Da giorni imperversa sui quotidiani la querelle inerente la possibilità di andare o meno contromano in bicicletta.
Trovo che tutta questa faccenda sia solo un’altra perdita di tempo con sfondo a carattere simil-ecologista, ma che di ecologista non ha che l’incarto con cui viene presentato.
Basterebbe attenersi a quanto recita il Codice della Strada (l’art. 182 norma la circolazione dei velocipedi in modo esaustivo[1]).
Invito tutti i signori che per raggiungere il centro, quasi avessero le natiche incollate al sellino, vorrebbero evitare sia di fare trecento metri in bicicletta in più, sia qualche metro a piedi[2] spingendo il velocipede contromano, a provare per un giorno a farsi un giro (appiedati) su alcuni marciapiedi dove i pedoni rischiano l’incolumità grazie a loro educatissimi colleghi che credono di poter sfrecciare come Coppi o Bartali a seconda del gusto trillando insistentemente al pedone che passeggia “dispettosamente” sul marciapiede (in pieno diritto e attenendosi alle regole).
Oppure a percorrere in orari di punta alcuni cavalcaferrovia su cui transitano loro colleghi sui marciapiedi destinati ai pedoni e quando ne trovano uno sul loro tragitto con profonda arroganza scampanellano per segnalare al pedone di scansarsi, magari appiattendosi sui parapetti o buttandosi sul manto stradale.
Se questi gentlemen si limitassero ad attenersi a quanto la legge prevede, forse sarebbero meno pericoli per se’ stessi e per gli altri, e si potrebbe pensare a cose più serie e contingenti come far notare a chi di dovere che i manti stradali richiedono urgenti manutenzioni e che alcuni manufatti stradali (cavalcaferrovia Sacca e Crocetta, tanto per citarne un paio) mostrano ormai pericolosamente il passare del tempo, anche a livello strutturale.
Ma se dovesse essere accolta la richiesta di questa ulteriore deroga, chiederò l’esonero per i pedoni dal dover servirsi dei sottopassi e che sia invece loro consentito attraversare bellamente i binari quando lo ritengano giusto: il tutto per evitare qualche metro a piedi in più.
Anche i calli protestano!
Il bello è che poi le stesse persone che pretenderebbero di non rispettare queste elementari regole, magari sono le stesse che hanno il coraggio di lamentarsi della giustizia e della mancanza della certezza della pena.
L’educazione e il rispetto delle norme deve valere per tutti e in ogni luogo, sempre, e deve cominciare da quelle più semplici, se non si vuole vivere in una pericolosa anarchia che non produrrebbe niente di buono.