“Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini. I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici””.
Il GIP Alessandra Sabatucci così scrive nell’ordinanza di custodia cautelare disponendo l’arresto di Silvia e Paola Zani, figlie della donna, e di Mirto Milani, fidanzato della sorella maggiore nonché amante della minore. Ora questo encomiabile terzetto è in carcere a Brescia con l’accusa di aver ucciso Laura Ziliani, vigilessa in pensione di Temù, 55 anni, vedova dal 2012. Il movente ipotizzato, come già detto, è di natura economica. Oltre a vari elementi , depistaggi, falsi indizi, etc., disseminati dai tre arrestati, ci sono anche intercettazioni a dir poco agghiaccianti in cui, a venti giorni dalla scomparsa della madre le sorelle parlavano di vacanze e di cambiare l’auto…
Questi gli attori della tragedia: una madre ancora giovane e in salute; due giovani donne, 26 e 19 anni, le figlie; uno studente universitario di 27 anni, legato ad entrambe. La madre, oltre che indipendente e in salute, ha il torto di non essere rimbambita né manovrabile a piacimento, in particolare sulla gestione delle sue proprietà. La differenza di vedute sulla gestione delle stesse deve essere stato un motivo sufficiente per indurre le figlie alla risoluzione definitiva dei loro problemi, ossia l’eliminazione fisica di quella scomoda mammina non manipolabile e non sfruttabile.
Ogni omicidio è qualcosa di esecrabile, ciò è lapalissiano, ma nulla può eguagliare un delitto pianificato e minuziosamente organizzato in ogni sua parte. È veramente da galleria degli orrori immaginare le sequenze in cui si somministra il cocktail di farmaci in dosi letali… si attende che faccia l’effetto di tramortire la vittima quindi, si provoca il decesso per soffocamento, come stabilito dall’autopsia. E che dire poi, sempre parlando di orrori, delle plateali lacrime delle figlie, esibite in favore di telecamera, nei giorni successivi alla scomparsa della donna, con tanto di appelli strazianti, a chi poteva dare qualche indicazione… Perfino l’intervento, al limite del trash, alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”.
Sesso, sangue, soldi, ingredienti che grandi maestri del giornalismo definivano il mezzo per segnalare la propria presenza al mondo, sono anche, così sovente, motivazioni di ogni delitto, anche il più efferato.
Si è solo all’inizio di questa indagine della quale, ghiottamente, si impadroniranno i programmi spazzatura, benché con minore enfasi e risalto rispetto a ciò che si riserva al femminicidio. Si sa che farsi ammazzare da un marito geloso, da un ex compagno, da un tizio di cui si sono respinte le sgradite avances, da un padre o da un parente, accecato dal fondamentalismo religioso scatena i media sull’ennesimo “femminicidio”…Invece, morire per mano di due figlie, con la complicità di un aspirante genero, forse un po’ meno. Si accontenteranno gli appassionati del genere.
Ciò che la cronaca ci riporta in queste ore è uno dei molti, purtroppo, esempi di totale disamore all’interno di una famiglia nella quale, incredibilmente, si può pianificare un omicidio. Le intercettazioni, sempre benedette, sia telefoniche che ambientali, fanno luce sulla personalità degli interlocutori, sulla meschinità, sull’avidità, sull’ assenza assoluta di ritegno, di inibizioni, di qualsiasi cosa che possa frenare di fronte a un omicidio, un matricidio, in questo caso. Ecco, questa è la parola che voglio usare, non certo la parola femminicidio. Al di là di qualsiasi altra considerazione che verrebbe facilmente bollata come retorica, uccidere la propria madre è qualcosa di bestiale che forse neanche le fiere più crudeli fanno. Forse soltanto gli esseri umani possono essere così malvagi e senz’anima.
Ma non si deve condannare nessuno, non fuori dal tribunale. Si sa. Pertanto, cercando di superare l’orrore, si attendono gli sviluppi dell’indagine, sperando che porti alla verità e alla giusta condanna dei responsabili, chiunque siano. E poi, si spera di poter dimenticare.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto sono link che portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
A.D.Z.
Programmi televisivi indimenticabili. Sarà, ma per me sono una boiata pazzesca
Massimo Nardi
Audizioni canore in televisione: al peggio non c’è limite! Lucio Battisti sarebbe stato scartato fin dall’inizio.
Sentenza stato mafia? Dubbioso ma rispettoso
Alberto Venturi
Il dubbio più grande riguarda la possibilità che, approfittando del periodo con la gente distratta da ben altri problemi quotidiani, o semplicemente distratta, si insabbi e si chiudano pagine scomode del passato.
Cenacolo Letterario con Coco Chanel
La Reine
Al CVVV, appuntamento con la grande Coco Chanel, la signora che, a 50 anni dalla sua scomparsa, con la sua visione del modo di vestire, ci consente ancora oggi di abbigliarci liberamente.
Un castello di domande
Ugo Volpi
Presentazione del libro ‘La Galleria delle Battaglie nel Castello di Spezzano’, frutto della ricerca di Maria Teresa Sambin De Norcen.
Un popolo di eroi, santi, trasmigratori e…formiche
Simone Alessandro Cassago
Risparmio, un tesoro di 4.400 miliardi che le “formiche italiane” non sanno come rimettere in gioco.
Un’altra Cosa: Tre piani
Francesco Saverio Marzaduri
L’ultimo (e già ampiamente dibattuto) film, tredicesimo lungometraggio di Nanni Moretti, Tre Piani
Buona settimana e buona lettura del n. 768 – 459.