Da tempo la Coldiretti porta avanti la sua lotta spietata contro il proliferare di cinghiali, daini, caprioli e cervi ritenuti il flagello degli agricoltori in Appennino.
Peccato che dimentichi che questi animali furono introdotti proprio dai cacciatori per motivo ludico e che se la situazione e il controllo dei capi sono sfuggiti loro di mano la colpa è solo loro e non degli animali. Prima hanno usato l’appennino come immenso allevamento per la caccia e il commercio di carne pregiata ( in ogni ristorante di qualsiasi paesello sperduto sul nostro appennino potrà trovare nel menù cinghiale e capriolo ), abusando del diritto di invadere anche le proprietà agricole nell’esecizio della caccia, poi hanno collaborato all’istituzione, insieme alla Provincia, dei gruppi faunistici di cacciatori autorizzati a calmierare il numero degli ungulati.
Ma anche questa misura, non bastava ad arginare questi “”divoratori di prodotti agricoli””, allora che fare? Bisognava creare un caso eclatante che giustificasse la carneficina! E quale spauracchio più efficace se non la scoperta che un animale, un daino, era stato trovato affetto da “”rogna sarcoptica””, una terribile pestilenza causata da un acaro che, udite,UDITE CITTADINI, può colpire anche gli allevamenti domestici e ANCHE L’UOMO!!!! Allora è proprio vero, come quando gli anziani parlavano dei politici e dicevano che il meno peggio ha la “”rogna””: l’acaro ci infetterà, come nel ‘700 la scabbia!. Noi vorremmo che si riflettesse invece e si indagasse a fondo senza dimenticare un ben preciso fatto: quando si paventò la diffusione planetaria della famosa AVIARIA, che doveva portare la morte di milioni di volatili e forse anche la morte di migliaia di persone, ricorda?!? In nome di quell’allarme furono abbattuti centinaia di migliaia di polli, tacchini, anatre e anche ucceli selvatici, ritenuti principali imputati della trasmissione di questo fanta-virus.
Quanti casi di persone ammalatesi o morte di aviaria si verificarono in Italia? Zero!! Quante persone morirono di certo in Italia per il virus della mucca pazza? Nessuno!!! Eppure il danno che subì l’allevamento del bestiame e del pollame, i rincari nei negozi, la psicosi collettiva e il mercato in generale furono incalcolabili ! Adesso ci stanno provando anche con la rogna ! Obiettivo? Riempire i freezer di carne, accontentare cacciatori e contadini complici in nome della salvaguardia della salute umana. Inoltre gli agricoltori locali, come racconta la stampa di domenica 16 marzo, potrebbero già intascarsi il pagamento dei danni causati dagli ungulati, come denuncia Augusto Casagrandi, presidente dell’ente Atc Mo2.
Il ritardo dei rimborsi, che è stata la concausa di tante proteste, sembra venga rimpallato di continuo tra il presidente della Provincia, Emilio Sabattini, lo stesso Casagrandi e le associazioni agricole che rappresentano le aziende interessate ai risarcimenti! Le bestie, quelle che brucano, subiscono impotenti queste follie ma l’uomo raziocinante non può restare muto e con le mani in tasca! Perciò ci appelliamo alla competente attenzione del nostro segretario, nonché presidente della Consulta per l’ambiente, Emilio Salemme.
I soci L.A.C. di Modena