L’erba del vicino è sempre più verde ma, almeno, quella se la cura lui, o la cura il suo giardiniere; magari sul modello di quei vecchi giardinieri che si permettono di discutere, da pari a pari, anzi, spesso dando lezioni, ai loro datori di lavoro, su piante, stallatico, rose, primule e crochi…Roba da film, come quello da cui ho tratto il titolo[1].
Nei giorni scorsi Bice ha dato la parola al “Coordinamento dei comitati e gruppi di cittadini per le sicurezze”, pubblicando l’articolo Non per polemica ma per critica.
Fra le molte cose meritevoli di attenzione, mi ha colpito l’esortazione degli amministratori, rivolta ai cittadini modenesi, affinché si prendano cura del verde pubblico, perché il denaro per la manutenzione dello stesso non c’è. Anche il cittadino più benevolo, di fronte a questo invito, un pensierino lo rivolge, alle tante migliaia di euro spesi in altro, “”altro”” non sempre utile per i cittadini, ma utile sicuramente al consulente pagato a peso d’oro, o alla celebrità che si vende a caro prezzo per dare lustro a qualche manifestazione, presenziando brevemente ad essa.
Dalla realtà locale, estendendo le considerazioni alla realtà nazionale, è noto che al cittadino, all’elettore, per sostenere, contenere e razionalizzare le spese, si chiede sempre molto, in imposte, tasse e balzelli d’ogni tipo; si danno direttive anche nelle più banali piccole quotidianità, come la scrupolosa differenziazione dei rifiuti; si fa appello alla sua responsabilità e gli si impone il sacrificio personale, come l’innalzamento dell’età pensionabile; etc. Ma, così come appare un po’ bizzarro l’invito a curare il verde pubblico, perché si è usciti dal budget con spese magari evitabili, appare altrettanto incredibile e bizzarro che al cittadino si richiedano quarant’anni di contribuzione, o un’età adeguata (sempre più alta) per avere diritto alla pensione, mentre, tanto per cambiare, ai politici questo diritto viene, assai graziosamente, riconosciuto dopo appena una legislatura.
I più informati affermano che per questo siano sufficienti appena due anni, sei mesi e un giorno…ma, onestamente, per essere indignati basterebbe di gran lunga il quinquennio. Senza considerare, poi, l’entità di tale pensione, decisamente lontana rispetto a quella goduta, si fa per dire, dai comuni mortali.[2] L’argomento è molto attuale, dopo l’iniziativa dell’On. Borghesi che il 21 settembre scorso ha proposto l’abolizione del vitalizio: questo è un passo del suo discorso ai colleghi parlamentari prima della votazione.
“Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono tre – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.” (testo completo) (Per chi desiderasse vedere il video)
Il tempo assoluto e il tempo relativo sono da sempre oggetto di disquisizioni fisico-matematico-filosofiche. Se ne sono occupati Aristotele, Sant’Agostino, Newton e molti altri giganti del pensiero…Cinque anni equivalgono a quarant’anni: probabilmente il fluire del Tempo è scandito da altre leggi, in Parlamento…
Io mi limito a dire che questo, per me, è uno spettacolo osceno; questa, per me, è pornografia, così presente, nelle sue molte forme, nella nostra disastrata società.
E’ pornografia dell’anima, quella che discrimina i cittadini, protegge e preserva i privilegi della casta, sia essa composta da politici, magistrati e quant’altro.
E’ la stessa pornografia che fa difendere, accecati dall’ideologia, la propria fazione, in cui tutto è perfetto, buono e giusto, attribuendo all’avversario ogni possibile nequizia.
E’ quella che, in ossequio al detto “Soldi e amicizia soffocano la giustizia”, fa valutare con indulgente simpatia ogni grossolana e incivile azione, quando è opera dell’amico, compagnone, complice e sodale e riserva giudizi ingenerosi, indifferenti e vili a chi non è fra questi.
E’ pornografia dell’anima, infine, quella che fa mentire, fa ingannare chi si fida, stravolge pensieri ed eventi, umilia e ferisce il prossimo.
Tutto questo, dal microcosmo degli affarucci personali, delle piccinerie dei singoli, dalle bassezze degli interessi individuali, si estende e si dilata nella politica e nell’organizzazione sociale, avvelenandole e corrompendole. La gestione della cosa pubblica è resa, da tutto ciò, lenta, insufficiente, difficile o impossibile.
I “giornaloni” che dedicano otto pagine al giorno alle vicende dell’ennesima sgualdrinella scosciata (nonchè manolesta, recidiva reiterata…ma con gli occhi rigorosamente celati, quell’innocente è una minorenne!)[3]dovrebbero dedicare lo stesso spazio e la stessa sdegnata attenzione anche a queste forme di pornografia, a questo malaffare.
Anche se le foto a corredo degli articoli, con qualche babbione di parlamentare, o con qualche pensionato sociale, sarebbero meno decorative di quelle in cui è immortalata l’innocente di cui sopra.
Maria
[1] L’erba del vicino è sempre più verde, del 1960, con Cary Grant e Debora Kerr
[2] Non simpatizzo con il partito dell’on. Borghesi, ma trovo assai meritoria la sua iniziativa; inserisco il link al suo sito, da cui ho tratto queste notizie, per la completezza dell’informazione. http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=314&Itemid=35
[3] Minorenne nel momento in cui scrivo,30.10.2010, condizione dalla quale si affrancherà nei primi giorni di novembre.(NdA)