
Sono moltissime e in molte cose semplificano la vita, dato che, ormai, siamo costretti a vivere molte ore connessi. Indubbiamente queste applicazioni sono espressione della più alta tecnologia, anche quelle create a scopo ludico. Dietro tutto questo si nasconde, tuttavia, più di un’insidia.
I programmini creati per i nostri cellulari e per i dispositivi mobili in generale, sono ormai pane quotidiano. Sono le cosiddette “App”. Sorvolando sulle arcinote Facebook, WhatsApp, Instagram, etc. immancabilmente presenti, anche il più resistente o indifferente degli utenti, ne ha comunque un gran numero di altre installato sul proprio telefonino; alcune “app” installate per scelta, altre capitate letteralmente fra capo e collo, a volte utili, molte altre volte, invece, decisamente meno se non addirittura dannose ma sempre espressione della più alta tecnologia, anche quelle apparentemente inutili o quelle create a scopo ludico.
Ci sono le applicazioni per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali, altre permettono di avere immediatamente il quadro della situazione meteo, nel proprio quartiere come a Timbuctù, altre ancora consentono di pagare l’obolo della sosta nei parcheggi a pagamento senza preoccuparsi degli spiccioli oppure prenotare un esame medico, prendere nota e salvare appunti, archiviare fotografie; ci sono app che trasformano in un perfetto scanner anche un modesto smartphone, altre ancora permettono di leggere gli ormai onnipresenti QR , acronimo di Quick Response, famosi codici quadrati utilizzati per dare accesso rapido a siti web, a messaggi o a informazioni anagrafiche di contatto. In pratica, essi costituiscono utilissime “scorciatoie” per accedere a ulteriori informazioni, quelle sanitarie ad esempio, ricordiamo i famosi o famigerati GreenPass che, appunto nel QR, avevano la nostra storia.
Queste app sono davvero moltissime e in molte cose semplificano la vita, indubbiamente, dato che, ormai, siamo costretti a vivere molte ore connessi. Altre applicazioni, appannaggio non solo dei ragazzi e dei giovanissimi, sono di puro divertimento: chi non ha, almeno una volta, ceduto alla tentazione di usare l’app per ottenere verosimili filmati in cui canta un successo da Hit Parade o una romanza d’opera! Non occorrono particolari competenze, è sufficiente una minima dimestichezza, basta caricare una fotografia, scegliere un brano fra quelli proposti e il gioco è fatto. Il divertimento, ovviamente per le persone normali, si esaurisce, dopo qualche esperimento e le app si accantonano, a occupare memoria nel cellulare!
Ma ci sono anche applicazioni, come il simulatore di voci, non del tutto innocue. Sono sempre più diffuse, le più note si chiamano FakeYou , VoiceTooner, Celebrity Voice Changer; sono programmini che permettono di riprodurre voci di personaggi famosi o di chiunque altro, con il testo che più aggrada.
Può essere divertente per qualcuno far dire qualche scempiaggine a questo o quel politico ( che già ne hanno un bel repertorio personale, comunque…) o fargli cantare un’improbabile canzoncina natalizia o fargli fare la pubblicità a un programma… Il filmato del Gen. Vannacci che presenta il ritorno in onda di “Striscia la notizia” è un esempio veramente eclatante. Dovremmo essere consapevoli, tuttavia, che, dietro tutto questo, si nasconde comunque l’insidia e che, in mano a persone disoneste, malvagie o semplicemente stupide, ci sia la possibilità, tutt’altro che remota, che questi giochetti cessino di essere tali e possano diventare armi pericolose.
Queste applicazioni permettono come abbiamo visto di far parlare personaggi, famosi e non, con messaggi del tutto inventati. Video e audio fittizi, così creati, non sono facilmente individuabili. Sarà facile in particolare “truccare” le intercettazioni telefoniche, ad esempio, rendendo ancora più arduo o impossibile il lavoro degli investigatori che ne dovranno appurare l’autenticità… sarà facile creare falsi video con dichiarazioni estemporanee, verosimili ma fasulle, mettendo in bocca a personaggi noti e non, parole che non hanno mai pronunciato, pensieri che non hanno mai espresso… Nelle istruzioni dei suddetti programmi ci sono le relative raccomandazioni d’uso, “ per scopi personali legati al divertimento e alla creazione di contenuti multimediali non lesivi agli altri.” come recitano le istruzioni del programma FakeYou, ad esempio. Ma, si sa, in mano a un chirurgo il bisturi salva una vita…in mano a un delinquente diventa un’arma mortale. Così è anche per questi programmini.
