L’impennata di assenze per malattia, il lunedì successivo al 15 ottobre 2021, ha fatto scoprire, ultimi, in ordine di tempo, i “furbetti” del certificato medico, all’entrata in vigore dell’obbligatorietà del green pass. A precederli, negli anni, i “furbetti del cartellino” che timbravano per poi tornarsene a nanna, come nel caso del vigile di Sanremo immortalato in slip mentre compie il rito della timbratura, oppure andarsene a spasso, come appurato per molti lavoratori che abitavano in luoghi ameni, oppure per dedicarsi a salutare attività sportiva in canoa, oppure per fare addirittura altri lavori, in caso di stakanovisti.
Non ricordo chi disse che la furbizia fu concessa dal buon Dio agli stupidi che, altrimenti, sarebbero stati destinati a soccombere in mezzo agli intelligenti. Credo, sperando di non apparire blasfema, che questa cosa, però, sia un tantino sfuggita di mano all’Altissimo… infatti, non solo i furbi non soccombono,se la passano alla grande e hanno, solitamente, il sopravvento sulle persone intelligenti. Le quali finiscono, loro sì, per apparire addirittura stupide.
È da furbi, in appalti milionari, acquistare mascherine di carta straccia spacciandole per DPI, lucrando pure sulle provvigioni. È da furbi, quando si è da tempo ritornati nei propri Paesi d’origine, dichiarare di risiedere sempre in Italia, continuando così a beneficiare di pensioni sociali dello stato italiano. È da furbi, timbrare un cartellino e andarsene in giro piuttosto che annoiarsi stando dietro una scrivania. È da furbi gonfiare le note spese, così da guadagnare da ogni viaggio di lavoro o incarico; è veramente da furbi, all’indomani di un provvedimento che si vuole aggirare, come l’obbligatorietà del green pass sul luogo di lavoro, presentare un certificato medico, (mettendosi in malattia, come si usa dire fra noi del volgo) invece di sottoporsi al tampone a pagamento o, ovviamente, vaccinarsi. È da gran furbi fare man bassa del lavoro altrui, appropriandosene, attribuendolo a sé stessi, agghindandosi con le classiche penne del pavone, anche quando si è, tutt’al più, delle cornacchie.
(Detto per inciso, proprio per carità cristiana, ritengo opportuno avvisare che le penne del pavone portano anche jella…)
È davvero da furbi, scodinzolare accanto a VIP e “vippini”, in modo da brillare almeno di luce riflessa. È da furbi, millantare di possedere i requisiti per il reddito di cittadinanza, garantendosi un bell’introito che taluni non raggiungono neppure lavorando; è da furbi, fingere di essere portatori di handicap, guadagnando grazie a questo un sussidio. La lista dei “furbi” o “furbetti” è assai lunga, la tipologia come si vede, è assai variegata. Ma tutti, a mio avviso, anziché essere definiti furbi, o furbetti, (quasi un vezzeggiativo) meritano di essere chiamati con il loro vero nome : truffatori.
Godere di benefici per i quali non si ha titolo, significa sottrarre ad altri un diritto.
Dimostrare di essere presenti al lavoro mentre ci si dà al buon tempo, fa lavorare il doppio chi, invece, è così poco furbo da timbrare e mettersi all’opera. Fingere una disabilità, beneficiando di aiuti e diritti, inevitabilmente danneggia chi disabile lo è davvero e, che, dato che le risorse economiche dello Stato non sono inesauribili, spesso rimane fuori da aiuti e sovvenzioni.
I furbi sono la parte marcia della società, abili nell’approfittare della buona fede altrui, nel mondo del lavoro, in politica, nella scuola, nei rapporti umani… avvantaggiandosi di ogni fatto e situazione. Talvolta sono soltanto fonte di amarezza e delusione, molto più spesso sono di reale danno a chi furbo non è e non sarà mai.
Ma il pericolo più grande è che, visto l’andazzo, si arrivi a rinunciare a educare alla rettitudine i ragazzi ed i giovani, esortandoli, invece, a “farsi furbi” .
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto sono link che portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
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A.D.Z.
La strana Italia che ci aspetta in un futuro non troppo lontano
Massimo Nardi
Dodici nazioni in Europa vogliono costruire dei muri per impedire gli ingressi nelle loro nazioni di ospiti non propri ben accetti. Qualcuno si è persino spinto a dire che quest’operazione danneggia noi italiani, e in parte è vero. Sì, perché chi vuole una nuova vita, cambierà strada e cercherà di entrare dalla parte del “ventre molle dell’Europa” e cioè dall’Italia.
Alberto Venturi
Calenda, persona di grandi capacità (e difetti), se vuole essere credibile bisognerà che abbandoni vezzi della politica di oggi, come essere eletto in consiglio comunale a Roma e dimettersi il giorno dopo, tenendosi il ruolo di eurodeputato. Non avrebbe dovuto neanche presentarsi. Questo vale per la destra, la sinistra e anche per Draghi.
Al Centro Via Vittorio Veneto parliamo di…. “Judo”
La Reine
Domenica 24 ottobre 2021 alle ore 17.00 presso il Centro Via Vittorio Veneto, sono proseguiti gli appuntamenti con lo sport.
Draghi sì, Draghi no, ma sempre Draghi
Paolo Danieli
Il futuro della democrazia gira attorno al Quirinale. A febbraio, mese in cui dovrà essere eletto il Presidente della Repubblica, mancano solo 4 mesi. E’ sempre importante l’elezione del Capo dello Stato, ma questa volta di più. Vediamo perché.
Titane: gloria e vita al nuovo cinema?
Francesco Saverio Marzaduri
Il film, vincitore della Palma d’oro a Cannes, è secondo lungometraggio della trentottenne parig
ina Julia Ducournau.
Ugo Volpi
La vittoria politica non è quanto potere si ha, ma come si è riuscito a gestirlo quando lo si ha avuto e c’è una misura ancora più importante del voto, seppure non la si consideri ed è il miglioramento della situazione sociale, economica, culturale e di umanità della comunità che si è guidato.
Buona settimana e buona lettura del n. 772 – 463.