La tragedia di Novi – dichiarazione e commenti – aggiormanenti

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Sono qui riportati e pubblicati, oltre ad una nostra breve nota redazionale,i vari commenti e dichiarazioni riguardanti il gravissimo fatto di Novi provenienti dalle diverse istituzioni nel modenese

Non è possibile non rimanere profondamente  colpiti da questo cruento omicidio che si è consumato a Novi. Il particolare poi che si è  trattato di una violenza distruttiva consumata ed esercitata  da extracomunitari pakistani contro donne della loro stessa famiglia indifese ci impone una qualche breve annotazione.

La via all’emancipazione femminile, alla pari di quella maschile, rappresenta per noi gente italica una grande conquista; un valore da salvaguardare e da perseguire in tutte le realtà dove questa si mostri debole o carente.

In questi ultimi decenni la presenza sempre più tangibile di migranti nel nostro paese ci ha mostrato e ci ha fatto constatare  purtroppo, anche con esempi ripugnanti, come nel caso verificatosi a Novi di Modena, che di regola e non eccezionalmente la figura femminile viene tenuta e costretta in uno stato di assoluta ed inammissibile umiliante  soggezione. Ritengo che sia nostro dovere, se non vogliamo divenire complici di un simile inammissibile disvalore,  impegnarci maggiormente per favorire una reale emancipazione di tutte le migranti che si trovano nel nostro paese.

Le diverse strutture pubbliche e private che si stanno occupando di questo problema devono essere ulteriormente rafforzate con mezzi e strumenti adeguati idonei a rendere concrete i loro obbiettivi.

Ho l’impressione invece che queste importanti presenze oggi vengano viste, loro malgrado, come un insieme di pronto intervento che viene chiamato o coinvolto solo quando la tragedia è ormai prossima all’epilogo ed è supportata da esplicite denunce.

Eppure, di fronte a donne immigrate, individuato il loro paese di provenienza  siamo in grado di conoscere o di  intuire quale sia la condizione riservata dalle loro comunità o dalle proprie realtà familiari nonostante si trovino nel nostro paese. Affrancarle, condurle lungo un percorso fatto di emancipazione  sia culturale che sociale, fino dal loro arrivo nel nostro paese, credo che debba diventare ormai un nostro imperativo che deve essere supportato da mezzi e da risorse idonee e sufficienti per questo scopo.

Dobbiamo concretamente imboccare questo percorso non perché condizionati da un insieme di pietismo e di solidarismo, ma perchè, oltre a suggerircelo la civiltà e i valori profondamente radicati nel nostro paese, lo impone una lucida e consapevole scelta politica: se non  vogliamo contribuire ad alimentare corpi sempre più estranei e sempre  più laceranti la tenuta del  nostro tessuto sociale  questa strada particolarmente attenta alle fascie più deboli ed indifese( le donne e  minori) è obbligata.

Si impone un nostro profondo cambiamento culturale per affrontare un mondo in rapida ed inarrestabile trasformazione o molto presto, nonostante le strida di duri  e puri, trasformeremo la nostra  Italia in un paese invivibile e sempre più vittima di caos multietnico 

Dieffe

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06 ottobre 2010 

Lega Nord Modena: “Noi ci battiamo per la difesa della nostra cultura, il PD vorrebbe un melting pot fallimentare e nocivo sia per noi che per gli immigrati”

 

“Il Caso di Novi porta di nuovo alla luce le sostanziali differenze con cui le diverse forze politiche affrontano il problema dell’immigrazione”, a rispondere all’attacco del PD  questa volta è il Segretario cittadino della Lega Nord Stefano Bellei.  “È ridicolo come i segretari di circolo area  PD di  Novi e Rovereto, unitamente all’On. PD Manuela Ghizzoni,  abbiano cercato, con un patetico tentativo, di ribaltare la realtà dei fatti, affermando che “i leghisti sono i migliori alleati degli integralisti” e che “opporsi all’integrazione vuole dire fare il gioco di chi afferma il potere maschile sulle donne”, sopratutto in un caso come questo in cui se fossero stati fatti controlli maggiori si sarebbe potuta evitare la tragedia.

Queste frasi denotano le scarse argomentazioni con cui il PD affronta il problema dell’immigrazione, non voglio strumentalizzare in nessun modo questa tremenda vicenda” – conclude Bellei – “ma come Lega Nord ci sentiamo di gridare  solo la nostra rabbia perché siamo sicuri che se ci lasciassero applicare la  nostra politica episodi come questi non accadrebbero!”

