Lo scempio delle piazze modenesi

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Dura critica all’assessore Sitta e all’architetto Mario Botta da parte di Giovanni Bertoldi e di Emilio Salemme a loro dire mandante ed esecutore di scelte sbagliate

Qualcuno deve fermare Sitta, perché sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico!

Di  Giovanni Bertoldi  Segretario Regionale Nuovo PSI

 

Dopo che le passate amministrazioni di sinistra sono riuscire ad abbattere il vecchio Palazzo di Giustizia in Piazza Grande e a costruire al suo posto l’orribile edificio ex sede della Cassa di Risparmio e  dopo che hanno invaso Piazza XX Settembre con chioschi scuri stile campo di concentramento, adesso è il momento di rovinare le piazze ancora indenni.

In Piazza Roma l’idea è di fare un bel galoppatoio senza recinto col prato in erba (che alla prima pioggia diventerà una grande pozzanghera di fango). Ma c’è la ciliegina sulla torta: una  piramidina mignon di vetro brutta copia di quella antistante il Museo del Louvre. Per permettere di vedere cosa? Qualche muro di età Romana, che per carità, merita di essere conservato, ma che non rappresenta certo una grande attrazione archeologica. In Piazza Mazzini, invece, si è pensato di inserire la grande muraglia: una tozza costruzione che serve solo a nascondere il resto della piazza (compresa la Sinagoga ebraica).

Per finire, in Piazza Matteotti l’architetto Botta ha pensato ad una  tettoia stile stazione dei treni che diventerà un ottimo ospizio per  extracomunitari e sbandati.

Non dico che anche nel centro storico di Modena non si possano  inserire elementi di modernità per lasciare una traccia della nostra epoca alle generazioni successive.

Anzi la nostra città è frutto di sedimentazioni consecutive che bene si sposano con la dinamicità che caratterizza l’identità dei modenesi.

Ma questa volta  Botta con i suoi progetti di “riqualificazione” ha preso sotto gamba l’incarico affidatogli.

Ho il sospetto che abbia delegato questi progetti al primo garzone di bottega ed il suo unico interesse fosse ricevere con poco sforzo i lauti compensi previsti.

Tanto ha capito con chi aveva a che fare, ovvero amministratori totalmente privi di senso estetico ed artistico

 

Giovanni Bertoldi 

 


 

“”Il Signor Duca...di Emilio Salemme

conoscendo essere inconveniente ch’ i Giudei habitassero mescolati con i Christiani per più rispetti, gli ridusse tutti in due contrade, e con i suoi Portoni, sopra i i quali evvi l’ Arma Estense, e ve li serrò dentro…

Et ta serraglio nomossi Ghetto””,

Così Ludovico Vedriani, nella sua  Histroria dell’ antichissima città di Modona, riferisce circa l ‘istituzione del ghetto modenese a opera di Francesco I ‘ Este, nella’ ano 1683. Francesco I aveva così obbedito alle disposizioni della bolla pontificia CUM NIMIS ABSURDUM, emanata da Paolo IV Carafa il 12 luglio 1555. 

E 325 anni dopo, il ‘Duca Sitta I’ riaprirà  il ghetto in Piazza Mazzini coadiuvato da una Archistar che disegna Mosche e Chiese Cattoliche!

Non è bello, non sono per niente belli i progetti dello svizzero, che ha in mente una città e delle Piazze che nella realtà sono diverse dalla sua fantasia.

La città storica medioevale, ducale, rinascimentale va mantenuta nella sua durata storica. L’ idea forte di Botta, è quel muro che ripropone nella Modena Antifascita, il Ghetto e le persecuzioni razziali proprio non ci siamo!

Così Botta marca la sua “” idea”” re
ligiosa impregnata di catto-islamismo, ha ragione l’ archistar quando dice,

“”….se non vi piacciono i miei progetti io mi ritiro…….

e che si ritirasse!!

Il Presidente della Consulta Storico e Artistico del Comune di Modena. Modena, 06 dicembre 2008

Emilio Salemme 

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