La seguente citazione è attribuita universalmente ad Abramo Lincoln:
“ Potrete ingannare tutti per un po’. Potrete ingannare qualcuno per sempre. Ma non potrete ingannare tutti per sempre.”
L’esclamazione che sgorga spontanea in simili casi, ossia
“E allora saranno cavoli amari”
non ha, invece, una illustre paternità, diciamo pure che è orfana, ma ciò non toglie che sia ben nota e infallibile.
La nostra vita, questo breve intervallo fra due eternità, è una sola. Forse per questo alcuni pensano bene di averne una doppia.
Sorprende che il virtuoso pater familias sia in realtà un abbrutito gaglioffo dalla doppia vita, insofferente e aggressivo, come se, invece del dardo di Cupido, l’avesse raggiunto il morso della tarantola… e sbigottisce che una altrettanto virtuosa mater familias, con disinvoltura si sottragga ai doveri che dovrebbero esserle infinitamente cari, per darsi spensierata al buon tempo.
Non voglio fare del moralismo, che è comunque cosa ben diversa dall’avere una morale, anzi, ciò che sto per dire potrebbe essere considerato, forse, permissivo.
Rispetto i sentimenti, anche non ortodossi, se essi migliorano gli individui; rispetto le passioni, palesate o tenute per sempre nascoste anche a chi le suscita, se esse aggiungono, allo sfaccettato mondo interiore di ciascuno di noi, ancora qualcosa…Da queste passioni, da questi sentimenti, non scaturiscono mai volgari tresche, delitti, cattiverie e malanimo.
Non sono queste le doppie vite.
Le doppie vite hanno qualcosa di ipocrita, di torbido, di inconfessabile, anche se non penalmente rilevante, come le frequentazioni extraconiugali. Doppie vite dalle quali derivano tessuti familiari sfilacciati e distrutti, rapporti con conoscenti e amici compromessi o annientati. Doppie vite che scatenano i peggiori istinti e tolgono la patina, in alcuni per la verità assai sottile, inferiore al micron, di civiltà e di educazione sotto la quale i cafoni celano la loro vera natura.
Questo perché gli esseri umani, quanto più in basso scendono,tanto più sono incuranti e insensibili alle umiliazioni che infliggono agli altri. Non solo, più in basso scendono, più diventano imprudenti, fanno meno attenzione ai dettagli… un autovelox dispettoso, un biglietto autostradale, un nome sbagliato… per non parlare di un eventuale imbarazzante coccolone, sempre possibile in certi frangenti.
In pratica, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, come direbbe mia nonna e qui si presentano gli amari ortaggi della citazione popolare.
Generalmente, trattando di doppie vite, si pensa alle tresche di cui sopra, in quanto la stragrande maggioranza delle “doppie vite” ruota attorno a banali vicende d’alcova. Ma, lasciando alle loro attività lorsignori, la doppia vita è anche altro.
Secondo me doppia vita è anche quella di qualsiasi persona apparentemente onesta e affidabile, che si rivela pedofilo, strozzino, corruttore o, a vario titolo, colluso con la delinquenza…che si rivela persona amorale e indegna di fiducia e rispetto…perché a essere doppie, terribili e false, sono le coscienze e i guai che derivano da questo modo di concepire l’esistenza sono molteplici e gravi.
Da qualche marito che racconta balle alla moglie per coprire le sue scappatelle, dal truffatore che si finge onesto, dal benefattore in realtà avido usuraio, dal socio in affari arraffone e traditore,etc., troppo spesso scaturiscono tragedie… un marito geloso che pianta un coltello nella “”panza”” del rivale, una moglie ammazzata per farla tacere, uno scomodo testimone di un’attività di usura tolto brutalmente di mezzo, un avversario politico “fatto suicidare”… Conseguenze queste di esistenze vissute all’insegna di una fasulla rispettabilità, di una onestà di facciata, per salvare la quale si è pronti a tutto, anche al delitto.
Sono innumerevoli le doppie vite di persone insospettabili, improvvisamente assurte agli onori della cronaca e in questo periodo ad esempio abbiamo visto, fin troppo, secondo me, prima e dopo l’arresto, la faccia di Salvatore Parolisi. Che sia colpevole o meno dell’omicidio della moglie, è un personaggio assolutamente squallido, per la doppia vita che conduceva.
Chi ha valori e principi, li rispetta, nella vita privata e in quella pubblica. Chi, invece, trova normale la menzogna, l’inganno e la disonestà, chi è incurante delle leggi e dei diritti altrui, è un individuo inaffidabile e pericoloso, in famiglia e nella società. E, se ricopre una carica, le conseguenze delle sue azioni, danneggeranno chi è amministrato, diretto o governato da lui.
Ma chi scende così in basso finisce con il credersi immortale,immune da ogni giudizio, mente anche a sé stesso, autoassolvendosi di ogni colpa, sogghigna anche di fronte alle possibili conseguenze, è incurante e assolutamente senza rimorso.
Ci sono persone così, persone che, se avessero un briciolo di dignità, farebbero Hara-Kiri.
Maria