
La Ferragni dopo la visita al suo liceo: “È stato meraviglioso rivedere i miei professori. Ho avuto l’impressione che il tempo si fosse fermato. Ho sempre studiato il minimo indispensabile”. Altro che lo “studio matto e disperatissimo” di Giacomo Leopardi!”
Anche chi non è interessato alle vicende della più famosa fra le influencer di casa nostra, inevitabilmente si imbatte in notizie che la riguardano poiché diventa cronaca tutto, qualsiasi cosa faccia o dica, dal lanciare un paio di ciabatte a prezzo stratosferico a una visita al liceo in cui ha studiato, come è accaduto qualche giorno fa. Giustamente una persona così esposta è oggetto di notizia, decisamente idolatrata dai followers o aspramente criticata dagli “haters”… Seguaci e odiatori sono i due estremi del successo che non è mai indolore anche se, francamente l’atteggiamento dei cosiddetti “odiatori” è veramente inaccettabile quando basterebbe ignorare il personaggio che non gradiscono o non approvano, senza riempirlo d’insulti….tenendosi alla larga dai prodotti che pubblicizza e dalle quotidiane scene di vita vissuta propinate sui social.
Gli “odiatori” alla fine fanno il gioco della stessa Ferragni che, comunque la si giudichi, è un fenomeno di costume, imprenditrice di sé stessa scaltra e avveduta, innegabilmente di grande successo, un vero e proprio impero, testimonial dei più famosi marchi di moda e non solo, dato che persino gomme da masticare, dentifrici, pandori… portano l’inconfondibile marchio dell’occhio stilizzato. È icona e punto di riferimento nell’immaginario collettivo, essa stessa è marchio di eccellenza. Un successo che viene inseguito da moltissime altre con risultati decisamente inferiori ai suoi ma che, tuttavia, ha spalancato le porte ad una nuova attività professionalmente organizzata, quale l’influencer. Se, fino a un decennio fa, sentir dire da una figlia “Voglio fare l’influencer!” avrebbe provocato un mancamento nei poveri genitori, sicuramente oggi è accettato con minore angoscia, come una delle molte nuove professioni nate con la diffusione dei social e con il possesso capillare di pc, cellulari e altri dispositivi mobili, costantemente connessi in Rete.
Che tutto ciò costituisca evoluzione o involuzione, è un tema da discutere in altre sedi, rimarrà deluso chi si aspettava qui un articolo negativo sulla Ferragni.
Resta da stabilire, questo sì, quale reale influenza abbia, su chi la segue, soprattutto nelle fasce d’età dell’adolescenza, non tanto e non solo per ciò che riguarda l’abbigliamento, il trucco, ma su pensieri, convinzioni, atteggiamenti … e anche su come farsi strada nella vita, e alla grande, senza perdere troppo tempo a studiare.
Dopo la recente visita al liceo in cui ha studiato, la Ferragni ha dichiarato “È stato meraviglioso rivedere i miei professori. Ho avuto l’impressione che il tempo si fosse fermato. Ho sempre studiato il minimo indispensabile”.
Quindi, qualche buon consiglio Chiara Ferragni potrebbe darlo a Giacomo Leopardi redivivo che, invece, dedicò l’intera vita a studiare, in particolare quei terribili “anni di studio matto e disperatissimo” che ne minarono la salute.
Sono sicuramente famosi entrambi anche se la Ferragni è decisamente riuscita assai meglio esteticamente del genio di Recanati. Ma, a chi sta cercando di costruirsi un futuro, a una ragazzina annoiata dallo studio o svogliata, una frase come la sua potrebbe dare l’insegnamento errato del massimo risultato ottenuto col minimo sforzo… o senza studiare.
E di questo, forse, dovremmo veramente preoccuparci.
Una risposta
Dall’eterno al futile
Sarà pure che sono ormai vecchio e fuori dai flussi storici.
Sarà pure che sono figlio di una società nella quale i valori fondanti erano lo studio ed il lavoro e si dava per scontato che il futuro dovesse essere costruito con sacrifici , studiando e lavorando.
Ma io questa società imperniata sul vacuo, sul voyeurismo, sulla furbizia, sull’apparire e non sull’essere non la capisco proprio.
Pur avendo frequentato il liceo classico ed avendo conseguito la laurea in giurisprudenza e pur essendo stato professionalmente procuratore legale , ad inizio carriera, ed avendo poi svolto un’attività professionale nella quale quotidianamente dovevo cimentarmi soprattutto con problematiche giuridiche, ho sempre avuto il pallino per l’economia.
E non è stato un male perché negli ultimi anni di carriera è stato sempre più importante far quadrare i conti piuttosto che discettare di diritto.
Ricordo con angoscia che il problema più grande da affrontare era quello di raggiungere gli obiettivi assegnati con le sempre più scarse risorse disponibili.
Sono figlio della cultura dell’input e dell’output .
Ricordo che in economia gli output sono i risultati della trasformazione degli input ( materie prime ) , rappresentati dai prodotti o servizi dell’azienda.
In termini più chiari è il meccanismo che è alla base dell’IVA ( imposta sul valore aggiunto ).
Per dirla più chiaramente ” in natura nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
In economia aziendale la trasformazione si traduce in incremento del valore iniziale e ciò genera ricchezza.
Fino a qualche tempo fa non conoscevo neanche il significato del termine influencer .
Ma poco a poco l’ho capito perché ormai è entrato nel linguaggio comune.
In parole povere l’ influencer è il personaggio pubblico che, grazie alla sua gradevolezza estetica ed alla capacità di convincere gli altri, attraverso media e social , orienta diabolicamente usi e costumi convincendo ragazzi , ma non solo, ad acquistare questo o quel prodotto a prescindere dall’utilità e dal valore intrinseco del prodotto.
E’ insomma il trionfo dell’apparire sull’essere.
Una cosa è certa , almeno per me, nel futuro della Ferragni ed altre influencer non rimarrà traccia anche se a fine carriera avrà accumulato una montagna di euro.
Ma rimarrà indelebile il ricordo di Giacomo Leopardi , poeta che ho amato più di ogni altro, perché i suoi capolavori ,frutto di studio disperato , fatica e disperazione, saranno eterni perché sempre toccheranno le segrete corde degli esseri umani di tutte le future generazioni sino alla fine dei tempi.