La Sanità: una questione privata

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Ormai ci stiamo abituando ad utilizzare poliambulatori ed ospedali che distano più di venti chilometri, o a guardare le possibilità di altre province.

Leggi e guardi rubriche sulla salute che si raccomandano le visite preventive, come quella sui nei. Così vai dal medico e con la ricetta ti presenti in farmacia: nessun posto disponibile. Ritorni dopo una settimana: nessun posto. Ritorni dopo un mese: nessun posto.  Contestualmente devi fare anche una risonanza magnetica alle gambe, ma il risultato è lo stesso: nessun elenco aperto.

Che sia un disegno o una necessità comunque stanno costringendo a rivolgersi alla sanità privata. Chi può.

Nel 2022 – leggo su Il Sole 24 Ore – oltre quattro milioni di Italiani ha rinunciato a cure di cui aveva bisogno e a frenarli sono sia motivazioni economiche che le liste di attesa. Rispetto al 2019 aumenta soprattutto la quota di persone che dichiara di aver pagato interamente a sue spese sia per le visite specialistiche (dal 37% al 41,8% nel 2022) che per gli accertamenti diagnostici (dal 23% al 27,6% nel 2022). Ormai il 25% della spesa per la salute è a carico dei cittadini, come dire un euro su quattro lo mettono di tasca loro gli italiani. Quindi, chi può.

Come emiliano, sono consapevole di avere una sanità pubblica fra le migliori d’Italia. È la prima nell’assicurare le prestazioni sanitarie ai proprio cittadini nel decennio 2010-2018 ma anche durante gli anni della pandemia.  Però diventa sempre più difficoltoso l’accesso e invece di fare girare i medici là dove ce n’è bisogno,  si finisce per fare girare i pazienti.  Ormai ci stiamo abituando ad utilizzare poliambulatori ed ospedali che distano più di venti chilometri, o a guardare le possibilità di altre province.

La sanità pubblica è un patrimonio straordinario e dobbiamo difenderlo, ma vedo continui segnali di erosione, nonostante l’impegno dei medici, del personale sanitario e delle strutture istituzionali. Le difficoltà non sono nascoste nemmeno dall’assessore regionale Donini: “Il Paese ha bisogno di più sanità pubblica. Le risorse stanziate dal Governo dal 2023 al 2025 sono insufficienti per affrontare le nuove sfide cui è chiamata la sanità pubblica. Il sottofinanziamento è ormai diventato strutturale e questo rischia di garantire sempre meno ai cittadini l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari, come previsto dalla Costituzione”.

Comunque domani rifaccio la fila auspicando qualche rinuncia, ovviamente non per causa di morte.

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