“In maniera capziosa, il PD interpreta il nostro rispetto per tutte le culture e la difesa della nostra tradizione come un qualcosa di arcaico,” – affermano Nicola Rossi e Stefano Barberini del Gruppo Consiliare della Lega Nord – “non accorgendosi del fallimento totale della loro impostazione mentale, che vorrebbe solo individui sradicati da utilizzare come carne da macello per gli interessi economici delle multinazionali: il consumatore globale perfetto, perennemente insoddisfatto, sfruttato e un po’ depresso. Per anni ci siamo dovuti sorbire le balle sugli immigrati che venivano a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma le dure rivolte nei quartieri ghetto europei ed oggi, anche in quelli italiani, dimostrano esattamente il contrario. Le seconde e terze generazioni di immigrati non accettano assolutamente di essere trattate come manovalanza a basso costo e pretendono gli stessi diritti sociali dei nostri connazionali; siccome però l’alleanza tra “progressisti” e grande capitale gli ha assegnato quel determinato ruolo, la loro rabbia sta ora manifestandosi come disprezzo per tutto quanto è diverso dal loro retaggio culturale. La verità è che non possiamo più permetterci un’immigrazione incontrollata e bisogna dotarsi di seri strumenti per verificare il livello di coinvolgimento degli stranieri nella nostra comunità e soprattutto la loro volontà di rispettarne leggi e consuetudini. Se anche viviamo in un mondo globale” – concludono Rossi e Barberini – “e se certo, contrariamente a quanto fa la sinistra nostrana, noi rispettiamo la cultura anche dei cittadini stranieri, di certo non possiamo sprecare risorse per una finta integrazione: prima di tutto va difesa la nostra specificità di modenesi e chi non rispetta le regole va rimandato a casa.”

 

Il Segretario cittadino Stefano Bellei e i Consiglieri Comunali Nicola Rossi – Stefano Barberini

Lega Nord Modena

 

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Per vedere lapidata una donna non occorre andare in Iran : basta andare dietro l’angolo  di casa nostra

 

Quando ancora non dobbiamo abbassare la guardia per Sakineh verso la quale la repressione iraniana continua ad invocare la morte, in nome di una giustizia  ancorata alla legge coranica, appena a pochi isolati da noi, altre pietre, questa volta raccolte dal suolo italiano, hanno ucciso una donna islamica, immigrata nel nostro Paese, la cui unica colpa e’ stata quella di cercare di difendere la figlia ventenne dall’inaccettabile furia del padre padrone pakistano.

Ed anche la ragazza ha subito la furia del fratello padrone che l’ha ridotta in fin di vita a sprangate.

Sanaa e Hina l’altro giorno, oggi Nosheen e la sua mamma : questi non sono piu’ fatti isolati , ma sono il frutto di quel cancro che e’ il fanatismo culturale e religioso che in Italia  stiamo tollerando da troppo tempo nel nome di un falso buonismo e dell’islamicamente corretto ad ogni costo e che purtroppo si annida anche fra i nuclei apparentemente senza particolari problemi di integrazione.

Qui non siamo di fronte a fatti di cronaca o di fronte ai soliti uomini che prevaricano le donne in nome di un desiderio atavico di potere, come  purtroppo si sente dire da qualche esponente politico del Pd: qui siamo di fronte a uomini padroni che massacrano le donne che chiedono loro di poter vivere libere in un Paese civile, nel nome di quella sharia che invece  nega i  piu’ elementari diritti umani, la liberta’ ed il rispetto dell’individuo.

Qui si tratta  di avere il coraggio di dire basta alla tolleranza verso quelle culture di morte e sopraffazione, ove non solo si legittimano ma addirittura si considerano atti normali verso la donna la lapidazione, le frustate, la segregazione dietro il burqa le bruciature con l’acido il digiuno nelle ore diurne di acqua e cibo delle bambine e  perfino l’infibulazione…

Invece di invocare la cittadinanza breve, cerchiamo di fermare nel nostro Paese questi massacri,  perche’ questi sono i veri drammi  che queste donne vivono sul nostro territorio, altro che quelli di attendere qualche anno in piu’ per la cittadinanza!

