C’è un’altra legge di gravità lassù, nell’Olimpo della politica romana, rispetto alla nostra, per cui è stata ritenuta normale una pratica in uso dove il voto è sorvegliato dalla criminalità e dai capobastone, cioè scrivere le preferenze in modo differenziato per fare capire chi ne è l’autore o a quale famiglia appartenga, potendo così asserire che a impallinare la Serbelloni Mazzanti Vien dai Casellati siano stati proprio quelli di Forza Italia. Voto segreto? Ma dai!
Se queste sono le premesse, non oso pensare a come questa vicenda si concluderà.
Del resto il centrodestra è riuscito a prima a chiedere il voto per il pluricondannato e pluriinquisito, poi a indicare una che torna nella casa veneziana o in quella sarda con l’aereo di stato perché, povera stella, non può girare in macchina (vada a fare la calza allora, non il Presidente del Senato), la stessa che come sottosegretario al Ministero della Salute aveva nominato la figlia a capo della sua segreteria (Non si fidava di nessuno, ha detto, povera stella!).
Il centrosinistra, per non sbagliarsi, ha lasciato trapelare tante candidature senza metterne in campo una e siamo già alla sesta votazione conclusa. Letta sarà convinto che la tartaruga di Zenone batta davvero Achille; bisogna spiegargli che la realtà non è una speculazione filosofica e la troppa prudenza, come diceva Oscar Wilde, “è lo spreco della vita che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”.
E così forse oggi voteranno la capa dei servizi segreti, quella che potrebbe avere in mano dossier scottanti (Non una gran mossa e Renzi, per una volta, non ha torto)