
La pace è fatica, è dolore, è sofferenza e non può essere vendetta. Fallisse anche l’esperienza di Neve Shalom e Wāħat as-Salām significherebbe che non c’è domani per la Palestina, non c’è domani per Israele, non c’è domani per il Medio Oriente.
Fiorano Modenese e Novellara, insieme ad altri comuni, riuniti intorno all’Associazione italiana amici di Neve Shalom Wahat al-Salam, sono gemellati con un villaggio cooperativo in Israele abitato da arabi palestinesi ed ebrei israeliani dove si vive la pace. Si chiama Neve Shalom e Wāħat as-Salām, perché entrambi i suoi nomi, nelle due lingue, significano ‘oasi della pace’ e i suoi abitanti vogliono dimostrare come sia possibile la coesistenza pacifica. Nella scuola gli insegnanti ebrei e palestinesi fanno lezione ognuno nella propria lingua ma si rivolgono a tutti gli scolari. I bambini prendono coscienza della propria cultura e delle proprie tradizioni; al tempo stesso imparano la lingua e la cultura dei loro compagni. Ne risulta un’atmosfera di apertura e rispetto. Nel villaggio c’è una scuola di pace a cui hanno partecipato oltre 25.000 tra ebrei e arabi aperta a chiunque voglia prendervi parte. Per loro e per i loro ideali questi sono giorni di prova e di sofferenza, perché ci si ribella al gesto orrendo e ingiustificabile di Hamas contro giovani, bambini e civili, come non si può accettare ciò che Israele sta facendo a Gaza.
Dal villaggio è arrivato nei giorni scorsi un accorato appello a lavorare per la pace anche in tempo di guerra: “Mentre assistiamo alle conseguenze dell’atroce massacro nel sud del Paese e osserviamo l’incombente crisi umanitaria e le morti a Gaza, riconfermiamo la nostra convinzione che solo la vera pace, l’uguaglianza e i diritti umani fondamentali per tutti possono garantire la nostra continua esistenza in questa regione”. “La brutalità vissuta da tutti coloro che sono stati esposti all’attacco di Hamas, sia ebrei che arabi, è traumatica e la vendetta di Israele su Gaza è assolutamente devastante”.
“Per noi il dialogo e il confronto sono fondamentali. Mentre il mondo intorno a noi cambia, dobbiamo ritrovare la strada per tornare ai valori umani, al rispetto e all’apertura al dolore, alle paure e alle reazioni degli altri”.
La guerra sta scuotendo speranze, volontà e rischia di creare fratture, incomprensioni anche all’interno della comunità. Scrivono infatti: “Il grande dolore e lo shock che hanno colpito la società israeliana dopo gli attacchi nel Sud hanno lasciato in crisi molti dei nostri membri che hanno perso amici e persone care. I palestinesi e gli ebrei che credono nella pace sanno che la situazione a Gaza e dintorni è insopportabile e piangiamo le migliaia di persone che hanno perso la vita o la casa, e vediamo la situazione peggiorare di giorno in giorno”.
La pace è fatica, è dolore, è sofferenza e non può essere vendetta. Fallisse anche l’esperienza di Neve Shalom e Wāħat as-Salām significherebbe che non c’è domani per la Palestina, non c’è domani per Israele, non c’è domani per il Medio Oriente.
Una risposta
L’oasi di pace
Nel mio saluto di commiato alla gente di Fiorano nel corso dell’ultimo consiglio comunale prima del pensionamento, dissi , tra l’altro, che nel mio lungo peregrinare per ragioni di lavoro, dal Sud al Nord, non avevo mai visto una comunità come quella fioranese così aperta agli altri ,provenienti da altre regioni italiane e dall’universo mondo.
Aggiunsi che quella apertura non era di facciata ma corrispondeva all’interno sentire dei fioranesi. V’è da dire anche che forse più della metà della popolazione fioranese non è di origine emiliana ma di altre aree geografiche, per lo più del profondo Sud, e che non vi sia quasi famiglia fioranese nella quale non figuri almeno un meridionale di prima o di seconda generazione.
Per non parlare poi dei tanti gemellaggi con San Donato di Ninea ( Cosenza ) , Ozieri, Burgos, Ittireddu e Bultei ( Sassari ) , Celenza Valfortore (Foggia) , Nardò ( Lecce ) in Italia ed Onda ( Spagna ), Itaberai , Rumuruti e Neve Shalom o Wāħat as-Salām all’estero.
L’Associazione italiana amici di Neve Shalom Wahat al-Salam di cui fa parte anche Fiorano è un vero laboratorio dove si costruisce la pace.
Fiorano Modenese , Novellara ed altri comuni, sono gemellati con un villaggio cooperativo in Israele abitato dove palestinesi ed israeliani coltivano la pace.
Si chiama Neve Shalom e Wāħat as-Salām, perché entrambi i suoi nomi, nelle due lingue, significano ‘oasi della pace’ e i suoi abitanti vogliono dimostrare come sia possibile la coesistenza pacifica.
Sulla faccia della terra è impazzito il clima da decenni.
Ed insieme al clima è impazzita anche l’umanità.
Da anni ormai si è instaurata una belligeranza permanente.
E’ un tutti contro tutti che sta portando quasi ineluttabilmente al terzo conflitto mondiale.
Dappertutto soffiano venti di guerra che stanno stravolgendo l’esistente : in questo momento sono in atto ben 57 guerre sul nostro pianeta .
Si ha la sensazione che sia un gioco da playstation e non ci si rende conto che morti e distruzioni sono maledettamente reali.
La situazione in medio oriente da sempre è difficile.
Era abbastanza prevedibile che potesse esplodere da un momento all’altro.
Ci sarebbe voluto buon senso e misura nelle parole e nelle azioni ed invece in luogo delle colombe sono venuti allo scoperto i falchi.
E chi ne fa le spese è la popolazione civile : israeliana e palestinese nel caso che ci riguarda.
Non si risolve il problema mettendosi a fianco ed appoggiando l’uno o l’altro, entrando nel conflitto o limitandosi a fornire armi.
Bisogna prodigarsi in qualsiasi modo per la pace.
Gli è però che ancora una volta vi è solo papa Francesco ad invocare la pace e tutti gli altri a buttare benzina sul fuoco.
Ho più volte affermato che la guerra, tutte le guerre sono una cosa sporca perché mandano al massacro giovani nel fiore degli anni.
Le guerre non le vince nessuno ma le perdono tutti perché vincitori e vinti pagano un alto tributo di sangue .
La prosperità ed il benessere di un popolo sono assicurati dalla pace e mai dalla guerra.
E non basta certo solo l’Oasi di Pace di Neve Shalom o Wāħat as-Salām per arrivare all’agognata pace.