Un mio scritto precedente, per l’esattezza “”I primi passi di Renzi”” , del 2 marzo 2014 citava appunto uno dei primi passi falsi del governo Renzi:
“(…)La seconda (cacca) l’ha pestata con i 500 e passa milioni di euro dati a Roma per coprire il deficit spaventoso del comune, frutto di decenni di fancazzismo, ruberie e incapacità amministrativa. In un primo momento aveva fatto ritirare il decreto “salva Roma”, ma poi anche lui ha ceduto. E gli italiani pagano.”
Oggi, alla luce della fogna che emerge dallo scandalo “mafia capitale”, oltre a constatare che l’analisi de L’Officina era giusta, siamo autorizzati a pensare che quei nostri soldi sono andati a finire nelle tasche degli amministratori e dei politici corrotti e dei malavitosi in affari con loro.
Per decenni, con qualunque governo, i debiti romani, da quelli del Comune a quelli degli ospedali, sono stati ripianati con leggine “salva Roma” con i soldi di tutti gli italiani. Fatto inaccettabile già di per sè e che si è potuto verificare per la pressione trasversale dei parlamentari romani che quando si tratta di portar denaro a Roma superano tutte le barriere ideologiche.
Ora appare sempre più chiaro che i soldi degli italiani che già pagano le spese dei rispettivi comuni non solo sono andati a ripianare la voragine di debiti accumulati dalla vorace macchina comunale capitolina, ma sono andati a finire nelle tasche degli amministratori corrotti e dei malavitosi. E ciò è intollerabile.
Roma avrebbe dovuto essere lasciata fallire. Questa è la verità. Altro che leggine “salva Rorma”! Queste sono andate ad arricchire la corruzione e la malavita e la responsabilità ce l’hanno tutti i governi che di volta in volta le hanno spinte per ripianare a suon di miliardi di lire e milioni di euro i debiti della capitale per bassi calcoli elettorali.
I primi a ribellarsi dovrebbero essere proprio i romani. Il comune va immediatamente commissarato e gli amministratori corrotti devono essere sostituiti da ufficiali della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia. Sarebbe un modo per recuperare qualche punto di fiducia per l’italia all’estero e sarebbe senz’altro più efficace delle chiacchiere di Renzi.