L’Italia che vorrei ma che è impossibile da realizzare

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Vorrei un'Italia in cui le persone che vi abitano (il termine cittadini fa troppo Rivoluzione francese!) fossero orgogliose di appartenere ad uno stato ordinato, con regole precise,  serio, affidabile, non debole con i forti e dotato di un sano patriottismo. Invece, ci troviamo di fronte ad un paese in cui ognuno si ritiene libero di fare, impunemente, ciò che gli pare.

 


Parte di questo titolo non è mia, ma di un libro reperito fortunosamente sulla bancherella di un mercatino. Vorrei un’Italia in cui le persone che vi abitano (il termine cittadini fa troppo Rivoluzione francese!) fossero orgogliose di appartenere ad uno stato ordinato, con regole precise,  serio, affidabile, non debole con i forti e dotato di un sano patriottismo. Invece, ci troviamo di fronte ad un paese in cui ognuno si ritiene libero di fare, impunemente, ciò che gli pare. Un ultimo esempio è la passerella che i vincitori del campionato europeo di calcio hanno preteso, e ottenuto ( non ci è ancora dato sapere chi abbia concesso l’autorizzazione), il giro trionfale per le vie della capitale. Purtroppo, però, questi novelli Consoli dell’antica Roma, hanno dimenticato che in passato gli eroi che rientravano trionfalmente in patria avessero dietro di loro, sulla biga, un servo che gli ripeteva: – Ricordati che sei un uomo -. Dimenticanza, presunzione o ignoranza? Passiamo oltre e parliamo di cose serie. Qualche giorno fa, l’avvocato del popolo, Beppe Conte (degno compare dell’altro Beppe, Grillo!), dopo una pace farlocca, ci ha deliziato di un video in cui riconfermava di voler mantenere tutte le conquiste fatte dai sanculotti grillini fino ad oggi, in primis il reddito di cittadinanza. Cari Lettori, non dimentichiamo che tutto ha un senso! Da dove viene il suddetto Avvocato? Dalla Puglia. Quindi, non me ne vogliano i meridionali se a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Inoltre, i dati statistici non mentono, sempre. Non sarà quindi un caso se il reddito di cittadinanza è elargito nella misura dei due terzi nel centro sud. E ancora, per ricordare: un importante uomo politico predecessore di Conte, tale Achille Lauro (non il cantante!) leader del Partito Monarchico Popolare, veniva accusato di acquisire il consenso regalando pasta e scarpe. Sì, d’accordo, però, O’ Comandante pagava di tasca sua! E in questo, la differenza, mi sembra abissale. Rimanendo in tema di reddito di cittadinanza, sono pochissimi coloro che, grazie ai navigator hanno trovato un posto di lavoro. Io, un’idea ce l’avrei per aiutarli, in parte! Sulle strade e autostrade italiane ci sono tanti cantieri aperti che provocano notevoli disagi agli automobilisti che non si spostano solo per mero piacere. Quindi, prendiamo i più baldi e prestanti disoccupati e facciamoli lavorare almeno per quattro ore notturne per compensare il reddito che attualmente percepiscono. Avremmo così meno cantieri aperti, meno stress tra gli automobilisti e avremmo trovato ad alcuni disoccupati un lavoro seppur provvisorio. Non poteva mancare in questo breve editoriale un caro ed affettuoso pensiero al pubblico impiego. Apro una parentesi. Ci sono due cose che faccio fatica a digerire: la prima sono i camici bianchi (medici) e la seconda sono gli uffici pubblici. In tutti e due i casi mi provocano ansia e malessere. I primi perché, dopo una visita, ti devono dare un responso che talvolta non è piacevole, mentre i secondi, dei quali hai comunque bisogno per tutta la vita, ti fanno alzare la pressione. Un esempio. Per una pura questione burocratica mi sono dovuto recare al Cup della mia città. Mi è stato risposto che dovevo telefonare. Ok, l’ho fatto e l’appuntamento mi è stato fissato per il giorno dopo alle otto e trenta. Per mia deformazione mentale, mi sono presentato in anticipo e ho visto l’arrivo dei dipendenti. Con mia grande sorpresa coloro che arrivavano in bicicletta entravano nel corridoio, dopo averni sfiorato le punte dei piedi, e si recavano alla loro postazione. E’ normale tutto ciò? Quelli che, invece, arrivavano a piedi sembrava che avessero appena fatto la Corrida di San Geminiano: erano distrutti, almeno nei piedi. Infatti, al poso delle scarpe o di un sandalo, avevano le ciabatte da spiaggia. Ora, un minimo di decoro mi sembrerebbe doveroso sul posto di lavoro, perché altrimenti, sull’onda della comicità di Gioele Dix mi verrebbe da dire: speriamo in una voce che invita ad evacuare gli uffici velocemente, così potremo vedere impiegate e impiegati che perdono le ciabatte e pestano puntine da disegno a tre punte (però!) che un collega ha fatto cadere nella fuga. Comunque, ringrazio l’addetta (di una certa età, non me ne voglia!) che avendomi visto indeciso su dove andare, ancor prima di sedersi alla sua postazione, si è preoccupata di aiutarmi a capire dove andare oltre che risolvermi il problema.

 Ancora grazie.

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