Claudio proviamo a spiegare cosa sta accadendo.
«C’è molta preoccupazione perché fino ad oggi le licenze erano in capo ad un singolo soggetto, e ora invece lo stesso soggetto potrà cumularle. Si passa dunque da un livello artigianale ad uno industriale e laddove ciò è avvenuto non ha dato grandi risultati e non ha soddisfatto l’utenza». Abbiamo chiesto di nuovo un incontro con il ministro. La nostra proposta è di agire sul regolamento, sui turni, implementando l’attività dell’impresa famigliare e concedendo ai figli di esercitare, ma non è necessario modificare il modello organizzativo. Così si torna indietro».
Ma voi effettivamente da cosa siete preoccupati? La concorrenza è funzionale ai clienti. Abbassa le spese dei loro portafogli.
Di professione faccio il tassista, e francamente sono in ansia per il nuovo decreto Bersani, avrà un effetto devastante sull’intera categoria a tal punto che si possa perfino ipotizzare la chiusura fallimentare di tutti noi.
Piu taxi in circolazione corrispondo a meno corse giornaliere, meno corse corrispondono a minore incasso, di conseguenza più restrizione per poter sopravviere e quindi rallentamento per l’economia. Quando gli incassi non saranno più sufficienti per sostituire l’auto, rifornimenti, manutenzione, assicurazione, contributi inps, irpef ecc.ecc. chiuderemo tutti la nostra attività e ci troveremo in mezzo a una strada.
Forse si pensa che i nuovi taxisti con la liberalizzazione accetteranno di guadagnare meno
Gli utenti viaggeranno su taxi improvvisati, privi di tassametro e quindi senza tariffe certe.
Attualmente le tariffe sono decise dal comune e l’ultimo aumento è datato Dicembre 2001, la liberalizzazione non potrà mai abbassare i costi per l’utenza, perchè per raggiungere questi obbiettivi bisogna abbassare i costi prima al tassista, il quale a sua volta può offrire lo stesso servizio al cliente a miglior prezzo, viviamo in paese dove la pressione fiscale è alta, il costo del lavoro anche, per non parlare del carburante e francamente aumentare il numero delle auto pubbliche non risolverà nessun problema anzi avrà un effetto contrario.
Però l’esperienza di altri grandi città dicono il contrario. New York….
Comparare i prezzi di Milano o Modena con New York non ha alcun senso, lì la benzina costa 2 lire e a Manhattan si può entrare solo con i mezzi pubblici, oppure a Londra dove si paga un ticket d’ingresso e quindi diventa vantaggioso spostarsi in taxi. Se il governo vuole liberalizzare le licenze perchè non comincia dalle sue, quelle dei monopoli, ad esempio rivendite Tabacchi, lotto,totocalcio,lotterie, gratta e vinci ecc. ecc.
Come ha detto anche Gad Lerner siete impegnati in una lotta che vi vede in poche migliaia, contro un’intera Nazione. La fine delle vostre tutele è garanzia per l’interesse generale.
Vorrei ricordare a Lerner,il quale auspica la riforma ,””almeno ci guadagnano tutti “”……….lui dice che i tassisti sono una categoria,al livello di un impiegato,non miliardari,al contrario della categoria dei giornalisti. Allora aboliamo anche la categoria dei giornalisti essendo per il 99% schierati,politicamente,ed in molti casi quelli sono miliardari. Quindi non mi stupisco quando sento le chiacchiere da bar tipo infatti la stampa in Italia fa pietà, gli italiani non comprano i giornali, perché fanno schifo. Purtroppo c’è un piccolo ed insignificante problema: noi abbiamo acquistato la licenza pagandola, bene chi lo ha fatto dieci anni fa magari l’ha già ammortizzata ma chi lo ha fatto l’anno scorso? Ha sborsato anche 180mila euro e adesso quel foglio è carta straccia. No, così non è accettabile.
Pensiamo ad un paradosso. Lei è in stazione dei treni come turista. Per arrivare in hotel preferisce spendere meno oppure sarebbe felice di pagare le cifre che girano adesso?
Ma i costi anche con la liberalizzazione delle licenze non si abbasseranno di tanto. Non è indispensabile che “tanta offerta allora prezzi più bassi”. Vorrei portarvi un giorno con me in taxi, e fare con voi i conti a fine serata per vedere quanto effettivamente ho messo in tasca. Ci eravamo autoregolamentati, probabilmente lo rifaremo. Non lo escludo. E così la manovra di Bersani non avrà effetto. Lancio una provocazione: liberalizziamo poi dopo sei mesi guardiamo cosa è cambiato. Se ci saranno servizi migliori allora saremo i primi a fare ammenda ma visto che non succederà nulla allora propongo a Bersani di revocare le licenze che darà in giro ai nuovi tassinari. Ma fino a quando non andremo ad avviare le trattative il diktat è uno solo “lotta ad oltranza”.