino o al consolato che ha trasmesso la pratica, in caso di dubbio, un documento di identità dal quale si evinca inequivocabilmente il sesso degli interessati”. Un bello spunto di riflessione per la sinistra, che oggi attacca a testa bassa Alfano””.

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