Gli Italiani non volevano Renzi come segretario del Pd, ma come premier, la cui ascesa è avvenuta per vie contorte. Ora può giocare la sua partita, ma per il risultato si impone la tripla. di Alberto Venturi Gli Italiani non volevano Renzi come segretario del Pd, ma come premier, la cui ascesa è avvenuta per vie contorte. Ora può giocare la sua partita, ma per il risultato si impone la tripla.Nei ‘fondamentali’ nulla è cambiato: le forze in Parlamento sono sempre le stesse; la legge elettorale rimane un pio desiderio; l’emergenza è sempre emergenza; la costruzione di un possibile sviluppo neanche avviata. Perfino Silvio Berlusconi, che qualcuno sperava di avere rottamato, è nuovamente al centro dello scacchiere politico. Sono cambiati però i protagonisti: prima lo stesso Berlusconi, poi Monti, Letta e ora Matteo Renzi. Si potrebbe per questo erroneamente supporre che morto un papa, se ne fa un altro e che non avrebbe conseguenze un fallimento del sindaco fiorentino; in realtà con lui potrebbe affondare il suo partito e venire a mancare la forza oggiAggiungi un appuntamento per oggi centrale nel sistema politico.Renzi ha capito che stava iniziando il logoramento determinato dalla sua ascesa non lineare: doveva diventare il candidato premier del Pd, ma ha perso le primarie. Per non riscivolare nell’ombra, ha dovuto accettare la segreteria del partito, ruolo pesante, difficile, di mediazione, soggetto all’usura e alla consunzione (dov’è finito Epifani?). A questa situazione si aggiungano le difficoltà del governo Letta a muoversi sull’indispensabile cammino di riforme, frenato dai difficili equilibri e dai veti incrociati. Quella con Enrico Letta è stata in parte una staffetta, sancita dalla direzione del Pd; è stata in parte una defenestrazione quale sacrificio necessario per superare l’anomalia di Renzi segretario Pd, perché non è per quel ruolo che gli Italiani lo hanno votato e seguito con interesse. Ora può giocare la sua partita, quella vera, ma s’impone un pronostico con la tripla. Già la costituzione stessa di un governo può rivelarsi un percorso ad ostacoli, così come l’approvazione della fiducia. Poi dovrà in poche settimane dare segni tangibili di cambiamento e non basterà qualche annuncio eclatante per dare fiducia a un sistema economico e sociale sfiduciato e stanco. Entro l’estate probabilmente sapremo se l’Italia ha trovato un leader o se anche Renzi finirà nel cestino dei suoi esponenti usaegetta, questa volta incartato nel suo Pd perché diffilmente il partito ne uscirebbe integro. In tutto questo occorre inoltre tenere presente che a pelo d’acqua si vedono gli occhi vigili e sottili del ‘caimano’, come lo ha definito il cinema; apparentemente innocuo e solidale, anzi con moti di simpatia, è in realtà prontissimo ad aprire le fauci per il colpo mortale, perché il Renzi oggiAggiungi un appuntamento per oggi ‘democristiano’, per Berlusconi potrebbe ritornare ad essere un ‘comunista’, qualora lo vedesse contrastare i suoi progetti. Saprà il Matteo fiorentino governare una partita così difficile? All’Italia converrebbe di sì, perché garantirebbe un periodo di ‘governo’… ma onestamente ci vuole la tripla.
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Letta-Renzi: l’ultimo paradosso di un’Italia rassegnata al declino, che ha perso tutto ma che spera ancora di Gianni Galeotti Non ho nessuna intenzione di assumere responsabilità di governo senza passare dalle elezioni (Matteo Renzi, 9 febbraio)
Un governo c’è già, e per me dura altri 8 mesi. (Matteo Renzi, 9 febbraio) Al governo si, ma non senza la benedizione degli elettori. (Matteo Renzi, 9 febbraio) Il mio augurio è diventare premier attraverso l’investitura popolare (Matteo Renzi, 10 febbraio) Ma chi ce lo fa fare ad andare al governo senza elezioni? Nessuno di noi lo ha mai chiesto”” (Matteo Renzi, 10 febbraio) Non dirò mai che voglio posti per ministri o sottosegretari, non farò nessuna lista della spesa (Matteo Renzi, 10 febbraio) Sono alcune dichiarazioni del Sindaco di Firenze pubblicate a mezzo stampa la scorsa settimana; una settimana in cui lo stesso Renzi, a distanza di due giorni, si è rimangiato tutto, trasformandosi in quello che la stampa stessa ha definito un ‘castaiolo qualsiasi’, colpevole di avere fatto punto per punto l’esatto contrario di quanto annunciato ai cittadini ed infrangendo in un solo colpo il sogno (che anche una parte del centro destra stava alimentando), di vederlo vincere Berlusconi e Grillo alla prova delle urne e raggiungere Palazzo Chigi con un largo consenso popolare, modello Berlusconi nel 1994.Nulla di tutto ciò: nell’indifferenza di un popolo che ha perso fiducia e speranza nelle istituzioni oltre che nella politica e nei partiti, e di un’Italia provata da altri due anni gettati al vento da fallimentari governi d’emergenza (Monti e Letta nominati dal Re Napolitano senza passare dalle urne), si consuma il fatto eccezionale che rende la scorsa settimana davvero epocale, sotto il profilo politico ed istituzionale. Matteo Renzi, per il solo fatto di avere vinto le primarie a pagamento aperte anche ai non iscritti ed ai minori accompagnati da genitori, in due mesi non solo si prende la guida del partito ma anche quella del governo. Il tutto con le stesse modalità da lui stesso contestate fino al giorno prima ai suoi predecessori Monti e Letta, arrivando fino al da lui ‘rottamato’ d’Alema, che divenne Presidente del Consiglio allo stesso modo. Renzi, oggi, va al governo da nominato e non da eletto, proprio come aveva fatto il ‘baffino’, attraverso gli intrighi di palazzo tipici di una mai superata prima repubblica che fino al giorno prima Renzi stesso aveva demonizzato. Un atto che però non sarebbe stato possibile possibile senza l’avvallo di un Presidente della Repubblica che negli ultimi 3 anni ha allargato i suoi poteri al punto da trasformare una repubblica parlamentare in una repubblica presidenziale dove i governi si possono cambiare per sua volontà, anche per due, o tre volte, non solo senza consultare il popolo sovrano, attraverso le elezioni, come vorrebbe la Costituzione, ma, come in questo caso, bypassando anche il Parlamento, accettando di fare decidere la crisi e la sfiducia a Letta, non alle aule parlamentari ma alla segreteria del PD. Mi chiedo che cosa sarebbe successo se l’artefice di una tale manovra extraparlamentare focalizzata alla conquista diretta della poltrona della Presidenza del Consiglio, fosse stato Berlusconi (che piaccia o no è sempre stato eletto dalla maggioranza degli Italiani) e non Renzi. Mi chiedo dove siano finite le ‘anime belle’ della sinistra pronte a gridare al colpo di Stato ad ogni mossa di Berlusc |