Tutte le Istituzioni  devono dare un segnale concreto, forte e deciso:  su tutti i siti  venga lanciato oggi stesso un appello permanente per dire basta a queste stragi di innocenti e che le foto delle varie donne colpite a morte vengano ivi riportate e vi restino come monito e  segnale di nostra vicinanza a tutte quelle persone, soprattutto di seconda generazione, che sono nel nostro Paese e che qui voglio vivere libere.

 

Anna Maria Bonacini

 

Capogruppo PDL Circoscrizione 4 Comune di Modena

Responsabile Pari Opportunità Coordinamento Regionale PDL

 

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Comunità pakistana Unione Terre d’Argine

 

Piena adesione alla fiaccolata in solidarietà con Nosheen Butt

 

La Comunità pakistana dell’Unione Terre d’Argine desidera esprimere la sua piena condivisione e il suo appoggio alla fiaccolata di solidarietà con Nosheen in programma venerdì 8 ottobre alle ore 20 a Novi di Modena.

La Comunità pakistana esprime altresì fermo cordoglio per la morte della signora Shenaz, madre di Nosheen, che ha pagato con la vita il tentativo di difendere la figlia dalle aggressioni del marito e del figlio.

Alla manifestazione di venerdì sera la comunità pakistana parteciperà numerosa garantendo la massiccia presenza delle donne pakistane per sottolineare la propria condanna alla violenza sulle donne.

Non si può estendere l’atteggiamento violento e la mentalità arcaica del padre e del fratello di Nosheen ai tanti pakistani presenti a Novi e nella Bassa Modenese.

Come me, in tanti riteniamo che ogni persona deve essere libera di fare le proprie scelte di vita e che gli atti di violenza non possono essere mai giustificati.

Molti cittadini pakistani stanno esprimendo la solidarietà a Nosheen attraverso visite all’ospedale dove è tuttora ricoverata la ragazza.

Tuttavia le forze dell’ordine non hanno ancora dato il permesso, per motivi di sicurezza, ad accedere alla  sua stanza.

 

Irfan Hayat

 

Rappresentante Comunità Pakistana Unione Terre d’Argine

 

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“Integrazione, da Aimi parole irresponsabili e pericolose”

 

Lo affermano i consiglieri regionale Palma Costi e Luciano Vecchi rispondendo all’esponente Pdl

 

“Le parole del consigliere Aimi sono irresponsabili e pericolose”. Ad affermarlo sono i consiglieri regionali del Pd Palma Costi e Luciano Vecchi, che rispediscono al mittente la denuncia del fallimento delle locali politiche d’integrazione. “Invece di strumentalizzare una vicenda tanto grave e dolorosa – dichiarano Costi e Vecchi – Aimi farebbe bene a studiare meglio il fenomeno della violenza sulle donne: un’emergenza drammatica nel mondo e nel nostro Paese, dove colpisce anche il 31,9% delle donne italiane”.

“L’episodio di Novi dimostra che per molte giovani donne straniere l’Italia rappresenta un’opportunità di crescita culturale e sociale e solo con una più forte integrazione potremo contrastare la negazione delle loro speranze e aspirazioni. Una comunità pacifica e solidale – concludono Costi e Vecchi – si costruisce affermando i diritti e promuovendo una cultura della parità fra generi e di rispetto per gli altri e non fomentando odio, paure e discriminazione come invece vorrebbe Aimi. È proprio dalla testimonianza di Nosheen Butt e della madre Begum Shahnaz che si dimostra come la volontà di sottrarsi all’oppressione nasce dalla piena partecipazione anche degli immigrati alla vita sociale”.

 

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Tragedia di Novi, le preoccupazione del Presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini:

“diritti negati, le donne sono i soggetti più fragili”

 

«Non possiamo accettare che in mezzo a noi vivano persone in stato di completa soggezione. Quanto accaduto a Novi di Modena dimostra che il processo di integrazione tra culture diverse è ancora incompiuto, e che a pagarne il prezzo sono i soggetti più deboli, cioè le donne».

Il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini si dice «molto colpito e addolorato per la brutale aggressione costata la vita a Begm Schnez, la cui unica colpa è stata quella di difendere la libertà della figlia Nosheen di decidere della propria vita. E ancor più preoccupante – aggiunge Sabattini – è il fatto che a difesa degli aggressori si siano schierati altri membri della comunità pakistana: un segno di omertà e connivenza che in nessun modo può trovare giustificazione».

