Abbiamo sentito tante volte questa frase, in grandi occasioni, da personaggi illustri e da persone “qualsiasi”, non per questo meno importanti…E certo ciascuno di noi qualche volta l’ha detta o ha desiderato dirla, a chi ha abusato della pazienza, a chi ha scambiato l’indulgenza per dabbenaggine, la generosità d’animo con l’idiozia…a chi passa come una macchina schiacciasassi sull’anima delle persone.
La ricreazione è finita.
Non è una frase scherzosa.
E’ una frase di esortazione e rabbia insieme.
Oggi vorrei dirla a mia volta, da persona qualsiasi, consapevole dei suoi molti doveri e dei suoi pochi diritti: la ricreazione è finita.
Vorrei dire questa frase a Curcio, la cui presenza non è gradita, ma che tuttavia mi ispira minore ripugnanza di chi, suo compagno, è diventato un borghesuccio servile.
Ma soprattutto vorrei dire questa stessa frase a ogni altro essere umano che fa della sopraffazione, della violenza, dell’ingiustizia il suo modo di comportarsi.
La ricreazione dalla civiltà è finita.
E’ ora di rientrare in classe.
Lo chiedono le famiglie delle vittime di ogni violenza, lo chiedono con la loro muta assenza le vittime stesse, e lo chiediamo noi cittadini, perché vittime siamo anche noi, tutte le persone civili sono vittime incolpevoli di ogni delitto e di ogni violenza.
Non solo la violenza delle armi, delle vili percosse, dei calci sferrati…ma anche la violenza delle idee diffuse, in ciò “che si dice e si scrive”