La ricetta per salvare l’Italia

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Tutti i politici hanno la ricetta per riuscire a salvare l’Italia. Siamo sicuri che tutto questo non sia del tutto disinteressato?

( Fonte immagine : www.nextquotidiano.it)


Devo una risposta a un lettore che fa riferimento alla trasmissione di Rete 4 Dalla Vostra Parte, a cui avevo fatto riferimento nell’articolo del 9 gennaio. Avrei potuto farlo in privato, come se fosse una lettera al giornale o lasciare il compito al Direttore semmai, però, mi sembra che l’argomento possa interessare a tutti i nostri lettori.

Caro lettore il quesito che lei pone è di quelli interessanti. Lei deve sapere che l’informazione, non ha solo la regola, mi passi il gioco di parole, d’informare il lettore o lo spettatore, ma ha anche quella (intendiamoci, niente di illegale) di fare “da traino” al collega o al giovane scrittore, amico dell’amico, se scrive un libro o quella d’invitare il tal politico, caso mai della corrente del partito dell’intervistatore. Oppure, di presentare, naturalmente suggerito, un volto nuovo, donna o uomo, da candidare alle prossime elezioni. Niente di nuovo. Infatti, su 630 deputati, in trasmissione ci vanno sempre i soliti e ritengo debba essere anche faticoso in quanto devono essere sempre pronti a trasferirsi da uno studio all’altro. Ecco, perché hanno l’autista! Mica hanno tempo per cercare un parcheggio, loro. Quindi, anche se sono tanti i rappresentanti in parlamento, gli altri, fantasmi al grosso pubblico o come si definiscono i peones della politica, restano al margine a fare da fedeli ascari al padre padrone del partito o del movimento che ha il potere di ricandidarli alla prossima tornata elettorale. Questo sistema è uguale per tutti i partiti, sia di destra sia di sinistra, ecc. Tornando alla trasmissione chiamata in causa dal lettore, ne avevo evidenziato in un precedente articolo i pregi, per i difetti ero rimasto sul vago. Anzi, non ne avevo accennato affatto. Partiamo subito dal conduttore, quello che lei definisce “una bella persona con i capelli bianchi”. Anche gli altri che si alternano sono tutte persone culturalmente e professionalmente molto preparate. Guarda caso, però, entrambi svolgono la loro attività al servizio un’emittente commerciale che vive di pubblicità. Quindi, nei quarantacinque minuti di messa in onda, fra presentazioni dell’evento, intervento degli ospiti in studio, dei giornalisti e del pubblico in esterna, la situazione è sempre quella che lei descrive: . Concordo pienamente. Io stesso sono giunto alla stessa conclusione. Se poi si perdono per strada le elementari regole dell’educazione fra chi dovrebbe rispondere ai quesiti dei cittadini, o a un determinato problema, è il caos più completo, tale da far rimpiangere l’antica e solitaria, per l’epoca, ma quanto mai sobria trasmissione dal titolo Tribuna Politica degli anni ‘60/’70. Naturalmente, in questo ci sguazzano i partecipanti degli opposti schieramenti, sovrapponendosi fra loro in maniera che spesso il telespettatore ha la sensazione da lei descritta. Lei cita anche la signora Santanchè: . Non si meravigli e non se ne dolga, è un gioco delle parti, come detto inizialmente. Essere in televisione è un business. Mandare altre persone, semmai poco conosciute, che parlano di argomenti alla moda come Patria, Italiani e invasioni di migranti, in ben altro modo, e che magari hanno scritto un libro in cui anticipavano, quello che loro adesso dicono, può essere, per costoro molto svantaggioso. Mi perdoni, abbiamo mai visto la Santanchè, o qualcuno di questi soloni, che spende qualche euro per portare dei giovani a Redipuglia, dove si respira aria d’italianità?   Rischi di vendere qualche copia in meno del tuo libro. Forse, è anche per questo che difficilmente s’invitano scrittori alternativi alla sinistra.

A buon intenditore, poche parole. Io, la penso così.

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