L’uomo invisibile

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I  social network conoscono costantemente le nostre posizioni sul globo…e noi dobbiamo credere che dopo due mesi non siano ancora riusciti ad individuare Abdeslam? Sono due le possibilità: o sono degli incapaci, o, peggio, degli irresponsabili.

E’ mai possibile, nell’era di (spy) Internet, che un uomo partecipi ad attentati e riesca a rendersi invisibile?

Beh, pare proprio di sì, urlerebbe Salah Abdeslam, membro attivo del commando che prese parte agli attentati di Parigi del 13 novembre. La domanda, che pare non si ponga nessuno, rischia di scoperchiare il vaso di Pandora.

Davvero dobbiamo credere che sia irreperibile?

Con i satelliti le agenzie di spionaggio del mondo riescono a leggere le targhe dei veicoli in transito o in sosta sulle strade; con i droni individuano e centrano tutti gli obiettivi militari; con i cookies riescono a filtrare le tracce che lasciamo sulla rete per proporci pubblicità ad hoc, confezionate a nostro uso e consumo; i social network conoscono costantemente le nostre posizioni sul globo…e noi dobbiamo credere che dopo due mesi non siano ancora riusciti ad individuare Abdeslam?

Sono due le possibilità: o sono degli incapaci, o, peggio, degli irresponsabili.

Ognuno tragga la propria personalissima conclusione.

 

PS: se siete interessati a sparire dalla circolazione si prega di contattare l’uomo invisibile (sigh)

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