«Altri episodi hanno purtroppo dimostrato già in passato quanto sia fragile la condizione di molte donne immigrate che vivono nel nostro territorio – spiega il presidente della Provincia– senza poter godere dei diritti che la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini, italiani o stranieri che siano. Il fatto che la madre di Nosheen abbia deciso di schierarsi dalla parte della figlia, a difesa della sua libertà, è un segnale importante – aggiunge Sabattini – ma è drammatico che  in questa sua battaglia si sia ritrovata sola. Oggi è doveroso far sentire alla giovane Nosheen l’appoggio e il sostegno non solo delle istituzioni, ma dell’intera collettività. A questo proposito ricordo come la rete di vicinato possa essere un efficace strumento di prevenzione di situazioni a rischio. Mi auguro – conclude il presidente – che nessuno voglia usare questa tragedia per cavalcare la paura del “diverso”. Al contrario, dev’essere l’occasione per promuovere un reale cambiamento culturale che metta al centro la promozione piena dei diritti per tutti, a cominciare proprio dalle donne, partendo però dal rispetto dei doveri stabiliti dalla nostra Costituzione».

Sabattini auspica inoltre una tempestiva convocazione della Commissione provinciale Pari opportunità, che si è di recente costituita, «per valutare politiche efficaci da mettere in campo per favorire la reale integrazione delle donne straniere, un problema serio ed urgente, come ho avuto modo di segnalare in diverse occasioni».

 

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Luca Ghelfi: Un altro fatto di sangue a scapito delle donne

 

Purtroppo ancora una volta le donne pagano caro il prezzo della libertà di scegliere. Intendo sfuggire al circolo delle strumentalizzazioni politiche: è chiaro che in queste dinamiche non c’è responsabilità degli amministratori locali, e le accuse fra destra e sinistra devono lasciare lo spazio alla riflessione comune su quella che è un’emergenza.

L’incontro di culture così diverse porta spesso a galla le contraddizioni di un’integrazione che non semplice: la nostra cultura e le nostre leggi che sono frutto di questa cultura, non possono accettare imposizioni come matrimoni combinati, e molte donne di fronte a questa libertà decidono di abbracciarla, pagando però spesso il prezzo più alto.

Decisa è la condanna del gesto, ed è chiaro che non è attraverso la contrapposizione fra culture che si risolve questo evidente conflitto: ma deve però rimanere chiaro che quando si dice pari diritti e pari doveri per tutti, non si intende prevaricare, ma fare un’operazione culturale. Porgo la mia solidarietà alla giovane che sta rischiando la vita e le mie condoglianze per la perdita della madre. Credo che sia necessario lavorare insieme perché queste tragedie non trovino più terreno fertile nelle comunità spesso chiuse degli stranieri che vivono nelle nostre città

 

Avv. Luca Ghelfi

Consigliere Provinciale – PDL

 

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“Donne ammazzate”

Claudia Severi, assessore alle Pari Opportunità nella città di Sassuolo:  sull’omicidio di Novi

 

Ancora una volta siamo di fronte alla tragica storia di una giovane immigrata che non si vuole sottomettere alle imposizioni del padre – padrone  che la voleva costringere ad un matrimonio combinato: una tragedia che ha assunto i contorni del dramma con una donna ferocemente ammazzata e la figlia gravemente ferita”.

L’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Sassuolo Claudia Severi interviene in questo modo sull’efferato omicidio consumato ieri a Novi ad opera del marito della vittima che, dopo aver gravemente ferito a sprangate la figlia che rifiutava un matrimonio combinato, ha ucciso con una pietra la moglie che tentava di difenderla.

“Purtroppo – prosegue Claudia Severi – non è il primo caso in Italia: ricordiamo tutti, ad esempio, il caso simile di Hina Saleem uccisa dal padre perché ritenuta “troppo occidentale”. L’assurda idea di un legame parentale che sconfina nel possesso ha portato, ancora una volta, ad un delitto orribile, disumano, inconcepibile, maturato nell’incomprensione, nell’ignoranza e nell’islamismo radicale, frutto della logica di chi pretende di piegare la religione alla violenza.

Sono fermamente convinta che il processo d’integrazione non si possa fermare e che, al contrario, vada sostenuto con tutti i mezzi anche e soprattutto contro questi personaggi che pretendono di poter disporre a loro arbitrio della vita e della morte di una donna. Per fare questo, però, occorre che il coraggio della mente sia più forte del ricatto della violenza – aggiunge l’Assessore Severi – anche attraverso un aiuto concreto a queste donne indifese che deve arrivare dalle Istituzioni ma anche dai comuni cittadini.

