All’ospedale di Legnano è in corso un’operazione per salvare una bambina di pochi mesi da una grave emorragia cerebrale. C’è bisogno di una trasfusione di sangue, ma i genitori, Testimoni di Geova, si oppongono, pur sapendo che decretano la morte della loro figlia. I sanitari chiedono l’aiuto dei Carabinieri, che chiamano il magistrato, il quale sospende la podestà genitoriale e l’operazione può concludersi.
Appoggio totalmente il loro operato, ma allora la vita non può essere ridotta ad una questione di mero diritto ‘privato’, neppure quando la scelta è sorretta da una convinzione forte e totalizzante come la fede.
Ce la potremmo cavare sostenendo l’impossibilità di decidere la morte di qualcun altro, ma accettiamo, seppure morendo un po’ anche noi, di sospendere le cure per le persone più care, quando sono inutili e provocano soltanto sofferenze. Decidiamo noi per loro, come quei genitori, ma in un caso i medici ci sostengono, nell’altro si oppongono fermamente perché sanno di potere ridonare la vita.
Di una cosa sono convinto: la vita non può essere soltanto una questione di diritto privato e tantomeno la morte può essere un diritto assoluto, per sé o per qualcun altro.
Non riesco a dare torto alla Corte Costituzionale quando ritiene non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.
Ma non so dare torto neanche al presidente della CEI, Mons. Bassetti:
“”La vita non ce la siamo data e come non ce la siamo data non ce la possiamo togliere, tutto deve essere prolife, tutto deve essere per la vita, bisogna cambiare mentalità e convertirsi, non scegliere le strade più semplici””.
E così, questa mattina, inizio la giornata piena di dubbi e un’unica certezza; non basterà una legge a convincermi.