Ho sentito un discorso tra due amici, su una donna, una conoscenza comune, con il primo che chiedeva all’altro:
– Ma cosa le hai fatto, che ce l’ha tanto con te? …e con il secondo che, tutto ammiccante e tronfio, che rispondeva :- Cosa “non” le ho fatto, vorrai dire, eh eh, per questo ce l’ha con me…
ponendo esageratamente in evidenza quel “non”, dicendo poco e facendo intendere molto, gettando così il seme della calunnia, verso una donna, ovviamente non presente, insinuando come causa dell’avversione le sue mancate attenzioni, diciamo. Un discorso in cui le parole “non dette” sono umilianti e ingiuriose ma, proprio perché non dette, salvano il gaglioffo che le ha pronunciate.
Tralascio per amor di patria di citare i nomi dei due gentiluomini occupati in questi lieti conversari, nomi che farei davvero tanto volentieri. Non posso tralasciare, tuttavia, di trovare squallido e senza civiltà, atteggiamenti come questo, uno dei tanto modi di fare violenza ad una donna. Indifesa, sempre, anche quando è una persona coraggiosa e forte, perché alla fine, sempre e soltanto come oggetto, da usare o da rifiutare, essa viene considerata.
Compiango questi esponenti del genere maschile e compiango comunque anche un certo tipo di donna, che si accontenta di essere semplicemente carne femminile, accettando di essere chiamata con il nome di parte del suo corpo, arrivando al punto di autodefinirsi essa stessa come tale.
Ma le donne, quelle vere, giovani e di ogni età, sono ben altro, e a loro sono accanto, in particolare alle vittime di ogni tipo di violenza.
Ricorre venerdì 25 novembre, la giornata contro la violenza. Bice riporta diffusamente in Agorà le iniziative della Regione Emilia Romagna, in particolare nella provincia di Modena.
Sono accanto a tutte le donne di ogni età e condizione che onorano sé stesse con il talento, la bellezza, la dedizione, la professionalità, il coraggio, la semplicità, la forza, l’intelligenza e l’allegria. E sono accanto a tutte le donne vittime della violenza, morale e fisica, entrambe inaccettabili e atroci.
Fino a quando esse esisteranno, fino a quando la cronaca ne darà tristemente conto,fino a quando la società sarà incapace di prevenirle, o almeno punirle, trovo inutili ricorrenze come l’otto marzo e iniziative come le quote rose, le pari opportunità…per le due ultime in particolare ho una certa resistenza. Avere per legge, per un obbligo, il riconoscimento delle proprie capacità, l’accesso al mondo del lavoro, e pari diritti nella società e in famiglia, è assolutamente deludente per qualunque donna. Queste ingiustizie, queste violenze, unite alle violenze fisiche, sempre più comuni, sempre più diffuse e terribili, fanno inorridire ogni persona retta.
Oggi un caro amico mi ha detto che per la donna, essere legittimata come coprotagonista del cammino virtuoso che deve compiere l’Umanità appare un traguardo ancora lontano.
Credo che abbia ragione.
A.D.Z.
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