Aiutare la stampa è aiutare la libertà di pensiero. No agli sprechi mediatici dei Comuni
“Con i soldi risparmiati dalla chiusura delle pubblicazioni dei Comuni si potrebbe contribuire a finanziare i giornali (stampati e on line) e le emittenti televisive, fino ad arrivare a dare un gettone di presenza ai giornalisti presenti in Consiglio”. Perché no?
La proposta arriva da Sergio Celloni del gruppo consiliare MPA di Modena: una proposta contro gli “sprechi mediatici” del Comune di Modena ma che “interessa” anche i Comuni della provincia (compreso Castelfranco).
“Quando ero presidente della Commissione Controllo e Garanzia, – afferma Sergio Celloni – chiesi di chiudere i giornali e le riviste del Comune di Modena, in realtà pagate dai cittadini e che nelle altre città non ci sono più. Anziché aggiungere altri soldi pubblici al settore, come vorrebbe il PD, perché allora non tagliare gli sprechi ed i rami secchi della macchina mediatica che già c’è, senza intaccare ulteriormente le casse degli enti pubblici e destinare ad essa le risorse risparmiate?”.
Cessare la pubblicazione e l’invio dell’edizione cartacea del periodico dell’amministrazione comunale, limitandola alla pubblicazione on line e destinare almeno il 50% della somma risparmiata ai giornali e alle testate giornalistiche locali che risentono dei gravi effetti della crisi economica è “l’essenza” della proposta di Sergio Celloni, divenuta oggetto di un’interrogazione a cui, se non dovesse seguire una risposta soddisfacente, Celloni (che è anche un editore e dunque conosce le difficoltà – e l’impegno – del mondo del giornalismo) si dice pronto ad organizzare una petizione popolare: “che siano i cittadini a decidere, perché aiutare la stampa è aiutare la libertà di pensiero” .
“Anche in passato ho ripetutamente denunciato che il periodico comunale costa troppo, centinaia di migliaia di euro, e soprattutto non garantisce l’equilibrio informativo tra maggioranza e opposizione. – prosegue Celloni – Di fronte alle difficoltà che le aziende dei media stanno incontrando, l’unica realtà che pare non conoscere crisi è però quella del Comune, finanziata a pioggia con soldi pubblici. In questo modo, utilizzando meglio queste ingenti risorse, si permetterebbe alle testate giornalistiche ed ai loro editori di fronteggiare maggiormente i rispettivi impegni coi collaboratori e non praticare tagli di stipendi o, ancor peggio, ridurre il personale… Ma soprattutto si sosterrebbe l’informazione (equilibrata), che è un servizio fondamentale per i cittadini”.
La proposta potrebbe certamente essere “recepita” anche dal nostro Comune, alla luce delle proteste a noi pervenute, ma immaginiamo anche direttamente all’amministrazione comunale, sui lunghi tempi d’attesa circa l’arrivo a domicilio del notiziario comunale cartaceo, che è trimestrale – come riporta la data impressa sulla testata – ma che giungerebbe nelle case dei castelfranchesi due/tre mesi dopo la stessa data (almeno è quel che è avvenuto più volte in passato e anche per la “nuova serie” di luglio, recapitata però a fine settembre).
“Una notizia è tale se data tempestivamente”, recita uno dei tanti “motti” noti a chi fa informazione ed è quello che i cittadini si “aspettano” di ricevere da chi questa informazione (che è un SERVIZIO) fa per loro… Quale tempestività c’è in una notizia stampata tre mesi prima e letta due/tre mesi dopo? Ma soprattutto… quale interesse?
Lo stesso notiziario comunale è stato anche oggetto di lamentele da parte dell’opposizione consiliare di Castelfranco: all’ultimo Consiglio Comunale, Silvia Santunione della lista civica “Frazioni e Castelfranco” ha infatti reso noto il problema precedentemente espresso in Commissione, sollecitando un incontro “corale” con la ditta palermitana che si occupa del servizio stampa del Comune di Castelfranco. Questo perché, oltre agli alti costi di questo appalto stampa (più volte evidenziati anche da PDL e Lega Nord, ma non ancora “giustificati”), l’opposizione consiliare punta il dito sui “risultati prodotti”, stante la recente riduzione degli spazi relativi alle rispettive comunicazioni ai cittadini tramite appunto quel notiziario che dovrebbe essere “comune” e non solo “comunale” (gli organi di informazione settoriali si finanziano con i soldi propri, non con quelli di tutti).
Se il “problema” è la mancanza di spazio e dunque una scelta editoriale s’impone (la foliazione è quella, i contenuti non ci stanno… e come sempre “la coperta è corta”), una domanda sorge spontanea: visto che già esiste una versione on line del notiziario comunale (internet garantisce tempestività e costi zero per gli utenti, noi lo sappiamo), perché continuare a spendere per la stampa e l’invio di un’edizione cartacea “ridotta” e “tardiva”, oltre che costosa (= soldi dei cittadini)? Ma se invece ci sono effettivamente tanti soldi (dei cittadini) da investire in questo settore… allora perché non “aiutare” con un gettone di presenza i giornalisti (compresa la giornalista assunta dal Comune) che partecipano in consiglio comunale o che anche in altre sedi ascoltano la “voce” di tutti, messaggeri del pensiero libero e democratico? L’argomento ci coinvolge e fatichiamo a tacere… (Alessandra Consolazione)
Pubblicato il 17 novembre 2011 da lacarbonarablog.it
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