alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio Comunale
dott.Francesca Maletti
Interrogazione: linguaggio di genere. Opportunità del suo uso attuale. Costi e attività
Preso atto che
– con delibera del Consiglio Comunale 6/2015 furono approvate le linee guida del linguaggio di genere;
– con alcune circolari interne all’amministrazione vennero informati i dipendenti su questo nuovo trend dell’amministrazione evidentemente conseguente a certo linguaggio politico di “boldrinesca” memoria, fautrice di nuove regole della grammatica italiana su un proprio convincimento personale e direi quasi ideologico che cadde a cascata su molti enti pubblici come, ad esempio, i Comuni italiani i quali prontamente si adeguarono; primo fra tutti il comune di Torino che fece un manuale di quasi cento pagine per illustrare le modalità applicative di questo “nuovo” modo di parlare e di scrivere;
Tenuto conto
– che in seguito all’adozione del linguaggio di genere da parte dell’allora presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, anche l’Amministrazione comunale di Modena si è uniformata in tal senso facendone così scaturire una grande attività lavorativa, sia informatica che amministrativa, per adeguare il sito comunale e tutti gli atti e i documenti in genere secondo le desinenze di genere imposte dall’alto, compresa sia l’attività di formazione dei dipendenti e delle dipendenti per uniformarli nel linguaggio sia per i costi legati al volume della docente Cecilia Robustelli e dei corsi da lei tenuti;
– che oggi abbiamo una nuova classe politica nazionale assolutamente non prona ad assurdità del genere;
– che la stessa Giulia Bongiorno – Ministro per la Pubblica Amministrazione – in alcune sue interviste ha ben specificato di rifiutare con fermezza questo tipo di linguaggio e di preferire in modo indiscutibile, di essere chiamata Ministro e Avvocato tirando quindi una riga su tutti questi concetti di genere;
S’interroga questa Amministrazione per sapere
– se si intende ancora perpetrare questa “moda” del linguaggio di genere a mio avviso fortemente offensiva per il genere femminile dato che le rende simili ad una specie protetta e quasi inferiore vista la tutela che ne è derivata;
– quali sono i costi sostenuti dall’Amministrazione per l’attività lavorativa, sia informatica che amministrativa, per adeguare il sito comunale e tutti gli atti e i documenti in genere secondo le desinenze di genere imposte dall’alto, compresa sia l’attività di formazione dei dipendenti e delle dipendenti in tal senso sia i costi legati al volume della docente Cecilia Robustelli eil suo compenso per i corsi da lei tenuti.
Andrea Galli