Mara, Carla e idoli personali

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Viene da chiedersi quale sia la differenza tra due donne, Mara Carfagna e Carla Bruni, entrambe belle, giovani (Carla un po’ meno) ed entrambe, più o meno per gli stessi meriti, in posizioni di primo piano e di potere. Trovo inelegante riportare quella che per alcuni è la differenza. Dirò, con minore crudezza, che la Bruni il suo “”filarino”” l’ha sposato e ciò, in qualche modo, legittima ogni sua precedente incursione nel letto presidenziale.

Ma, per il resto?

La signora Bruni-Sarkozy, allure aristocratica, snobismo debordante, deliziosa “”erre”” arrotata, vocina intonata ma estensione al minimo sindacale, non viene irrisa, o criticata aspramente, quando proclama di vergognarsi delle sue origini italiane, per colpa delle intemperanze del premier italiano, quando si arroga il diritto di difendere terroristi e negarne l’estradizione, quando  interferisce, senza avere un ruolo istituzionale, a parte  quello di moglie del “capo”, nella politica del suo paese. D’adozione, ovviamente.

Nessuno ha qualcosa da ridire.

Diversamente accade per la  signorina Mara, che non mi è particolarmente simpatica ma che, come per chiunque sia bistrattato e offeso, mi fa schierare dalla sua parte. Giovane, bella, di lei si ricordano solo certe reali o presunte attitudini,  le caratteristiche fisiche, ma non la laurea a pieni voti, non il diploma in pianoforte, non l’impegno che comunque sta mettendo nel suo  dicastero. Trovandola inadeguata al ruolo che ricopre, senza darle il beneficio di considerarla non migliore nè peggiore, almeno, rispetto alla Bruni.

Forse perché i  detrattori di Berlusconi  trovano sbagliata e criticabile ogni sua scelta, dalle barzellette alle nomine dei ministri, dagli exploit di scarso spirito  agli accordi internazionali. Forse.

Ma non è questo il vero guaio.

Il vero guaio, a mio avviso, è pensare che la Destra in Italia sia Berlusconi.

E che faccia parte dei “”doveri”” di un elettore di quella compagine, difendere a spada tratta il premier, qualunque cosa faccia e qualunque cosa dica. Per me non è sicuramente così.

Vederlo fare “”cu-cù”” alla Merkel, da dietro una colonna, ad esempio, non mi fa ridere, non lo trovo opportuno, non credo che abbia neppure messo  suo agio l’algida signora tedesca. Ben diversamente (e qui offro volentieri il fianco a chi mi prende in giro per le mie simpatie), ricordo che il Presidente Reagan , fuori da ogni protocollo, sorprese  piacevolmente la signora Thatcher, andando ad accoglierla e guidando personalmente un’auto elettrica…Diverso stile, due mondi lontanissimi.

Affabile, attraente, comunicatore ineguagliabile, Reagan dista anni luce dalle barzellette da piazzista e dalle altre discutibili sortite di Berlusconi  che, comunque, a qualcuno piace. Ciascuno è libero di eleggere a proprio idolo personale chi gli pare e di avere come punto di riferimento chi più gli aggrada.

Ma trovo ingiusto bollare sempre e solo le sue intemperanze e le sue  battute inopportune e infelici, ignorando le cose che, più o meno simpaticamente, più o meno con classe, sta facendo, per risolvere i mille guai che ci opprimono, come nazione e come singoli cittadini. Giova ricordarlo, lo fa da poco più di sei mesi, criticato e quasi delegittimato, al limite dell’irrisione e della calunnia, talvolta.

Sentir dire che è “ il mandante dell’omicidio della democrazia”  fa realmente paura, perché se è vero, siamo davvero messi male, sotto il giogo della peggiore delle dittature, quella che illude gli elettori di essere liberi e li priva, invece, della libertà.

Se non è vero un qualsiasi  aspirante “ducetto” può dire ciò che vuole, ciò che gli fa comodo, ciò che è a suo favore, schiacciando, senza tanti riguardi, credibilità e dignità altrui.

Tornando agli idoli politici personali, non è  possibile far  passare sotto silenzio la “cotta” leggendaria che tutta la sinistra ha preso per il neo presidente Obama, piuttosto superficialmente associato a sinistra, al punto da comparire, in suggestive gigantografie, dietro Veltroni che arringa la folla.

Mettersi a disquisire di destra e di sinistra, in politica internazionale, sulla base della nostra realtà è quantomeno imprudente. La destra francese, per esempio, è di stampo gollista, e quindi antifascista, la cosiddetta sinistra americana pensa più o meno come un moderato di centro destra italiano, in economia, politica estera, immigrazione etc.

Questo sì è vero umorismo.

Peccato che sia involontario.

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