E’ un problema gravissimo, una vera palla al piede per lo sviluppo del Meridione e dell’Italia. Avrei potuto scrivere di cosa siciliano i giovani del siciliano, ma sarebbe caduto il gioco di parole, perché la nostra isola bellissima si è confermata purtroppo maglia nera dell’Europa con il 39,6% di giovani (18-24 anni) ‘neet’ (acronimo di: not in education, employment or training, persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione). La Campania però insegue con il 38,6%, la Puglia con il 36,4% e la Calabria con il 36%. Stando ai numeri, l’Italia fa a meno ogni anno della ricchezza data dall’intelligenza e dal lavoro di troppi giovani, che, invece di essere un volano, rappresentano una palla al piede, soprattutto pensando al futuro.
Mi domando di cosa campi il Meridione senza lavoro e mi piacerebbe sapere come i neet si mantengano, perché le statistiche non bastano a raccontare una realtà molto più complessa, fra lavoro nero, emigrazione e/o pendolarismo con il Nord e con l’estero, contributi pubblici, pensioni di invalidità o di altro tipo, microdelinquenza e grande criminalità, sovrabbondanza di posti pubblici, evasione sistematica e non rispetto delle norme, abusivismo, arte di arrangiarsi.
Quanti soldi portano a casa – davvero – le famiglie dei ‘neet’, veri o presunti? Qual è il loro potere reale d’acquisto? In teoria ogni neet è un probabile migrante, se vuole sopravvivere e costruirsi un futuro, ma così non è.
Mi restano le domande e il dubbio che ancora la narrazione del sud è una narrazione molto approssimativa.