La didattica a distanza – registra il rapporto Invalsi 2021 – ha comportato un calo del livello di apprendimento degli studenti delle scuole medie e superiori, in italiano e matematica, mentre la conoscenza della lingua inglese resta stabile. “Le perdite maggiori di apprendimento – riporta l’Agi – si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. I divari territoriali si ampliano maggiormente passando dalle regioni del Centro-Nord a quelle del Mezzogiorno”. Aumenta anche la dispersione scolastica. Il 44% degli studenti delle superiori ha difficoltà in italiano e il 51% in matematica.
Credo che la difficoltà in italiano non derivi soltanto dal Covid; le elementari e le medie dovrebbero avere insegnato l’ossatura fondamentale e le regole, ma l’analfabetismo di ritorno registrato in tanti adulti, perfino diplomati, nasce dall’abbandono delle letture di libri, quotidiani, periodici; dall’abbandono di ogni scrittura creativa e articolata, dall’affidamento a social e televisione del proprio aggiornamento, con l’uso di un linguaggio semplificato e basico, come del resto sono basici (linguisticamente deprimenti) i testi delle canzoni più in voga e il linguaggio dei film.
In particolare io credo, anzi, sono sicuro, che soltanto l’abitudine alla lettura consenta di raggiungere la padronanza della lingua e servono, ma non bastano, le letture forzate in classe, lo studio dei classici.
Non è fondamentale ricordarsi chi sia il Pulci o avere letto i due Bonaccorso da Montemagno, tema del corso monografico che all’università ci propinò il prof. Spongano; ma leggere sì, leggere è indispensabile, leggere con regolarità, saper leggere testi complessi e comprenderli.
E pensare che aumenta sempre il numero di libri pubblicati!