Quando il te
Una coppia di colombi atterra nei pressi e zampetta verso di lei: lesta lesta estrae un sanguiss[1] dalla borsina di plastica e regala alcune briciole ai due piccioni.
– Non farlo, Prissy, se passa un ghisa[2] è capace di darti una multa.
– Perché mai dovrebbe multarmi? – ribatte trasecolata Prissy
– Perché potrebbe essere vietato dar da mangiare ai colombi. E potresti anche essere apostrofata come deficiente se passasse il sindaco …
Come morsa dalla tarantola, le gote improvvisamente paonazze, Prissy scatta in piedi e, fra lo stupore dei passanti, si lancia in un’invettiva degna del Fiorentin fuggiasco:
– Deficiente e cretina sarà lei e tutti quelli come lei. Sta a vedere che devo chiedere il permesso per dar da mangiare un po’ di briciole a due bestiole che hanno comunque il cervello più grande del suo. Non se ne può più di queste infamie …
Renzo, ottenuto con una certa perfidia lo scopo, cerca di calmarla:
– Lascia perdere, Prissy. Calmati e fammi finire. Potresti essere multata e apostrofata come “deficiente” dal sindaco di Venezia. La
Ormai però Prissy è un fiume in piena:
– Non mi interessa chi l’ha detto, io confermo quello che ho appena riferito …
– Allora, già che ci siamo, ti racconto anche questa: una signora sul ponte di Calatrava, si è fratturata la faccia in cinque punti e ha una placca al posto di uno zigomo.
– Andiamo a casa, ho freddo – dice Prissy violacea, non si sa se proprio per il freddo o per la rabbia.
– Un ottimo esempio di responsabilità, di senso civico e di nobile cultura. – pensa fra sé Renzo – Un sindaco, che, per mantenere le distanze dai cittadini li chiama “deficienti” e che dice ad una donna non più giovanissima, ferita a seguito di una caduta[4]: “in futuro faccia a meno di cadere”, è un maestro nell’elargire zoccolate. Dolorose, ma di prima grandezza.
[1] Versione dialettale ambrosiana di “sandwich”.
[2] Vigile urbano in dialetto meneghino.
[4] La Stampa – ed. del 1° dicembre 2008, pag. 17: “… Vittima dell’incidente è Rosa Simoncini, 4
8 anni, di