La pigra TV

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La gente vuole vedere ogni giorno notizie sulla Pipitone perché così è stata abituata e quelle diamo perché fanno audience; gli stessi ospiti in tutti i programmi e infatti intervistatori e intervistati si danno del tu, si abbracciano. Abbiamo le zie, le nonne, le sorelle: due lacrime e via. Una TV così dove volete che vada e a cosa volete che ci serva?

 


Da una trasmissione all’altra, da un canale all’altro, la triste vicenda di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara Del Vallo nel 2004, imperversa sulla nostra tv, con collegamenti a tutte le ore, mantenendo sul campo più di un corrispondente e mi dispiace che la Rai sia la più ossessiva. Finché la vicenda rimaneva a ‘Chi l’ha visto?’ eravamo nella norma, ma di lì è dilagata ovunque ed ogni giorno la storia viene raccontata dall’inizio, talvolta senza alcun elemento nuovo, semplicemente illuminando questo o quel personaggio, rimandando milioni di volte gli stessi spezzoni.

Posso difendermi con il telecomando, ma non sopporto l’idea che a Mazara del Vallo ci siano in pianta stabile più di una giornalista Rai, mentre dobbiamo affidarci alla carta stampata (solo certa carta stampata) per conoscere la situazione dell’Africa, dove ad esempio, come ho già scritto, religiosi e operatori umanitari denunciano le violenze dei soldati etiopi ed eritrei sulla popolazione più indifesa. Scivola come notizia di sottofondo perfino la lettera riservata della Chiesa copta ortodossa etiope, ottenuta in esclusiva dal quotidiano britannico Telegraph, rivela che almeno 78 religiosi ortodossi sono stati massacrati in cinque dei sei mesi di guerra nel Tigrai.

Ed è solo una zona delle tante del mondo che dovremmo conoscere e invece releghiamo a programmi di seconda serata, che significa ormai a notte fonda, qualche raro approfondimento sulle troppe terre in guerra, nella fame, intimorite da dittature.

Qualcuno dice: la tv fa vedere quello che la gente vuole e ci sono ormai canali telematici per ogni richiesta. Io però credo ad un ruolo delle reti generaliste non limitato a servire sempre il menù richiesto. Bisogne essere bravi a fare piacere anche menù nuovi, capaci di dare il giusto peso e il giusto rilievo alle vicende umane.

Da un anno ci tartassano con la pandemia, nel modo peggiore: informazioni contrastanti, scienziati arruolati e ormai abituati alle esigenze dei salotti: spararle grosse, contro qualcuno. Così li riconosceranno per strada e le parcelle voleranno alle stelle. In Francia, ho letto, invece il Covid non fa più notizia. Una volta date le informazioni fondamentali perché continuare ogni giorno a strafugliare l’animo e terrorizzare gli ascoltatori?

La gente vuole vedere ogni giorno notizie sulla Pipitone perché così è stata abituata e quelle diamo perché fanno audience; quando poi i pochi programmi d’inchiesta sollevano tematiche serie, le si lascia spegnere perché è più semplice affidarsi alla solita compagnia di giro: gli stessi ospiti in tutti i programmi e infatti intervistatori e intervistati si danno del tu, si abbracciano. Abbiamo le zie, le nonne, le sorelle: due lacrime e via.

Una tv così dove volete che vada e a cosa volete che ci serva?

 

 

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