Dal 1999 si celebra la giornata dell’Onu per la tutela dei diritti umani. Oggi, a fronte del diffondersi, sull’onda del relativismo, di visioni distorte tendenti a distruggere la famiglia tradizionale normocostituita, sarebbe necessario celebrare anche quella della famiglia. Non è questione di religione. E’ la Costituzione che afferma: “ la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio “(art. 29) e “ agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo a quelle numerose” (art.31).
Anche la fede può rappresentare un motivo di impegno per la famiglia. Ma è il diritto naturale il suo fondamento. Esistono principi che sono validi in tutte le epoche e in tutti i luoghi in quanto iscritti nella natura dell’uomo e recepiti dal legislatore. Esistono istituti di diritto naturale, a cominciare dal matrimonio, che non sono un’invenzione delle religioni, ma la risposta di buon senso alle esigenze della società. Non si può allora accettare la moda di equiparare la famiglia fondata sul matrimonio ad altre forme di aggregazione affettiva, tanto peggio quando si pretende di sostituire la parola di padre e madre con la definizione di genitore 1 e genitore 2. E’ inoltre sconcertante l’indifferenza dei politici di centrodestra, anche di ispirazione cristiana. Evidentemente il tema non è centrale nella loro mentalità.
In passato un Presidente della Repubblica in visita al Papa disse : ”il senso della famiglia è profondamente radicato nel popolo italiano: è elemento costitutivo della sua identità, patrimonio da perseverare gelosamente per il bene delle future generazioni. Ogni segno di crisi di questo nucleo fondante, come quello delle culle vuote, per difficoltà economiche o per sfiducia nell’avvenire, preoccupa e sollecita appropriate politiche di sostegno”. Era il 1999, ma a 14 anni di distanza, durante il recente incontro col Papa, Napolitano non ha ribadito quel concetto e quei valori.
Sulla famiglia, nella politica e nella scuola, esistono steccati ideologici e resistenze estranee ai valori di fondo nella tradizione culturale che la pongono nel ruolo insostituibile di fondamento della civiltà. Ci vuole allora più coraggio, perché la famiglia ha bisogno di maggior libertà. Libertà dalle forme esplicite o mascherate di collettivismo statalistico o consumistico, libertà dai pericoli che vengono dall’assimilazione ad altre forme di unione.
“L’Uomo moderno crede sperimentalmente ora in questo ora in quel valore, per poi lasciarlo cadere; il circolo dei valori superati e lasciati cadere è sempre più vasto; si avverte sempre più il vuoto e la povertà dei valori; il movimento è inarrestabile: quella che racconto è la storia dei prossimi due secoli.” La “profezia” di un filosofo come Nietzsche si sta avverando.