Non sono preoccupazioni isolate o eccessive. È noto come anche l’Unione Europea stia cercando di correre ai ripari, studiando di mettere in atto controlli su tutti i sistemi di intelligenza artificiale che creano immagini, contenuti audio o video falsi ma straordinariamente simili a persone e situazioni reali, tanto da indurre in errate valutazioni.
La prudenza massima, se non addirittura la diffidenza, sono sempre consigliate.
Perché tutto questo, dal mondo virtuale, passa a quello reale, facendo danni veri.
Una risposta
La tirannide delle app
Da vecchio rudere quale sono ci ho messo un bel po’ per capire il significato del termine ” app “.
Poi ho capito che è l’ennesimo termine inglese ( abbreviato ) , che ormai è diventata la lingua ufficiale dell’universo mondo e che come il prezzemolo troviamo in tutte le minestre .
E pensare che, avendo una cultura umanistica, conosco, oltre alla lingua madre, ancora il latino alla perfezione ed il greco un po’ di meno perché è una lingua un po’ più ostica e non facilmente assimilabile.
Conosco discretamente il francese perché l’ho studiato al ginnasio anche se il professore era un laureato in giurisprudenza e di francese non ne sapeva una mazza.
Purtroppo di inglese so solo quello che ho appreso dalle canzonette e poco altro.
Dando una scrutata a Google ,che io definisco mater et magistra universale, apprendo, che “App” è l’abbreviazione del termine informatico Applicazione.
Per App si intende una applicazione o un programma creato per essere installato su dispositivi Cellulari o Mobili che interagisce con i componenti del cellulare e con l’utente che lo utilizza.”
Google poi mi dice che app è un abbreviazione del termine inglese ” application “.
Ormai siamo, non solo i ragazzi ma un po’ tutti, solo acritiche appendici delle app.
Ce ne sono a migliaia e ne cito a memoria solo quelle di uso più comune che sono:- Facebook, Messenger, WhatsApp , Instagram., Snapchat, Skype, TikTok, Telegram, Google Maps eccet.
Mi chiedo da tempo sempre più angosciosamente cosa ci abbia guadagnato l’umanità con internet e le app ?
E la prima risposta che mi do è : con internet e le app è praticamente scomparsa la vita di relazione di una volta,
Ormai si dialoga quasi esclusivamente tramite social .
Ma quello che preoccupa non è solo il monadismo che ha spazzato via la civile convivenza ma il fatto che con Internet e le infernali app sono scomparsi milioni di posti di lavoro.
In un cellulare anche non di ultima generazione troviamo di tutto stando comodamente seduti in poltrona.
Da decenni ormai si sta assistendo alla perdita di milioni di posti di lavoro a causa del progresso tecnologico, dell’online, delle nanotecnologie e della robotizzazione.
E tutto lascia presagire che il trend continuerà : sempre più macchine al posto dell’uomo e sempre meno posti di lavoro.
Stanno scomparendo da anni ormai quasi tutte le edicole, gli sportelli bancari ( grazie all’home banking ) , i negozietti di quartiere, gli artigiani etc .
E’ il trionfo della grande distribuzione.
In una realtà artefatta dove si confonde quello che ci circonda con il virtuale, dove anche l’informazione è sapientemente orientata, arriva persino il simulatore di voce, un diabolico giochetto che serve per screditare l’avversario, politico per lo più ma non solo .
E pensare che è bastato l’uso spregiudicato del web per fare arrivare al potere gli scappati di casa, una massa di incompetenti che forse hanno fatto più danno dei politici corrotti della prima e seconda repubblica.
Dovremmo avere il coraggio di neutralizzare il progresso tecnologico tornando ai ritmi di vita di mezzo secolo fa prima che Internet prendesse il posto della vita di relazione e dei rapporti interpersonali.
Ma so che questa è mera utopia.