Morire sullo schermo, per un attore è un modo per vivere. L’attore che “muore” è protagonista.
E,da esperto di Cinema, l’incolore uomo politico Walter Veltroni…sicuramente lo sa, e ha recitato bene questa parte. Muore politicamente, almeno per quanto riguarda il Parlamento.
Un personaggio pieno di contraddizioni, il buon Veltroni…Comunista filo americano, è innamorato perso degli Stati Uniti (anche se gli Stati Uniti non se lo filano per niente, quindi è un amore non corrisposto.
Come gli detta la sua passione, adotta slogan in lingua inglese, usati dai politici che ammira di più, dall’altra parte dellAtlantico…slogan celeberrimi, come quel “I care” scelto anni addietro per il Congresso della Quercia; altri slogan ancora si mette poi a tradurli, anche se un po’ liberamente, trasformando quell’incisivo “Yes, we can” di Barack Obama, con il quale l’attuale presidente americano illuse e ipnotizzò l’elettorato americano, in quel moscio e casereccio “Si può fare” che non gli portò fortuna.
Né migliore fortuna, all’indomani della sconfitta politica del 2008, ebbe quel suggestivo Governo Ombra, mutuato da Achille Occhetto, che creò il suo shadow cabinet, istituzione tipicamente anglosassone, nel 1989.
Questo Governo Ombra, da lui guidato, doveva controllare, tallonare, marcare stretto, il governo Berlusconi e i suoi pittoreschi e improbabili ministri, svolgendo un’azione critica verso le decisioni del governo stesso, proponendo simultanee alternative, facendo una più efficace opposizione. Per non lasciare spazio, disse un agguerritissimo Veltroni, a errori e provvedimenti ingiusti, intervenendo tempestivamente, nell’interesse del paese e dei cittadini elettori. Francamente, non è stato un granchè, come Governo Ombra, ma fu l’ultimo sprazzo, e poi, fra alti e bassi, eccolo a sommesse e grigie partecipazioni al dibattito politico.
Ora, invece, “morendo” politicamente, ha avuto l’onore della cronaca, quella che gli era mancata in questi anni, da politico senza qualità e senza carisma, suscitatore di tiepidi entusiasmi e feroci critiche, anche all’interno del suo partito.
Comunque, non starà malissimo. Sopravviverà discretamente, con il vitalizio che si è guadagnato, con la presenza dal 1987 in Parlamento. Anni di duro lavoro, evidentemente, lavoro non equiparabile certo a quello di altri lavoratori, altri operai, impiegati, etc. che, infatti, in pensione non ci vanno.
Maria
© Riproduzione Riservata