Per aiutare queste ragazze occorre parlare soprattutto con quelle cresciute in Italia, più moderne mentalmente e  aperte al dialogo . Quando, però, il dialogo diventa impossibile  bisogna scappare e denunciare chi ci minaccia.

Per questo il Governo ha messo a disposizione il Numero Verde ACMID, contro la violenza alle donne (1522), mentre nel nostro territorio abbiamo istituito il Centro Anti Violenza che si trova in via del Gambero 77 a Modena.

E’ indispensabile che ogni donna che si senta minacciata lo contatti al numero 059/361050, per e- mail all’indirizzo most@donnecontroviolenza.it; o vi si rechi il lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15 alle 19.

Ribellarsi a questi soprusi – conclude l’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Sassuolo Claudia Severi – non solo è un diritto, ma un dovere nei confronti della propria persona e di tutte le altre donne che possono contribuire in maniera determinante a quell’integrazione a cui tutti aspiriamo ma che qualcuno dimostra di non volere”.

 

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In consiglio comunale a Modena un minuto di silenzio per l’eccidio di Novi

 

Una delegazione di consiglieri andrà in visita da Nosheen Butt, la giovane ricoverata all’ospedale a Baggiovara per le violenti percosse subite in famiglia  

Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di oggi lunedì 4 ottobre, ha rispettato un minuto di silenzio in segno di cordoglio per la morte di Begm Shnez, 46enne pakistana residente a Novi di Modena uccisa a sassate dal marito per aver preso le difese della figlia Nosheen Butt che si opponeva a un matrimonio combinato. Una delegazione di consig
lieri, non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno, andrà in visita dalla ragazza ricoverata all’ospedale di Baggiovara dalla notte scorsa in seguito a colpi di spranga infertigli dal fratello.

“”Siamo vicini a Nosheen Butt, involontaria protagonista della vicenda di Novi. Le consigliere si impegnano ad andare in visita all’ospedale di Baggiovara, dove la ragazza è stata ricoverata dalla notte scorsa, quando le sue condizioni lo permetteranno””, ha affermato Caterina Liotti, presidente del Consiglio comunale. “”Esprimiamo inoltre cordoglio per la morte della madre barbaramente uccisa””, ha aggiunto.

Il consigliere di Modenacinquestelle.it Vittorio Ballestrazzi ha chiesto la parola per proporre, a nome di tutti i consiglieri, di tenere un minuto di silenzio in memoria della donna uccisa.

Olga Vecchi, Pdl, ha dichiarato di condividere l’idea della visita alla giovane: “”Si tratta di una proposta pratica, dobbiamo lottare insieme contro quello che è diventato un problema internazionale e far sentire alla ragazza che non è sola””.

Anche William Garagnani, Pd, si è espresso a favore dell’iniziativa e ha proposto la partecipazione anche dei consiglieri uomini alla visita in ospedale alla ragazza, proposta accolta con apprezzamento dalla presidente del Consiglio.

Sull’accaduto è intervenuto anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi che ha sottolineato la necessità di evidenziare il “”concentrato di vittimizzazione”” dell’episodio, “”derivante dall’uccisione della madre e dalle violenti percosse alla ragazza per il suo opporsi a un matrimonio combinato””.

 

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Il sindaco di Novi Luisa Turci replica alle accuse dell’on. Angelo Alessandri della Lega Nord in merito al tragico episodio di Novi.

Ecco la sua dichiarazione

 

“Nella sua dichiarazione alle agenzie l’on Angelo Alessandri della Lega Nord falsifica il mio pensiero attribuendomi dichiarazioni non mie. Non ho mai detto che non esiste il problema dell’integrazione. Ho detto invece che l’integrazione non si ottiene per decreto o per ordinanza del sindaco ma è invece un processo lungo che richiede impegno e risorse. Questo governo non ci sta mettendo né l’uno né l’altra e favorisce in questo modo quella ghettizzazione delle comunità straniere che è all’origine della violenza dei padri padroni sulle mogli e sulle figlie.

L’on. Alessandri ha dichiarato inoltre che nella casa dell’omicida ci fosse una moschea abusiva. Falso. In quella casa c’è una stanza dove la famiglia pakistana, assieme ad altri amici e parenti si riuniva per pregare. Purtroppo l’ossessione xenofoba fa vedere moschee ovunque mentre, tragicamente, rende ciechi di fronte alla crescente violenza sulle donne che non conosce distinzioni di razza, di religione e di etnia”.

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